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Ashley, Criminal Minds

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rabb-it
view post Posted on 12/10/2011, 19:54 by: rabb-it




Il bussare alla porta interruppe il discorso tra Ashley e la persona che era passata pochi minuti prima.
"Scommetti che indovino chi è?"
"Troppo facile."
"Volevo rifarmi."
Ashley andò alla porta, una veloce occhiata dallo spioncino e aprì facendo entrare Spencer, che rimase un po' stupito di vedere che non era sola, la persona che le stava facendo compagnia si diresse rapidamente alla porta e li salutò.
"Io vi lascio soli, tanto quello che volevo sapere ora lo so. E tu..." disse guardando Ashley lasciando la frase in sospeso per un attimo "... tieniti in contatto, va bene?"
"Non penso di scomparire, giusto un po'... grazie per la chiacchierata."
Reid era un po' confuso, non capiva appieno cosa intendesse, anche se doveva immaginarlo che non avrebbe lasciato Ashley andarsene senza dire niente, guardò le due tazze sul tavolino e provò ad immaginare la conversazione che lui aveva interrotto.
"Ha voluto i dettagli?"
"La settimana scorsa era lì. Già sapeva."
"Solo Derek e Hotch lo ignoravano."
"Guarda avrei dei dubbi, Hotch non sembrava per niente sorpreso."
"Chi può avergliene parlato?"
"Spencer... da quanto tempo ti conosce? E poi avrà sentito... sai cosa."
"Da quando sono entrato all'unità lui e Gideon... vero!"
Si era interrotto avendo capito cosa intendeva lei, ma aveva una cosa da dirle.
"Hai deciso tutto tu, potevo andare via io."
Ashley aveva sperato che lasciasse cadere il discorso una volta che le decisioni erano prese, ma Spencer non era del medesimo avviso.
"Ne avevamo parlato ricordi e poi... tu ora sei arrabbiato con alcuni membri della squadra, andartene ora sarebbe sbagliato, dovete prima chiarirvi."
"Dubito che vi sia qualcosa da chiarire. Anche loro hanno preso delle decisioni di cui potevo essere tenuto all'oscuro."
"In primo luogo non ne hanno parlato con tutti, non solo con te. E in secondo io con te ho parlato, solo che tu non stavi a sentire."
Era arrabbiata, non le era piaciuto il paragone.
Le sembrava che cercasse qualcuno con cui prendersela, ma lei non aveva alcuna intenzione di fare da capro espiatorio. Era una delle ragioni per cui era grata al regolamento, lavorare insieme sul campo sarebbe stato un incubo.
Molto meglio tenere vita privata e lavorativa ben distinte.
Certo facendo il medesimo lavoro avrebbero condiviso molto di più di quello che riescono a fare altre coppie, ma farlo in due squadre differenti era la cosa migliore. O almeno lo sperava.
Spencer assunse un'aria contrita, se la stava prendendo con la persona sbagliata.
"Scus..."
Lei gli aveva messo un dito sulle labbra impedendogli di terminare la parola.
Le piaceva interromperlo quando parlava, all'inizio erano state frecciatine durante alcune delle sue spiegazioni dettagliate di cose per cui sarebbe bastato riassumere per sommi capi, cosa che a Reid proprio non veniva naturale.
Ma da quelle frecciatine e scherzi tra colleghi era passato del tempo, ed ora aveva metodi ben diversi per interromperlo.
:rolleyes:

:baby.gif: Ecco a cosa mi serviva l'avvertimento messo nel primo capitolo.
Oh cosa? Pensavate che vi davo dei dettagli? Ditemi una cosa: questa è la prima volta che leggete una mia fanfiction, vero? :baby.gif:


L'ospite di Ashley stava tornando a casa, era stata una bella chiacchierata, avrebbe avuto da ridire per l'osservazione rigida del regolamento-
Ma visti i due insieme e con quello che era capitato...
... la settimana prima

