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Le fanfiction Natalizie del 2010, Criminal minds

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rabb-it
view post Posted on 18/12/2010, 22:23




Nel forum su Criminal Minds hanno aperto un contest.
Visto che non era obbligatorio che fossero degli inediti, ma la pubblicazione non può iniziare prima del 22 dicembre, e io avevo due FF sulla punta delle dita... forse anche tre... ho fatto che postarmele già qui.
Dettagli del contest qui.
Buona lettura.


Autore: Rabb-it
Titolo:Bianco e Rosso, Oro ed argento
Prompt:Vetrine a tema
Rating:V
Categoria:?non ne ho idea, scusate.
Avvertimenti:Nessuno
Personaggi/coppia: il team
Spoilers:Uno solo... macroscopico su JJ e la sesta serie.
Disclaimer:Criminal Minds e tutti i soggetti presenti nella serie sono di proprietà di Jeff Davies ed Edward Allen Bernero, l'autrice della fanfiction li prende in prestito per divertimento senza scopo di lucro alcuno.
Note:Nessuna


Se desiderate lasciare un commento, questo è il link.
Grazie.


Bianco e Rosso, Oro ed Argento



Tra le tante vetrine a tema che avevano incrociato per le vie, quella a cui erano arrivati per Henry era stata irresistibile ed erano entrati.
JJ e Will avevano stabilito una tradizione, il loro primo albero era stato decorato solo con qualche popcorn, e dei biscottini natalizi.
Ad ogni Natale aggiungevano qualche decorazione.
L'anno che era arrivato Henry avevano preso una decorazione a forma di ciuccio ed una piccolissima culla.
Ora toccava ad Henry, sceglierne una.
Se ne sarebbe scordato, era ancora troppo piccolo, ma ci avrebbero pensato loro a ricordarle anche per lui.
Non gli avevano detto niente, l'avevano solo portato a girare per i mercatini natalizi, e osservavano cosa pareva interessarlo.
Poi quella vetrina.
Decorazioni in oro ed argento, e non solo. Si era incantato.
Così erano entrati, e lo avevano fatto passeggiare per gli scaffali in attesa di vedere cosa lo avrebbe colpito maggiormente.
Non toccava niente, ogni tanto si voltava a controllare che mamma e papà fossero sempre dietro di lui, poi ecco.
Una scatola piena di polistirolo bianco e palline rosse.
Erano una dozzina. Ma sarebbe stato carino avere l'albero un po' più carico di addobbi.
E poi, a volte cadono e si rompono meglio averne un po' di scorta.
Teneva stretto il suo tesoro al petto,mentre si dirigeva con i suoi genitori alla cassa, e ad un certo punto si bloccò guardando dritto avanti a se.
"Zio Spenze!"
Esclamò il piccolo.
Reid lo sentì e si voltò nella sua direzione.
"Ciao Henry, fai compere? Ciao, missione addobbi in corso eh?"
Disse rivolgendosi poi a Will e a JJ.
"Già, la vetrina era una calamita e visto che sono i suoi primi addobbi scelti con cognizione di a cosa servano, ci pareva giusto accontentarlo."
"Anche a me piaceva molto la vetrina, volevo prendere qualcosa da mettere sulla porta d'ingresso."
"Sai che non riesco ad immagginare casa tua addobbata?"
"Ehm... giusto sulla porta, li hanno tutti i miei vicini, mi pare di mancare nei rapporti di buon vicinato a lasciarla spoglia."
Si difese timidamente Reid.
Il rumore del campanello del negozio attirò la loro attenzione e si voltarono giusto in tempo per vedere entrare Hotch con Jack tenuto per mano.
Beh, forse era Jack che trascinava Hotch ad un occhiata più attenta.
L'uomo li vide nello stesso momento, parve sorpreso quanto lo erano loro.
"Ciao, un folletto ha detto a Jack che qui c'erano i migliori addobbi della città, sospetto che all'asilo che frequenta abbiano parenti che ci lavorano, voi da chi siete stati indirizzati?"
"Io ci sono solo passato davanti, e mi pareva carino entrare."
"Noi pure, Henry era estasiato dalla vetrina."
"Effettivamente l'hanno studiata bene, argento ed oro, bianco e rosso, non ho mai visto tutti e quattro i colori usati così bene."
"Chissà che non nascondano un qualche messaggio subliminale."
"Spence non cominciare."
Iniziò sconsolata JJ.
Will lo difese.
"Ma no ha ragione, le vetrine sono messaggi subbliminali, devono convincerti ad entrare. E noi siamo entrati."

