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Ashley, Criminal Minds

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rabb-it
view post Posted on 25/9/2011, 16:51 by: rabb-it




Nel prologo avevo avvertito, ma meglio ripeterlo nel caso fosse sfuggito il dettaglio: In questa fanfiction ci sono anticipazioni sulla settima serie in onda in USA.

In ufficio Derek stava terminando le ultime incombenze.
Da quando si era offerto di aiutare il suo capo nella gestione del lavoro d’ufficio aveva dovuto scendere a patti con l’odio per la burocrazia, non era stato facile, ma che soddisfazione personale accorgersi che quello che le prime volte gli costava ore di lavoro chino sulla tastiera ora lo sbrigava in una mezz'ora, il burocratese ora non aveva più segreti, quasi.
Ma il meglio era stato quando Hotch gli aveva consegnato uno dei disegni di Jack, sotto il disegno il piccolo aveva scritto con grafia incerta:Grazie.
Il disegno era un orologio coloratissimo, aveva guardato Hotch con un'espressione interrogativa e lui gli aveva detto che il bambino sapeva che se aveva del tempo libero da dedicargli era grazie a lui e quello era il modo di Jack per ridargli un po’ di tempo.
Ogni volta che lo prendeva un po’ di sconforto alla vista degli incartamenti gli bastava guardare quella macchia di colore e le cose diventavano più leggere.
Era ancora arrabbiato con Hotch per quello che era successo, ma non voleva assolutamente che il bambino ne facesse le spese, così quando aveva visto Hotch alle prese con una pila di rapporti da compilare gli aveva detto che quella sera lui era libero da impegni e che se non gli spiaceva ci avrebbe pensato lui a sbrigarli.
L'espressione di stupore sul volto di Hotch era stata fulminea, come se non si aspettasse una simile offerta dopo quello che era capitato, aveva tentennato.
"Ecco non so..."
"Dai Hotch, come hai detto tu non c'entra con me o con te; quello riguardava Emily, questo riguarda Jack. Abbiamo un accordo no? Quando posso finire io, tu vai a casa."
Il supervisore aveva accennato un sorriso a vedersi girare contro le sue stesse parole, ma era grato a Derek per essere sempre così pronto ad aiutarlo, nonostante quello che era capitato.
Sapeva che non lo aveva perdonato, forse non lo avrebbe mai fatto. La fiducia è una cosa delicata una volta che la rompi non si torna indietro. Resta un qualcosa di incrinato; un vaso rotto che si tenta di reincollare,ma di cui si vedono le crepe.
Se si è molto bravi sono impercettibili e bisogna osservare da molto vicino.
Ecco nel loro caso erano ancora abbastanza evidenti, le sue reazioni con gli altri ad esempio.
JJ aveva fatto capolino prima nel suo ufficio.
"Vieni con noi? Andiamo a prendere qualcosa insieme."
Dietro di lei Emily e Rossi si intravedevano appena.
"No, ho del lavoro da finire."
E lui era andato da Hotch, a dire che non aveva impegni. Così non era una bugia il fatto di aver qualcosa da fare, bastava non specificare i dettagli.
Lo sapeva che non poteva prendersela con JJ, ne con Emily o con Hotch, avevano solo fatto quello che ritenevano meglio, ed Emily non aveva avuto scelta. Quando si era ripresa era in ospedale, le avevano detto che era stata data per morta, cosa poteva fare a parte scomparire?
Guardò le lettere pronte per il corriere la mattina seguente, una era per Ashley.
Quella Hotch l'aveva scritta personalmente, poi gli aveva lasciato l'ufficio con le altre pratiche da terminare, l'aveva messa in cima a quelle da spedire il mattino seguente. Sapeva cosa conteneva, referenze.
La giovane donna avrebbe cambiato sezione, quando mesi prima erano stati riassegnati Reid aveva chiesto di non venire assegnato alla squadra, cosa che lo aveva lasciato stupito, ma non aveva avuto il tempo per fare domande all'amico, c'erano stati gli eventi del caso Doyle, in cui avevano lavorato di nuovo tutti insieme, in barba ai regolamenti. Cosa per cui avevano subito un inchiesta disciplinare. La cosa pareva accantonata, ma quel mattino Ashley era stata a parlare con Hotch e la richiesta di Reid era stata respinta, sarebbe rimasto in squadra.
Anche se Derek pensava che era meglio chiarire bene come mai Reid voleva andarsene dall'unità, ma forse era solo per la delusione provata per le menzogne di Hotch e JJ sulla sorte di Emily, ma quello lo aveva scoperto poi... doveva esserci altro.
Forse adesso era andato a prendere qualcosa con loro, era rimasto solo lui negli uffici. Penelope lo aveva salutato prima, non aveva detto nulla nel vederlo restare fino a tardi, sapeva che per lei la cosa importante era che Emily era viva. Il resto era davvero niente al confronto ed aveva ragione lei.
Gli altri le crepe le stavano già riparando.
Lui aveva bisogno di più tempo.
Un'altra occhiata all'orologio di Jack, un sorriso.
Forse la prossima volta avrebbe accettato l'invito.
orologio+Jack
Lo so, Jack disegna meglio di così... ;)