Stavano seguendo un caso, Reid era andato con Derek, Hotch e la squadra SWAT a prendere un sospettato, c'era stato un intoppo ed avevano perso il collegamento, ma l'ultima cosa che si era sentita era stato un urlo di dolore da parte di Spencer.
Penelope era in ascolto con il resto della squadra, tutti erano sconvolti, ma Seaver aveva gridato.
"SPENCER!" Era impallidita e si teneva una mano sulla bocca consapevole di aver urlato il suo nome.
Nessuno di loro ebbe il tempo di dire niente; il collegamento fu ripristinato dopo pochi istanti e fu lo stesso Spencer a rassicurare Ashley.
"Non è niente. Sto bene, davvero è tutto ok. Ashley, sto bene sul serio."
Il resto della squadra aveva immaginato che tra i due ci fosse del tenero, ma fino a quel momento erano pure illazioni. Distratti dalle comunicazioni con la squadra SWAT, Hotch e Derek parevano non essersi accorti di come Reid avesse rassicurato gli altri, e in particolare Ashley.
Anche perché loro due non avevano visto e sentito la reazione di Ashley. Che solo dopo averlo sentito riprese un po' di colore in viso.
Loro invece avevano visto e sentito tutto, una volta tranquilli della soluzione dal caso nell'ufficio di Penelope c'era stata una divertente scenetta.
"Avrei dovuto osare di più." Disse Emily mettendo i palmi delle mani rivolti verso l'alto davanti a JJ e a Rossi.
I due tirarono fuori un biglietto da cinque dollari e glielo depositarono in mano.
Poi si girò verso una sbigottita Ashley e le spiegò:
"Avevamo scomesso su chi dei due avrebbe fatto scoprire la vostra relazione, io avevo detto entrambi."
Penelope frugò nella sua borsa e tirò fuori i suoi cinque dollari.
"Se Spencer non avesse fatto quell'aggiunta alla fine mi avresti fatto vincere!"
"Ma... era così evidente? Pensavamo di essere stati prudenti."
"Pivelli."
Fu il laconico commento di Rossi.
Poi scoppiarono a ridere tutti insieme, sciogliendo la tensione di quel pomeriggio di ansia.

Nel frattempo era a casa e stava sorridendo ricordando; terminò il pensiero di pochi attimi prima:
Sì, forse non essere nella medesima unità è giusto.

Il giorno seguente Ashley ricevette una telefonata da Andie Swann.
Aveva ricevuto la lettera di Hotch e non aveva perso tempo, la voleva vedere per un colloquio quello stesso pomeriggio.
Non fu una cosa molto lunga, la conosceva già avendo lavorato in collaborazione con la sua squadra mesi prima, era giusto un proforma, i dettagli del suo trasferimento di unità erano privati, Hotch aveva giustificato la cosa col ritorno nella squadra sia di JJ che di Emily. E non era del tutto una fandonia; prima o poi Strauss, o chi più in alto di lei, avrebbero fatto storie sul sovrannumero di agenti nell'unità e sarebbe stato un guaio, Ashley con la sua richiesta di trasferimento aveva reso solo più semplice la cosa.
Parlarono un po', Andie le chiese cosa pensava del trasferimento e Ashley le rispose che lo considerava un'ottima occasione.
"Sentirà la mancanza della sua vecchia squadra."
Non era una domanda, era un'affermazione.
"Sono fresca di accademia, un po' presto per avere già una posizione consolidata all'interno di un unità. A dire il vero non mi aspettavo nemmeno una convocazione così immediata per un nuovo incarico."
"Ho grande stima dell'opinione dell'agente Hotchner, non avevo proprio voglia che mi soffiassero una promettente agente per dei tentennamenti."
"Mi ricorderò di ringraziarlo allora."
"Buona idea. Domani mattina allora l'aspetto per le nove per presentarla al resto della mia, anzi della nostra squadra."
"A domani."
Quando mesi prima avevano lavorato ad un caso in collaborazione con quell'unità a lei era rimasta l'angoscia per l'idea di tutte quelle persone rapite di cui nessuno aveva più notizie.
Gli altri le avevano detto che almeno alcune erano state liberate e che si doveva andare avanti pensando che ne avrebbero liberati altri.
Certo il mondo perfetto senza mostri in giro sarebbe stato meglio, ma loro quello potevano fare... fermarli ogni volta che ci riuscivano.
Se Hotch ha fatto il mio nome alla Swann, vuol dire che aveva capito quanto ci tenessi a aiutarla ancora.

Andie nel frattempo telefonò al collega.
"Ciao Hotch, volevo ringraziarti per la segnalazione. Mi mancavano elementi e un agente con già un po' di esperienza sul campo è proprio quello che mi serviva."
Ascoltò la risposta del collega, poi lo salutò e torno a sfogliare il fascicolo Seaver.
Le aveva fatto una buona impressione già allora, lei e Reid avevano aiutato insieme a Garcia a restringere il campo di ricerca quando era stata rapita un'agente. E l'aveva colpita la maniera in cui poneva le domande.
Si vedeva che era alle prime armi e stava imparando il mestiere, ma nel suo stato di servizio era anche segnalato di una trattativa condotta a buon fine grazie al suo intervento.
C'era sì un riferimento ad una sciocchezza che poteva costarle cara durante quella che era stata la sua prima uscita con la squadra, ma poi grazie a Prentiss aveva avuto una seconda occasione e l'aveva sfruttata bene.
Domani avrebbe visto come si integrava con gli altri dell'unità.

