JAG

Visita guidata, White collar e Criminal Minds

« Older   Newer »
  Share  
rabb-it
view post Posted on 14/3/2011, 16:08 by: rabb-it




Peter ascoltava Neal elencargli il piano, ma nella sua mente sentiva ancora l’eco della parole di Adler di poco prima, e si chiedeva come avrebbe fatto a spiegargli che se lui non fosse andato all’hangar forse Kate non sarebbe morta. A livello razionale sapeva bene che non era colpa sua se Adler l’aveva uccisa, ma non si sentiva molto razionale e sapeva nemmeno Neal lo sarebbe stato, si trattava di Kate e il buon senso del giovane quando si parlava di lei… entrava in sciopero.
“Peter mi stai ascoltando?”
L’uomo cercò rapidamente una scusa per non dire la verità.
“Mi domando se ci sta ascoltando anche Adler.”
“Quindi non ascoltavi. Ti ho appena spiegato che non può, abbiamo posizionato un marchingegno di Moz che disturba le comunicazioni, almeno fino a che dura la batteria, gli uomini di Adler sono sordi a quello che ci diciamo.”
“Ok, ero distratto. Cosa dicevi di Alex che mi ha fatto rapire?”
“Un rapimento alla volta.”
Peter tirò un involontario sospiro di sollievo, perlomeno non gli aveva domandato cosa lo avesse distratto. A Neal non sfuggì il gesto, ma non ne comprese la ragione e visto che Peter non voleva parlarne lui evitò di insistere. Una cosa alla volta, prima usciamo da qui.
Adler e i suoi uomini entrarono nella stanza.
“Neal che piacere rivederti.”
“Non intendo mentire dicendo altrettanto.”
“È passato tanto di quel tempo. Vedere che le mie speranze in te sono state ben riposte mi riempie di gioia.”
“Hai ucciso Kate!”
“Oh ma come Peter non te lo ha detto? È stata tutta colpa sua, sarebbe bastato che vi avesse lasciati andare via e non sarebbe accaduto niente. Kate è morta perché lui è arrivato all’hangar.”
“Tu hai premuto il detonatore, lo avresti premuto per entrambi invece che per lei sola, se non fosse stato per Peter. L’unico assassino qui sei tu.”
Sentenziò Neal con rabbia.
Peter lo guardò sopreso, non aveva preso in considerazione l’ipotesi che Neal avesse già capito come erano andate le cose ed Adler gliene aveva solo dato la conferma. No, il buon senso stavolta non era andato a farsi un giro, perlomeno non quello di Neal.
Il quale sentiva la rabbia verso Adler montargli dentro, aveva capito cosa fosse preso a Peter prima, Adler aveva cercato di farlo sentire in colpa per la morte di Kate e non sapeva come dirglielo.
Non sono così stupido Peter. Pensò il giovane.
“Cosa vuoi? Ora hai il tuo frattale, puoi lasciarci andare.”
“Mi prendi per stupido? Ora tu mi aiuterai. E non per salvare Peter e Alex, non c'è niente di più triste di un truffatore che tenta di truffare se stesso. Tu vuoi sapere quanto me cosa nascondeva il carillon.”
Peter guardò Alex, la donna era alle spalle di Adler e non distoglieva lo sguardo da Neal. Come se solo da lui dipendesse la riuscita del loro piano. E probabilmente era vero.
Neal replicò, la voce era quasi un sussurro, come se si vergognasse: “Lo ripeto, cosa vuoi?”
“Mi serve uno scassinatore, per una cassaforte molto particolare imbottita di tritolo.”
“Forse era meglio un artificiere allora.”
“Sempre spiritoso Neal, mi era mancata la tua prontezza di spirito, dico sul serio.” disse Adler con una risata. Maligna.
“Non capisco, se hai già quello che cerchi a cosa ti serve l’antenna?”
“Per evitare che mi rintracciate, siete arrivati anche troppo vicini. Volevo evitare sorprese mentre lavorerai per me.”
Peter sperò che il piano di Alex funzionasse. O non avrebbero avuto speranze. Sempre che lei non fosse in combutta con Adler, per quanto Neal avesse asserito il contrario lui non si fidava. Non completamente almeno.
“Per prima cosa mi serve che vi facciate un bel pisolino. Non voglio che sappiate dove vi sto portando.”
Prese una bottiglia con del liquido ambrato. Ne riempì a metà dei bicchieri che uno dei suoi uomini gli mise davanti con un vassoio. Tre bicchieri.
“Tè freddo e… altro. Abbastanza per mettervi KO per una mezz’oretta almeno, non di più. Forza.”
“No!” disse Peter “Non giocheremo a questa partita. Mi hanno drogato a sufficienza in questi giorni.” Terminò guardando storto Alex.
“Oh ma stavolta anche lei prenderà la stessa cosa.”
“Ma io…” tentò di dire la donna.
“Tu farai come dico.” Intimò Adler voltandosi nella sua direzione con uno sguardo che non ammetteva repliche.
Neal prese in mano uno dei bicchieri. Adler ha ragione: voglio sapere. E lo sa bene.
“Non farlo…” iniziò a dire Peter quando si accorse di cosa stava per fare.
Troppo tardi. Aveva bevuto, con una smorfia di disgusto per il sapore che non doveva essere dei migliori.
“Preferisce restare qui, agente Burke?”
Domandò Adler facendo un cenno ad uno degli uomini armati.
“Hai detto che devo scassinare una specie cassaforte piena di tritolo, mi darai una mano tu?”
Disse Neal all’indirizzo di Adler.
“No, ti aiuterà Peter, io starò al sicuro dietro un vetro antisfondamento, ma se lui preferisce farti fare da solo, non sarà colpa mia… stavolta.”
L’allusione ad un’altra esplosione andò a segno, Peter colse anche l’implicita minaccia del cenno all’uomo con la pistola al suo fianco. Era pronto ad ucciderlo subito. Forse per guadagnare tempo era meglio dare retta a Neal, che si era seduto sulla panca nella cella, coi primi sintomi dell’effetto del narcotico.
Alex imitò i due uomini. Dovunque sarebbe andato Neal lei intendeva seguirlo. Era evidente che Adler non si fidava di lei ed aveva la netta sensazione che se non avesse accettato sarebbe finita male, molto male.