Emily salutò JJ e si infilò nella sua macchina.
Era stata una bella serata, quasi come ai vecchi tempi.
No, certe cose non potranno mai tornare come prima. Possiamo solo prenderne atto ed andare avanti.
Saranno come la cicatrice infertale da Doyle, per quanto all'ospedale avessero eseguito un ottimo intervento di chirurgia plastica non era scomparso. Lei sapeva e ricordava. E così gli altri, si poteva far finta di niente, fingere che non fosse accaduto nulla, ma era accaduto e avrebbero sempre saputo che lei poteva mentire ad ognuno di loro.
Reid era molto freddo nei confronti suoi e di JJ.
Lo capiva, si era sentito ingannato e tradito. Più degli altri, perché a lei aveva confidato i suoi problemi con i mal di testa, perché JJ lo aveva abbracciato quando aveva dato la falsa notizia della sua morte.
Certo erano tutti felici che lei fosse viva, non erano così folli da preferire il contrario, ma gli inganni da parte sua erano iniziati prima.
Anche con JJ ed Hotch. Certo era obbligata al segreto, non era autorizzata a parlarne con loro e lo sapevano.
Ma quello che sappiamo a volte non basta, conta quello che sentiamo e lei sapeva che si sentivano ingannati.
Tutti.
Avrebbe dovuto riconquistarsi la loro fiducia, sotto certi aspetti era come quando era appena arrivata all'unità, anche allora aveva mentito, l'aveva assegnata all'unità Erin Strauss per monitorare la squadra, quando Hotch lo aveva scoperto le era stato grato per aver preferito assegnare le dimissioni piuttosto che tradirli, quella volta era stato molto più semplice ricominciare.
O forse aveva solo una cattiva memoria.
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Per lasciare un commento, questo è il posto per farlo.