Un colpetto di tosse alle loro spalle rivelò che non erano i soli.
Penelope ed Emily arrivarono da qualche scaffale che stava poco più indietro.
"Wow... riunione in piena regola!"
"Mancano giusto David e Derek!"
"Veramente non mancano." Osservò Reid.
Ed indicò loro il piccolo ristoro che stava nel soppalco del negozio, i due uomini stavano prendendo un caffè insieme.
"Non è possibile..."
Sfuggì ad una Emily esterrefatta dalla coincidenza.
Raggiunsero gli uomini di sopra.
"Hey, a caccia di addobbi anche voi?"
Esclamò Hotch una volta che li ebbero raggiunti.
Derek si riprese per primo dalla sorpresa di trovarsi davanti la squadra al completo. Lui e Dave si erano incontrati davanti al negozietto, ed avevano deciso di prendersi qualcosa di caldo nella cioccolateria che stava all'interno.
Li ispirava più di certi bar strapieni di gente.
"Veramente casa mia è già sufficientemente decorata, ma il posto pareva perfetto per scaldarsi un po' fuori si gela."
"Ma... c'era qualche riunione di cui ero all'oscuro?"
La domanda di Rossi chiariva bene come fosse stupito di non essere al corrente, lui era... la comare degli uffici, come gli era sfuggita la cosa?
Emily gli replicò ridendo.
"No, nessuna riunione, semplice coincidenza."
Il gesto istintivo con cui Rossi rilassò le spalle era quasi impercettibile, ma non sfuggì a nessuno di loro.
Sedersi per una volta a chiacchierare di cose semplici, il cui unico dato sul rosso era dato dalle decorazioni scelte da Henry, fu strano e divertente insieme.
Passarono così una mezz'oretta.
Forse anche di più.
Mentre i bambini su gustavano una cioccolata.
Fuori ricominciò a nevicare.
Un tepore ovattato era quel piccolo negozio semi-nascosto nelle vie cittadine.
Quante possibilità c'erano che tutti loro si trovassero nello stesso posto senza averlo preordinato?
Reid avrebbe sicuramente avuto un qualche calcolo statistico adatto, ma fortunatamente era troppo impegnato a spiegare ad Henry e a Jack come funzionava il motore a curvatura dell'Enterprise, piccoli trekker crescono.
JJ strinse la mano al marito, da quando lavorava per il Pentagono aveva incontrato raramente i suoi amici, mai tutti insieme comunque.
Era un bel regalo di Natale.
Un dolce piccolo regalo.

Fine



Edited by rabb-it - 21/12/2010, 14:18
 
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rabb-it
view post Posted on 20/12/2010, 21:13




Autore:Rabb-it
Titolo:Visita a Washington D.C.
Prompt:Strade illuminate
Rating:V
Categoria:oneshot
Avvertimenti:Nessuno
Personaggi/coppia:Il team,ed altri.
Spoilers:Solo sul licenziamento di AJ Cook
Disclaimer:Criminal Minds e tutti i soggetti presenti nella serie sono di proprietà di Jeff Davies ed Edward Allen Bernero, l'autrice della fanfiction li prende in prestito per divertimento senza scopo di lucro alcuno.
Sam Tania e la prole invece sono miei, se li usate almeno avvertitemi! Grazie.

Note:La presenza di personaggi che ho inserito in Quando. Appunto Sam, Tania e i loro figli.

Visita a Washington D.C.



