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Il cappello, Criminal minds e White Collar

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rabb-it
view post Posted on 9/4/2011, 21:45




Autore:Rabb-it
Titolo:Il cappello
Rating:Basso
Categoria:fate scorta di fazzolettini
Avvertimenti:Spoiler su 6X18 di Criminal Minds e riferimenti al finale di Visita guidata.
Personaggi: I personaggi di Criminal Minds e White collar.
Spoilers:Non avete letto sopra?
Questa fanfiction prevede l'uso parziale dei personaggi di due telefilm.
White collar e Criminal Minds, i cui produttori e sceneggiatori -Eastin, Bernero e compagnia briscola - spero non mi facciano causa ma parola non ci sta lucro alcuno, solo divertimento.
Mio di sicuro, dei lettori non so. :rolleyes:


Per i commenti: qui.





Il cappello


A volte bastava proprio una cosa da niente per scatenare i ricordi, anche quella volta era stato così, un cappello posato vicino ad una pila di libri e la serata a New York in compagnia dei suoi colleghi le era tornata in mente; l'ultima serata prima che Ian Doyle tornasse nella sua vita, prima che gliela portasse via.
Sapeva già che era evaso di prigione, ma quella sera era solo un vago sentore di una catastrofe incombente. Non era ancora arrivato così vicino a lei ed ai suoi colleghi, quella sera erano ancora al sicuro o almeno così credeva.
Osservò a lungo quel cappello, ricordando.

Mesi prima una sera a New York.