JJ osservò per qualche istante l'auto di Emily che si allontanava, come le sembrava lontana quella sera a Parigi, o quei pomeriggi in cui con una scusa plausibile riusciva ad andare al Bethesda per sapere come stava.
E poi avvisava Hotch dei miglioramenti. Era diventata brava con le scuse, anche troppo vista la serie di problemi tra lei e Will.
Will.
Quando Emily le aveva chiesto come se la cavava con i suoi straordinari le aveva detto solo che era una lunga storia, il modo tradizionale per dire: Non parliamone, è meglio.
Ecco ora forse certi piccoli malumori sarebbero stati risolti. Ma a volte era così difficile gestire lavoro e famiglia.
Will aveva capito come mai non gli aveva detto di Emily, la sua frase era stata: "I segreti di stato sono tali anche tra coniugi, ma sono contento che ora ce ne sia uno di meno."
Uno di meno.
Ecco il problema, tutti gli altri.
"Qualcosa non va JJ."
"No, tutto bene. Hai visto Reid? È uscito prima di noi e ha salutato a malapena."
"Dagli tempo. Sta ancora analizzando a modo suo i fatti degli ultimi tempi. Ne verrà a capo."
"Spero solo che capisca che non potevamo fare diversamente."
"Lo sa. Per quello sta così male, non può arrabbiarsi con voi perchè sa che non potevate fare altro, ma vorrebbe farlo."
"Io direi che l'arrabbiato lo sa fare benissimo."
"Forse non quanto vorrebbe."
"Vuoi dire che andrà anche peggio di così?"
"Stasera siamo venuti insieme a prendere qualcosa, non mi pare vada proprio malissimo."
"Tu lo hai praticamente costretto."
"Chi io?"
"Non fare l'innocentino Dave Rossi, gli hai fatto intendere che ci sareste stati tu e Derek, se avesse saputo che Derek non veniva non avrebbe accettato."
"Non è colpa mia se Derek aveva da fare."
"Chissà se era vero."
"Non avere fretta, le cose si aggiusteranno."
"A proprosito di fretta. Ashley? Questa mattina Hotch è stato avaro di dettagli e poi siamo stati presi da altro, ma lei era sparita prima che finissimo la riunione."
"Per una volta ne sono all'oscuro quanto te. Suppongo che con quello che era successo la settimana scorsa fosse un po' difficile fare ancora finta di non sapere."
"Vero. Ma tu dici che lo ha saputo anche Hotch?"
"Non da me, parola."
"Non lo ho mai pensato. Sei la discrezione fatta agente su certe cose."
"Qualsiasi riferimento ai miei trascorsi lievemente burrascosi col regolamento è puramente... voluto eh?"
"Oh... sì!"
Risero insieme per alcuni istanti e proseguirono per un tratto di strada insieme, poi JJ arrivò alla sua macchina e come aveva fatto Emily pochi minuti prima, salutò il collega e salì in auto. Rossi proseguì lungo il marciapiede.
L'accenno ai suoi trascorsi lo aveva fatto ripensare al messaggio ricevuto nel pomeriggio da una delle sue ex-mogli.
L'indomani l'avrebbe chiamata.

Reid stava dirigendosi a casa di Ashley, era stato con gli altri giusto il tempo di rendersi conto di non essere ancora pronto a fare finta di niente con JJ, era più forte di lui.
Si sentiva tradito, ogni volta che vedeva lei ed Emily insieme rivedeva JJ che lo consolava quando aveva dato loro la notizia sull'esito dell'intervento. Si rivedeva andare a trovare JJ per i primi mesi dalla morte di Emily e piangere l'accaduto, e lei che come niente fosse lo stava a sentire ben sapendo che l'amica che lui piangeva era viva e stava bene. Avrebbe dovuto fare finta di niente, ma non ci riusciva.
La prima reazione quando Emily era tornata in squadra era stata di gioia, era bello riaverla, davvero.
Ma poi il dolore dei mesi passati a crederla morta aveva scavato come una voragine tra di loro; Ashley l'aveva presa meglio di lui, ma lei conosceva Emily da pochi mesi quando era successo tutto. Anche la morte di Emily per lei era stata meno traumatica, non meno sofferta, ma era una questione di ricordi in comune.
O forse era lui ad essere troppo intransigente, Hotch aveva detto che era con lui che dovevano prendersela per la decisione, ma il fatto che lui si fosse offerto volontariamente come parafulmine per le loro rimostranze sulle menzogne non poteva obbligarlo a non provare quello che sentiva nei confronti di JJ. Lui non era stato da Hotch a sfogarsi tranne in occasione della valutazione voluta dalla Strauss.
No, uscire insieme come ai vecchi tempi non è stata una buona idea.
Non ancora perlomeno.
Salì i gradini che portavano all'ingresso dell'appartamento di Ashley, aveva bisogno di vederla; quando Hotch gli aveva detto che la sia richiesta di riassegnazione era stata respinta non aveva avuto dubbi: lei aveva deciso di lasciare la squadra.
Glielo aveva detto la sera prima: io sono sostituibile, tu no.
Maledizione, non mi piace quando gli altri decidono per me: non sono più un ragazzino.
Bussò alla porta ed attese, tirando un profondo sospiro per calmarsi.

Edited by rabb-it - 17/10/2011, 16:23
 
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