Osservando per un attimo le strade illuminate dietro di lui, una volta giunto a destinazione, Dave si diresse all'ingesso dell'aeroporto, felice di avere un'occasione per chiarire le cose con Sam.
Il loro ultimo incontro non era stato dei più felici, lo aveva sospettato di omicidio, certo lo aveva scagionato, ma sapeva che certi silenzi sono peggio di una litigata.
Dopo un litigio ci si può scusare, ci possono essere delle attenuanti.
Ma quando scende il silenzio, la comunicazione azzerata, pare non esserci modo di riparare.
E a volte basta una telefonata, come la settimana precedente.
"Ciao, da uno a dieci quanta voglia avete tu e Tania di passare sia Natale che Capodanno con i vostri genitori?"
Sapeva che li reggevano a piccole dosi, poi preferivano stare con i figli per conto proprio, ma doveva esserci una ragione, come un invito, per sfuggire alla riunione familiare.
"Io sto stabile al 4... Tania un poco di più, arriva a 5 credo."
"Quindi se vi dicessi di salutarli subito dopo Natale e venire a visitare Washington per capodanno non vi spiacerebbe troppo? Vi ospito da me."
"Dave!"
"Voglio ricambiare e so che ad entrambi la città piace. Lasciamelo fare."
"Come sai che non lavoriamo?"
"Me lo hai detto tu ora, se foste stati occupati con il lavoro non avreste avuto bisogno di scuse per sfuggire ai suoceri."
"A volte mi dimentico che lavoro fai."
"Allora siamo d'accordo mi fate sapere quando arrivate il 26?"
"Sento cosa ne dice Tania e ti richiamo, d'accordo?"
Lo aveva richiamato la sera seguente e si erano accordati, la scusa ufficiale era che lui aveva promesso a Dave che sarebbe passato a trovarlo, ma Dave era libero di rado, quindi avevano dovuto cogliere l'occasione.
I bambini erano entusiasti. Joseph aveva una venerazione per lo zio Dave, anche se non sapeva bene cosa faceva.
Troppo piccolo per i dettagli, era solo un amico di mamma e papà che scriveva, ed era anche amico di Hotch.
Fine delle spiegazioni per un bambino di otto anni poteva bastare. Fino a quel momento.
Eccolo, Joseph fu il primo a vedere Dave e gli corse incontro felice.
"Ciao, zio Dave è vero che veniamo da te questa volta?"
Dave fece un cenno di assenso, sorridendo all'idea che il bambino si ricordava della volta precedente, lui aveva solo tre anni come poteva ricordare?
Tania aveva accompagnato Sam ad un convegno con Joseph, era all'ottavo mese di gravidanza. E si erano dovuti fermare in hotel, visto che la piccola Elisa aveva deciso che aveva fretta. Invece di rientrare il giorno seguente.
Ricordava come avessero riso, una volta che la piccola stava bene, per la coincidenza.
Nata lo stesso giorno di Jack, Tania ed Haley erano diventate buone amiche, ed anche tra Sam ed Hotch si era instaurato un buon rapporto.
Ma per Joseph era lo zio Dave che importava in quel momento, il suo padrino.
L'uomo si accovacciò per essere all'altezza del viso del bambino, e guardandolo bene gli disse:
"Sarete miei ospiti per tutto il tempo che la tua mamma e il tuo papà potranno restare."
"Promessa rischiosa, potremmo decidere di cercarci lavoro qui."
Tania scosse piano la testa sorridendo della battuta del marito.
"Guarda se hai esperienza in animali da soma ed esotici potresti cavartela. Forse. Tania potrebbe venire a lavorare per me, dovessi tradurre i miei libri in altre lingue mi potrebbe far comodo una tradutrice."
"Animali da soma ed esotici?"
Sam rimase per un attimo interdetto non capendo cosa volesse dire. Visto che faceva il veterinario.
Poi l'illuminazione.
Dave si riferiva ai democratici, che hanno l'asino come simbolo. Ed ai repubblicani che hanno l'elefante.
Elisa si sentiva esclusa dalla conversazione e non mancò di rivelare il suo disappunto.
"Ma io voglio tornare a casa!"
"Come di già?"
Le disse Dave sorridendo.
"No, non subito, però poi ci voglio tornare, ecco!"