Derek riagganciò dopo la miniconferenza con JJ e gli altri. Diana e Jones erano di fronte a lui. E nessuno dei tre si decideva a parlare per primo. Pochi istanti e fu lui a sbloccare la situazione.
“Rossi ha detto dove dirigerci. La traccia lasciata da Neal era chiara, almeno secondo lui. Per voi ha senso? Resta l’incognita Alex. È complice di Adler o di Neal in questa sciarada?”
“Temo che lo scopriremo solo quando li troveremo.” Disse Jones.
“Quel Caffrey mi piace sempre meno. E se fosse d’accordo con loro?”
“Derek, capisco la tua sfiducia nei suoi confronti, credimi non sai quanto. Ma di una cosa sono certa e la penso come Moz: Non metterebbe mai in pericolo Peter.” Fu Diana questa volta ad intervenire.
“Perché ti fidi così tanto? Tieni molto a lui.”
“Non farmi il profilo agente Morgan, non mi fido di lui. Mi fido del suo affetto per Burke.”
“Dettagli.” Obiettò Derek.
Jones osservava lo scambio tra i due colleghi ricordando come lui quanto Derek si ponesse i medesimi quesiti, ma che Morgan mettesse in dubbio le capacità della collega non gli andava giù.
“Non credo che ora importi come mai ci fidiamo o meno di Caffrey, il fatto è che non abbiamo altre piste a parte quella trovata da Moz. Cosa pensa di trovare Adler?”
“Altri tesori trafugati dai nazisti, mi pare logico.”
Replicò Derek dandò un occhiata alla cose che avevano catalogato fino a quel momento, c’erano opere dal valore di svariati milioni. E chissà cosa altro poteva esserci, o almeno Adler sperava ci fosse in quello che potevano trovare grazie all’antenna di Moz.
Presero l’auto e lasciarono il molo, altri uomini avrebbero provveduto a portare al sicuro il materiale recuperato. Loro avevano una diversa missione. Raggiungere il luogo segnalato dai colleghi. Prima che fosse troppo tardi.