Emily stava andando verso gli ascensori e vide Ashley che ne usciva. La chiamò.
"Ashley!"
"Emily, ciao."
"Ieri sei sparita prima che potessi domandarti cosa è successo. Stai bene?"
"Sì, ero solo un po' sottosopra, mi spiace non avervi nemmeno salutati."
"Va tutto bene. Sei già stata chiamata per una riassegnazione?"
"Sì dalla Swann."
"Wow, beh mi sembra un ottima cosa."
"Lo è. Ora scusa ma... devo andare."
"Certo. Pure io ho un impegno col mio istruttore. Ci si vede, ciao."
"Ciao a presto."
Ashley andò a passo spedito fuori dall'atrio Emily la osservò per qualche istante, poi si diresse agli ascensori.
Una sessione di allenamento la attendeva. Derek le aveva detto che sarebbe stato lui a farle i test per la riabilitazione in servizio. Aveva pensato che la richiesta fosse partita da Hotch e quel mattino glielo aveva domandato, ma lui aveva detto di non saperne niente e se voleva che controllasse da chi era partita, ma lei aveva declinato.
Era quasi sicura di sapere da chi fosse partita la cosa, ma lo avrebbe messo alle strette dopo l'allenamento.
Se ti serve per fidarti di nuovo di me, va bene. Voglio solo saperlo Derek.

Derek era preoccupato.
Aveva fatto partire la richiesta di riqualificazione per Emily senza domandarne il permesso ad Hotch, rientrava nelle sue competenze come suo vice, ma in teoria avrebbe dovuto parlargliene. Se Emily si fosse lamentata della cosa... sarebbe stato nei guai.
Hotch era stato chiaro, se ci sono problemi rivolgetevi a me.
La donna entrò nella stanza, puntualità ineccepibile.
"Ciao Derek. Il tempo di cambiarmi le scarpe ed arrivo."
"Ciao Emily. Fai con calma, abbiamo la palestra tutta per noi per la prossima ora."
Mentre si cambiava le scarpe gli disse del suo incontro con Ashley e della sua nuova assegnazione.
"Buon per lei, ha stoffa la ragazza."
"Derek... volevo aspettare a chiedertelo, ma... non posso. Hotch mi ha detto che non ha chiesto lui questa riqualificazione. Voglio solo sapere se è partita da te la richiesta."
"Emily..."
"No, senti. Io lo capisco... sono stata via molti mesi, vuoi sapere se puoi ancora fidarti, mi sta bene. Ma dimmi la verità."
"Emily... sono stati dei mesi infernali. Ma non è per te... è per me. Non voglio che l'ansia per quello che è capitato, mi tolga la concentrazione quando serve."
"Dimmi cosa posso fare."
"Queste 10 ore di esercitazioni. E al poligono di tiro."
"Ci sarò!"
"Poi magari un caffé ogni mattina?"
Disse ridendo riferendosi a quel mattino, lei era arrivata alla sua scrivania con un caffé e gli aveva detto che aveva ricevuto la convocazione per la riqualificazione e lui le aveva detto che sarebbe stato lui a farle i test.
La donna rise a sua volta e gli rispose: "Non tirare troppo la corda."
"Ascolta che hai detto di preciso ad Hotch?"
"Gli ho solo chiesto se la richiesta era partita da lui, mi ha domandato se volevo che chiedesse da chi era partita, ma gli ho detto che non era necessario. Avevo già il mio sospetto."
"Lei è sempre un'ottima profiler agente Prentiss."
"Mi sono tenuta in esercizio."
"Seguivi i casi dai telegiornali?"
"A volte."
Il fatto che Emily si fosse tenuta aggiornata non lo aveva stupito, si domandava solo quante volte avesse seguito i loro di casi, ma non si sentiva ancora pronto per farle domande precise in merito. E forse mai gliene avrebbe fatte, avrebbe lasciato che gliene parlasse lei se lo voleva.
La prima sessione di allenamento terminò con Emily che metteva al tappeto Derek.
Era iniziata come una cosa blanda, banali mosse di autodifesa con Derek che tentava di bloccarla, ma poi... qualcosa era scattato.
Per un attimo Emily non era nella palestra a Quantico, ma in quel magazzino con Doyle che cercava di ucciderla, quando aveva messo a terra il collega era già passato.
Si scusò persino con l'uomo.
"Non dirlo più, questa cosa servirà ad entrambi, va bene?"
"Va bene."

Edited by rabb-it - 17/10/2011, 16:25
 
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