Chiarito il punto ed avuta l'attenzione per se si ritenne soddisfatta.
La famigliola mise le valigie nel portabagagli della macchina di Dave e si accomodarono in auto.
La città era uno sfavillio di luci, si stava facendo sera.
L'orario migliore per ammirare le decorazioni natalizie.
Una volta a casa di Dave i bambini si addormentarono rapidamente, stanchi del viaggio.
I tre adulti rimasero alzati a chiacchierare.
Dave sapeva che diverse settimane prima Hotch era stato ospite da loro, lui e Jack erano tornati rasserenati da quel viaggio, così aveva invitato padre e figlio da loro per il giorno seguente.
E stavano parlando della reazione di Jack alla notizia.
"Gli avevano appena dato non so che regalo e venne mollato dove stava perchè doveva dire a tutti che la sua amica Elisa stava venendo a trovarlo."
"Effettivamente quei due sono un potenziale pericolo, separati sono dei piccoli terremoti, a metterli insieme ne esce un cataclisma!"
"Esagerato!"
"Jack mi ha detto che Elisa gli ha fatto un bellissimo regalo. Un ricordo della sua mamma."
Rimasero per qualche istante in silenzio.
Poi Dave proseguì.
"Un ricordo sorridente, aveva paura di dimenticarsi il suo viso ma dopo quello che gli ha ricordato Elisa sa che non la dimenticherà mai."
"Povero piccolo. Sai che non ho idea di cosa Elisa possa avergli detto?"
"Io sì."
Disse Tania.
I due uomini la fissarono aspettando che spiegasse loro il mistero.
"Mi ha spiegato che un pomeriggio stava ritirando i giocattoli nella sua cassapanca, e Jack si era come bloccato fissandola. Elisa gli ha chiesto se stava male e lui le ha detto che quando la sua mamma era morta lui era nascosto nella cassapanca. E che gli faceva venire in mente come lo aveva stretto quel giorno.
Non sono certa delle parole dette, sono due bambini di cinque anni, ma Elisa se ne è uscita a domandargli se la sua mamma non gli facesse mai mettere in ordine i giochi.
E di pensare alle volte che lo faceva con lei, invece dell'altra cosa. Me lo ha detto ieri pomeriggio quando ho detto che saremmo venuti qui, era preoccupata che Jack stesse ancora male.
Ne avrei parlato con Hotch. Ma direi che Jack lo ha già fatto."
Ecco spiegato.
"Sveglia la piccola per la sua età. Cosa sapeva della morte di Haley?"
"Solo che era successo. Probabilmente Jack le deve aver detto dettagli che noi avevamo evitato. Tipo che lui era presente."
"Hotch è riuscito ad evitare che vedesse."
"La cassapanca."
"Esattamente, era un gioco tra lui e il bambino. Lo convinse ad infilarcisi e la cosa gli salvò la vita."
Un altro silenzio scese nella casa.
Questo durò molto a lungo. Ognuno di loro aveva dei ricordi legati ad Haley.
Dave si diceva che Elisa aveva avuto un ottima idea, e che gli sarebbe piaciuto riuscire a dimenticarsi la sua voce in quell'ultima telefonata con il marito.
Sam ricordava uno stralcio di conversazione sentito mentre stava uscendo di casa, quando Aaron aveva telefonato per avvisare che sarebbe passato, Haley stava spiegando a Jack che sarebbe stato con papà.
Quasi una profezia. O semplicemente una tragica coincidenza.
Tania riviveva la loro ultima conversazione, quando Jack se ne era uscito con quella cosa del: "Io non sono arrivato tardi stavo solo aspettando Elisa." E risentiva la sua risata quando avevano compreso appieno l'uscita del piccolo.
Dave notò che Tania aveva gli occhi lucidi, ma sorrideva.
"Un buon ricordo?"
Un cenno di assenso ed una veloce condivisione.
"Ecco, un buon ricordo che copra i brutti, Elisa ha avuto un'ottima maestra."
"Speriamo che non abbia troppi brutti ricordi da coprire, ma suppongo lo speri ogni genitore."
"Sarebbe grave il contrario."
Per quella sera ne avevano avuto a sufficienza di ricordi e si andarono a coricare.
Nel passare davanti alla finestra Dave notò che stava iniziando a nevicare, sarebbe stato bello il mattino seguente vedere i bambini giocare in giardino.