Hotch era negli uffici, aveva aggiornato il capo di Peter sugli ultimi fatti e poi aveva parlato con la moglie di Peter Burke. Aveva scoperto come Neal avesse salvato la vita a suo marito mesi prima. Aveva compreso come mai la donna si fidasse tanto di quel truffatore; non giustificava Burke, ma lo capiva. Avere qualcuno che ti protegge le spalle in caso di necessità è importante, anche quando non ti puoi fidare al 100% di quel qualcuno.
“Neal è migliore di quello che lui stesso immagina, solo che non lo sa.”
“Mi auguro che lei abbia ragione. Dico davvero, a volte è… difficile fidarsi. Se non impossibile.”
“Lo so. E nemmeno Peter si fida sempre, però a volte bisogna rischiare.”
“Non so se ci riuscirei.”
Elizabeth gli sorrise. “Perché non conosce Caffrey, ne ha visto solo la fedina penale. Non l’uomo.”
Hotch stava per obiettare che invece era proprio aver intuito l’uomo dietro la fedina penale a dargli poca fiducia, ma si fermò in tempo. Non era proprio il caso di contestare le convinzioni della signora Burke sull’animo di Caffrey. Almeno non fino a che il marito non fosse stato sano e salvo.
E forse anche dopo, Peter Burke e Neal Caffrey non erano un suo problema, lui doveva solo aiutare la liberazione di un agente federale, non monitorarne il comportamento. Anche se a volte era una cosa di cui la loro unità si preoccupava. Fare rapporto sui colleghi era fastidioso, ma a volte necessario. Sperava non toccasse a lui ed alla sua squadra. Stava iniziando a provare simpatia per Burke, saputo quanto metteva sotto torchio Caffrey, non gli sarebbe piaciuto dovergli fare rapporto.
“Forse ha ragione, suppongo che lavorandoci insieme Peter abbia avuto modo di capirlo molto più a fondo che non da un dialogo di poco più di mezz’ora.”
“Che idea se ne è fatto?”
“È un impulsivo. Non ama il gioco di squadra e non si fida del prossimo. È un egocentrico, narcisista, ma a modo suo sensibile.”
“Caspita… forse lo conosce meglio di quello che credo.”
“Si tratta del mio lavoro, valutare il prossimo.”
“E di mio marito che opinione si è fatto?”
Hotch finse di cercare qualcosa sul palmare, un attimo per raccogliere le idee.
“Ecco… io…”
“Va bene, non voglio obbligarla a fare il profilo ad un collega.”
Il sospiro di Hotch le strappò una risata.
“Era così evidente?”
“Solo un po’.”
Elizabeth era grata ad Hotchner per averla tenuta aggiornata, mentre era nell’ufficio di Peter aveva fatto qualche domanda per sapere chi erano questi agenti provenienti da Quantico. Non aveva scoperto molto, erano venuti come favore a Diana e poco altro.
L’agente Hotchner era il caposezione, lo stesso ruolo che suo marito aveva in quell’unità White collar, Hotch lo ricopriva nell’unità crimini comportamentali, similitudini. Ma non era a lui che si era rivolta Diana, lei aveva contattato una delle donne dell’unità con cui era amica da prima di diventare un’agente. Se aveva capito bene lei aveva domandato aiuto per restringere il campo di ricerca di Adler. Fino a che era rimasto nascosto nell’ombra era difficile da trovare, ma quando aveva iniziato ad uccidere, o ad ordinare omicidi le cose erano cambiate.
Non era più solo ricercato per crimini finanziari, la frode per cui era sparito oltre un lustro prima con svariati milioni di dollari. Ora era sospettato di almeno due omicidi e di altrettanti tentativi.
E del rapimento di un agente. Suo marito.

Continua…
 
Top
16 replies since 29/1/2011, 01:25   227 views
  Share