Avevano aiutato dei colleghi a liberare un agente rapito. Il giorno seguente avrebbero collaborato nella ricerca del rapitore e del bottino, ma per quella sera l'unica incombenza era cercare un posto con un tavolo libero dove cenare.
Caffrey disse che aveva in mente il posto adatto, ma che doveva prendere una cosa che aveva lasciato nell'ufficio di Peter da quando era inziata quella storia. Salì nell'ufficio di Peter Burke e ne scese con in mano un cappello.
Sara Ellis sorrise e disse: "Oh oh, guai in vista, Neal Caffrey è tornato!"
Emily non colse appieno cosa intendesse la donna fino a che non vide l'uomo far girare il cappello sulla punta delle dita e metterselo in testa con un sorriso malandrino. Non era la prima volta che lo vedeva sorridere, ma era un sorriso diverso, rilassato. Cosa che certamente negli ultimi giorni non era mai stato.
Uscirono ed andarono nel locale consigliato da Neal, un bel posto non troppo lontano dall'albergo dove loro alloggiavano; Neal fece gli onori di casa doveva essere un buon cliente, o forse lo era stato in passato se il posto era al di fuori delle sue due miglia di libertà.
"Bentornato signor Caffrey, quanto tempo."
Fu l'accoglienza del direttore del ristorante a fugare ogni dubbio.
"Non pensavo si ricordasse ancora di me, Malcolm."
"Come dimenticare l'uomo che mi salvò dal venire imbrogliato e raggirato quando ero appena arrivato a New York. Lei e i suoi amici sarete miei ospiti."
Hotch stava per precisare che avrebbero pagato il conto come tutti, ma Neal lo prevenne.
"No Malcolm, non possiamo accettare. Non mi deve niente, ma grazie."
"Almeno l'aperitivo offerto dalla casa?"
Rossi anticipò il collega che vedeva sulle spine: "Vede per regolamento non ci è permesso accettare."
E mostrò il distintivo.
"Oh capisco. Scusate. Comunque non sarà un trattamento di favore trovarvi un ottimo tavolo."
E li guidò all'interno del locale. Lasciandoli nelle mani esperte dei camerieri.
"E così pensa che lo hai aiutato a non farsi imbrogliare? Cosa ci sta sotto?"
Gli domandò Derek una volta che si erano accomodati e il cameriere si era allontanato per dar loro il tempo di visionare cosa offriva di buono il menù del ristorante.
Neal si finse molto interessato alla lista dei vini, poi decise che poteva anche dare una risposta all'uomo.
"Contrariamente a quello che pensi non ho sempre e solo truffato gente. Malcolm mi pareva una gran brava persona e non mi andava che lo imbrogliassero. Così lo ho messo in guardia, semplicemente."
"E quanti pranzi e cene gratis gli è costato?"
Neal trasse un profondo sospiro. Emily stava per ricordare a Derek che gli avevano promesso di lasciarlo in pace.
"Veramente gli ho sempre portato clienti paganti, come voi."
Emily faticò a trattenere le risate, l'espressione di Derek era impagabile. Poi osservò la scena che si svolgeva nell'atrio del ristorante.
JJ si era assentata un attimo dal tavolo, stava a chiamando a casa per salutare Will ed Henry, si incontrò con Hotch a sua volta al telefono, lui stava dando la buonanotte a Jack e gli spiegava che il giorno seguente sarebbe stato a casa, si scambiarono un sorriso: comprensione fra genitori part-time.
Li guardava e provava un istintiva tenerezza all'idea di cosa stavano dicendo Henry e Jack ai rispettivi genitori per farli sorridere. Quando i due tornarono al tavolo gli altri erano pronti per ordinare, non ci misero molto a scegliere qualcosa anche loro e un cameriere si avvicinò al loro tavolo per prendere le ordinazioni.
Hotch domandò a Sara come avesse iniziato a collaborare con l'FBI.
"Ho iniziato anni fa, collaborando con Burke per la cattura di un certo falsario."
Disse guardando Neal che fingeva un improvviso interesse per i lampadari del locale.
"Aveva rubato un Raffaello di cui sono state trovate svariate copie all'estero..."
"... si dice. Non è mai stato provato che lo abbia rubato io." la interruppe Neal rivelando quanto stesse ben attento a quello che veniva detto al tavolo. Guardò Hotch sperando che non decidesse di rivelarle che invece era proprio stato lui; di Peter si fidava ciecamente, ma Hotch e Rossi per lui erano un incognita.
"D'accordo come vuoi, indagammo insieme per trovare le prove che lui dice. E poi collaborammo in altre occasioni, una volta per un pelo non gli sparo."
JJ stava portandosi un bicchiere pieno d'acqua alla bocca e si fermò per lo stupore.
"A momenti gli spari?"
"Fu solo un malinteso."
Fu la rapida replica di Caffrey, ma Sara era in vena di raccontare.
"Neal era sotto copertura, pensavamo che avrebbe dovuto fare il corriere per un uomo che sospettavamo di furto per delle obbligazioni, ma ci sbagliavamo. L'uomo era un sicario assoldato per uccidermi."
"Caspita. Ma come mai gli stavi per sparare? Voglio dire... sapevi che non ti avrebbe uccisa no?"
"Oh no, non lo sapevo. Mi svegliai e me lo trovai davanti con una pistola in pugno. Non ci pensai due volte e gli puntai contro la mia."
"Beh un po' ci devi aver pensato, visto che è ancora vivo." Disse Derek.
Fu Neal a proseguire.
"Peter telefonò al momento giusto. Avevano perso il segnale e scoprirono il posto dove mi avevano portato quando io ero ormai dentro casa sua. Ero entrato solo perché non ero solo, l'autista del nostro sospettato mi aveva accompagnato ed era armato, io dovevo solo perdere tempo in attesa che arrivassero i rinforzi."
Sara sorrise al ricordo.
"Era pallido da far paura mentre non mi decidevo ad abbassare la pistola e continuava a ripetere a Peter che era stato un lungo volo."
"Ehy... era il codice per: sto nei guai!" Replicò l'uomo stizzito dalla descrizione poco lusinghiera.
"Però non capisco una cosa: Perché credevi che ti volesse uccidere? Delle tante cose che sappiamo di Caffrey non ci risulta abbia mai commesso crimini violenti. Va bene aveva una pistola in mano, ma anche un ottima spiegazione, credo."
Fu la domanda di Rossi, guardò Neal quando disse - Delle tante cose che sappiamo di Caffrey - facendolo sudare freddo. La donna parve non essersi accorta della cosa.
"Era la prima volta che collaboravamo da quando era stato scarcerato e io lo stavo pressando per fargli confessare qualcosa sul furto, in quel momento mi parve plausibile che avesse deciso di liberarsi di me." Rispose la donna.
"Non mi conosceva ancora." aggiunse Caffrey.
"Giusto, ora so che hai metodi ben più subdoli di una Reuger." Gli disse la donna con un sorriso.
Agli altri pareva di assistere ad un turno di scherma: finta,toccata ed affondo. Burke e gli altri dovevano divertirsi parecchio agli scontri tra i due. Hotch e Rossi si scambiarono un'occhiata, anche loro si stavano divertendo specialmente a vedere quanto Caffrey era sulle spine, sapendo che loro conoscevano cose ignote a Sara, cioè lei lo sapeva, ma non poteva provarlo.
L'arrivo dei piatti ordinati salvò Neal da un secondo round. Aveva il remoto sospetto che Rossi non vedesse l'ora di divertirsi a sue spese. Per non parlare di Derek, poco propenso a seguire le direttive di Emily sul lasciarlo in pace.
Reid domandò a Neal come avesse conosciuto Mozzie, lo incuriosiva l'amico di Caffrey. Neal rimase sul vago, nemmeno a Peter aveva mai raccontato molto di Moz. Sapeva quello che gli serviva per mettere insieme i pezzi del puzzle Adler, dargli i pezzi del puzzle di Mozzie non era sua intenzione. Ne tantomeno parlarne con altri.
"Il mio primo amico a New York."
Poche semplici parole, ma rendevano bene l'idea. Il dono della sintesi è una cosa preziosa. E a nessuno a quel tavolo era sfuggita la precisazione: primo. Voleva dire che ce ne erano altri e non serviva essere dei profiler per comprendere a chi poteva riferirsi.
La serata scivolò via leggera, poi mentre loro si dirigevano all'albergo Sara accompagnò a casa Neal.
Lo avrebbero rivisto l'indomani.
Ed anche quella volta non avrebbe avuto il cappello, come i giorni precedenti.