E all'arrivo degli Hotchner, Joseph ed Elisa erano a tutti gli effetti impegnati nella costruzione di un pupazzo di neve, Jack venne rapidamente reclutato, però stavolta Elisa si ricordò di salutare Hotch e non solo Jack, che stesse già tenendosi buono il futuro suocero?
"Lo sai Dave a che ora mi ha svegliato questa mattina Jack?"
Domando Hotch all'indirizzo del collega.
"Prima delle sei del mattino?"
"Alle sei precise! Papà fuori nevica, è meglio se partiamo prima o facciamo tardi!"
"Previdente il piccolo."
Sam e Tania soffocarono una risata, memori della settimana che i piccoli avevano passato insieme mesi prima, pareva che se non facevano tutto insieme mancasse qualcosa al divertimento.
Eh sì che entrambi avevano i loro amichetti all'asilo, ma si vede che si sentivano particolarmente legati.
Andarono poi tutti insieme a farsi una passeggiata per Washington D.C.
Una cioccolata calda ed un sacco di vetrine decorate dopo, incontrarono Penelope, era a spasso per compere con il fidanzato Kevin.
David presentò la famiglia ai due colleghi, Sam notò il lieve imbarazzo della donna, ma non disse nulla.
Ricordava il suo cognome quando Dave aveva chiesto di cercare tracce dei suoi spostamenti.
Era stata lei a trovare l'indicazione che lui era in una stazione di servizio quando c'era stato uno degli omicidi.
Forse avrebbe dovuto ringraziarla, ma aveva il sospetto che avrebbe solo accresciuto il su imbarazzo, e si limitò a sorriderle.
Penelope ricambiò il sorriso, era sempre un po' agitata quando si trovava davanti gente su cui aveva indagato, anche se ora molto meno dell'inizio, ma Sam era particolare.
Aveva affrontato un incubo da bambino, e lei non voleva ricordare che era stato un sospettato.
Penelope doveva incontrarsi con JJ e suggerì agli altri di unirsi a loro, visto che era un sacco di tempo che nessuno di loro la vedeva.
Hotch e Dave domandarono a Tania e Sam se a loro spiaceva interrompere la gita per la città, ma loro accettarono con entusiasmo.
Sam fece anche un po' d'ironia.
"Finalmente conosco qualche vostro collega, era ora."
Dave stette al gioco.
"Uh forse ho cambiato idea!"
Si diressero ridendo in compagna degli altri, i bambini felici di incontrare persone nuove.
Jack tutto fiero di fare le presentazioni.
Anche perché JJ non era da sola, c'erano anche Will ed Henry, che dal basso dei suoi due anni scarsi venne dichiarato mascotte dagli altri tre. Emily aspettava le due amiche poco più avanti. Dave rise dicendo che mancavano solo Derek e Reid.
Emily ebbe un pensiero anche per la novellina che avrebbe sostituito JJ, ma lo tenne per se, stava ancora aspettando il permesso di Hotch di farle da supervisore e non voleva rovinare tutto insistendo troppo.
Però l'idea di David non le dispiaceva e mando un paio di sms.
Scelse un locale dove avrebbero potuto andare con i bambini, e indirizzò li gli amici.
Che li raggiunsero poco dopo.
"Ma non passiamo anche troppo tempo insieme?"
Fu l'ironica accoglienza di Dave a Spencer e Derek.
"Oh pensa e io che avevo capito che ti mancavano tanto, mi hanno mentito!"
Replicò altrettanto ironico Morgan. Sorridendo in direzione di Emily.
La gita a Washington di Sam e Tania sarebbe proseguita l'indomani.
Ma la serata con i colleghi ed amici di Dave ed Aaron permise a Sam di capire meglio quanto doveva essergli costato andare da solo da lui. Rischiando di perdere la loro fiducia, solo Aaron sapeva.
Ma lui lo conosceva da più tempo di tutti.
Dave intercettò lo sguardo attento di Sam, che gli sorrise.
Pace fatta.
Anche in silenzio.

Fine



Edited by rabb-it - 20/12/2010, 21:32
 
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rabb-it
view post Posted on 21/12/2010, 14:16




Autore:Rabb-it
Titolo:Babbo Natale e due Elfi molto speciali.
Prompt:Regali Natalizi
Rating:V
Categoria:Comica (spero)
Avvertimenti:Nessuno
Personaggi/coppia:Emily Prentiss, Jennifer Jareau, Will LaMontaigne, Spencer Reid
Spoilers:Sapete che AJ Cook è stata licenziata e forse Paget Brewster pure? Sì? Allora nessuno spoiler.
Disclaimer:Criminal Minds e tutti i soggetti presenti nella serie sono di proprietà di Jeff Davies ed Edward Allen Bernero, l'autrice della fanfiction li prende in prestito per divertimento senza scopo di lucro alcuno.
Note:Non me ne vengono in mente, le aggiungo poi?


Babbo Natale e due Elfi molto speciali



Jennifer Jareau stava dando gli ultimi ritocchi al suo costume da elfo natalizio quando squillò il campanello.
Sentì Will far entrare Emily, che la raggiunse in camera.
"Ciao, Will mi ha detto di avvisarti che Henry si è addormentato, tutto pronto?"
"Ciao, grazie mille Emily. Questo pomeriggio con i piccoli dei reparti pediatrici è molto importante mi sarebbe spiaciuto deluderli."
"Non dirlo nemmeno per scherzo, ho sempre sognato di vestirmi da elfo."
Emily estrasse il costume dalla scatola che aveva con se, ed iniziò a cambiarsi a sua volta.
Mentre lei infilava la calzamaglia verde, JJ apriva la scatola con il costume da Babbo Natale, e ci posò sopra un cuscino, portandola nell'altra stanza.
Dove incrociò Will e con un sospirò disse:
"Spero che Reid arrivi in tempo."
"Vedrai sarà qui a minuti. Ehy... quella calzamaglia è aderente nei punti giusti!"
"Will!"
Tornò da Emily sorridendo per la non troppo velata allusione del marito.
La trovò davanti allo specchio che sistemava il cappello a punta.
"Già pronta? Ma sei stata velocissima!"
"Ero curiosa di vedere come mi stava."
"Non farti vedere da mio marito."
Emily fissò l'amica, in cerca di una spiegazione.
"Diciamo che apprezza un po' troppo il fatto che le calzamaglie siano attilate."
"Ah, ma penso solo su di te."
"Lo spero per lui!"
Disse lei facendo la linguaccia all'amica.
Di nuovo il campanello, stavolta doveva essere Reid.
Le due donne rimasero ancora un pezzo nella camera, per truccarsi il viso con le guance come due pomelli di un rosso acceso per il freddo e pochi altri dettagli per terminare il travestimento ed uscirono.
Si trovarono davanti un Babbo Natale vestito di tutto punto, con il cuscino portato da JJ prima di là a rendere l'idea di una grande pancia.
Per non disturbare il sonno del piccolo sussurarono un saluto veloce alla porta socchiusa, erano già in ritardo, la strada per l'ospedale era lunga.
L'elfo alla guida faceva voltare più di un passante, ma la maggior parte non vi badava, era stagione di elfi e babbi natale quella. Babbo Natale dal canto suo pareva essere diventato muto, non aveva spiccicato una sola parola.
Emily lo stuzzicò un poco.
"Allora Babbo Natale che ne dici dei tuoi assistenti?"
"OH-OH -OH"
Gli uscì con voce cavernosa.
Emily sbarrò gli occhi.
"E quanto ti sei esercitato per un vocione del genere?"
"OH-OH-OH"
Pareva deciso a non proferire verbo. JJ sorrise davanti a tanta immedesimazione.
"Va bene tu OH-OH, noi hop-hop a consegnare i regali natalizi, abbiamo due interi reparti di pediatria affidati a noi. Ecco il primo ospedale."
Il sacco con i doni se lo caricò sulle spalle Babbo Natale, mentre JJ&Emily gli tenevano la porta aperta.
Presero l'ascensore e si trovarono davanti un grande atrio gremito di bambini.
Babbo Natale si accomodò su una sedia posizionata in un angolo ed ascolto le richieste dei piccoli, estraendo ogni tanto un dono dal sacco, mentre gli Elfi portavano altri doni ai piccoli che non potevano alzarsi dal letto, con la promessa che Babbo Natale sarebbe passato anche da loro.