Presente...
Ricordava la mattinata seguente le accuse di Burke a Caffrey. I sospetti sul comportamento dell'uomo.
Pochi giorni prima del precipitare degli eventi aveva sentito Diana, aveva riso con lei delle reazioni dell'uomo davanti ai sospetti dell'amico. Poi non c'era più stato ne il tempo ne il modo per sentire la sua amica.
Doyle era arrivato negli Stati Uniti, aveva ucciso dei suoi ex-colleghi dell'interpol ed aveva minacciato la sua squadra.
In meno di 48 ore la sua vita era stata travolta.
L'uomo l'aveva rapita e torturata. L'aveva ferita gravemente. La corsa in ospedale.
JJ al suo fianco che le spiega che per proteggerla sarebbe sparita nuovamente, una volta era morta come Laureen Reinolds, ora a morire sarebbe stata Emily Prentiss. Pochi avrebbero saputo la verità, ci sta un detto:
Quando una persona sa una cosa e promette di non dirlo a nessuno: quella cosa è un segreto.
Quando molte persone scoprono un segreto: è una catastrofe che sta per verificarsi.
Non ricordava dove l'aveva sentito, ma calzava a pennello.
Meno persone sapevano che lei era ancora viva, e meno sarebbero state in pericolo. Sapeva che molti avrebbero sofferto, ma non c'era altro modo.
Sarebbero andati avanti a lei restava i rimorso di non aver potuto dire ad ognuno quanto tenesse a loro.
Sentiva ancora la stretta di Derek mentre lei perdeva conoscenza, le sue parole: sono fiero di te.
Quanto mi odieresti se sapessi la verità?
Le parole di Penelope al telefono: Non sei sola.
E invece sì, ora sono da sola.
Il saluto di JJ quando a Parigi le consegnò i documenti falsi per nascondersi, senza sapere quali avrebbe usato: Buona fortuna.
Buona fortuna anche te mia cara amica.
Le parola di Rossi quel giorno in ascensore: cerca un posto senza campo per i cellulari.
Quasi Dave, ci hai quasi preso. Qui i cellulari prendono, ma nessuno di voi ha il mio numero.
Reid e la sua confessione sulle sue paure: non voglio lo sappiano gli altri, mi tratterebbero da bambino.
Ti prego parlane a qualcuno, non tenerti tutto dentro.
Hotch, no lui non aveva detto niente. Lui era quello che avrebbe portato il peso maggiore del segreto.
JJ non vedeva gli altri ogni giorno, non avrebbe avuto a che fare con la loro sofferenza senza poter dire loro che lei era viva e stava bene.
Oddio, sul viva d'accordo, stare bene non penso sia questo. Ce la farai Hotch? Sei forte lo so, ma quanto può essere forte una persona davanti al dolore degli amici più cari? Giusto per proteggere sia loro che me, lo so ce la farai.
E la giovane recluta? Le aveva promesso di aiutarla ad imparare il mestiere e invece se ne era andata. Mentendo a tutti loro. Non un granché come insegnamento.
Saprai trovare la tua strada Ashley. Hai i migliori insegnanti a disposizione.

Una persona afferrò il cappello distogliendola dai pensieri, se lo calcò bene in testa e prese la pila di libri sottobraccio.
Vide che lo osservava e le sorrise.
Lei ricambiò il sorriso era bastato proprio poco per ricordare un bel momento qualcosa di cui essere grata, nonostante il magone che ora la stava assalendo.
Forse un giorno avrebbero preso Doyle e lei si sarebbe ripresa la sua vita.
Ma doveva imparare ad accettare che forse non sarebbe mai potuta tornare ad essere Emily Prentiss.
Non riusciva ancora ad accettarla quell'eventualità, era ancora troppo presto per la rassegnazione.
Poi lei non era una che si rassegnava facilmente agli eventi. Preferiva decidere da se del suo destino e non farlo manovrare al Doyle di turno.

Fine



Edited by rabb-it - 10/4/2011, 00:35
 
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