Appena avesse finito di parcheggiare le renne sul tetto dell'ospedale.
I piccoli sorridevano all'idea che persino in ospedale passava il vecchio con la barba, e più grandi prendevano il regalo con l'aria furbetta di chi sa che è meglio non rovinare la festa ai più piccoli se si vuole ancora riceverne.
Poi c'era chi invece ti faceva stringere il cuore, perché non poteva magari prenderlo in mano, e ci pensava la mamma o il papà, pochi avevano presenti entrambi i genitori, ad aprirlo e a mostrare cosa era arrivato in dono.
Emily ingoiò più di una lacrima davanti a certi piccoli, sapeva che andando in ospedale avrebbe visto molte cose tristi, il suo stesso lavoro gliene faceva vedere ogni giorno.
Ed ogni giorno trovava sempre più duro farlo, quel lavoro.
JJ vide il suo stesso dolore sul volto della collega e le si fece a fianco.
"Guardali. Loro adesso sono felici e questo glielo stiamo dando noi ora, noi e quel pazzerello di Babbo Natale, guardali."
Nel frattempo il pazzerello nominato era entrato a trovare anche i piccoli degenti confinati a letto, con un OH-OH-OH che risuonva per le stanze annunciava il suo avvicinarsi.
I volti dei bimbi si illuminarono di gioia a sentirlo.
"Ha parcheggiato le renne finalmente!"
Esclamò JJ in direzione della porta, ed eccolo.
Rosso, barbuto e panciuto, un tripudio di applausi lo accolse.
Si mise tra i due elfi e le strinse a se, come a ringraziarle del lavoro svolto.
"Siete state i migliori assistenti che abbia mai avuto."
Disse Babbo Natale con la stessa vociona cavernosa di prima in macchina.
Ad Emily venne il sospetto che avesse un qualche registratore nascosto.
Rimasero ancora un poco in compagnia dei piccoli poi Babbo Natale spiegò loro che doveva andare anche da quelli degli altri ospedali.
E disse loro che li avrebbe pensati mentre stava su al Polo Nord.
Raggiunsero la macchina, Emily disse a JJ del suo sospetto.
Poche frasi preparate, un trucco alla Garcia per un vocione da oscar.
JJ disse che avrebbe verificato, ma dopo, prima i bambini poi il mistero di Babbo Natale che di nuovo perdeva la voce da solo con loro.
Di nuovo rispondeva solo con OH OH OH e la cosa iniziava ad essere irritante, fortuna che l'altro ospedale era a pochi isolati o Babbo Natale sarebbe stato in pericolo.
Nell'altro ospedale si ripetè la medesima scena, bimbi in estasi, genitori che ringraziavano gli elfi per il lavoro svolto.
Infermeri e medici sorridenti alla pantomima.
E di nuovo Babbo Natale parla, ringrazia i piccoli per i biscotti che alcuni hanno voluto lasciargli, fa i complimenti ai grandicelli per essere stati buoni - e non aver rovinato la festa ai piccoli - e abbraccia con vigore gli elfi.
Uno degli elfi lo guarda male, molto male... è una frazione di secondo, nessuno se ne accorge, tranne Babbo Natale che intercetta lo sguardo assassino, e molla la presa.
Mentre sono nell'ascensore Babbo Natale prova a giustificarsi.
"Va bene ho esagerato con quell'abbraccio, ma non volevo io..."
Stavolta la voce era normale.
"Meglio che torni agli OH-OH-OH... fidati è molto meglio che taci!"
"Ma JJ..."
"L'idea che quei bambini possano anche solo avere intuito che Babbo Natale voleva portarsi a letto uno degli elfi mi fa... venire i brividi"
"Intanto quei bambini sono troppo piccoli per aver capito una cosa del genere! E poi..."
"Fidati sei su un terreno minato è meglio se taci... dalle il tempo di calmarsi no?"
"Non è giusto non ho fatto niente di male, siamo sposati!"
"Will taci, ne parliamo a casa!"
Emily guardò la sua collega, non l'aveva mai vista prendersela in quella maniera le sembrava strano che fosse irritata per una cosa che aveva notato lei sola, poi lo vide.
Un lieve sorriso trattenuto a stento.
JJ si stava vendicando degli OH-OH-OH.
E si cucinava per bene il povero Will.
Era il suo turno di ridere ora...OH-OH-OH!
Quando arrivarono a casa trovarono Reid che leggeva una storia ad Henry, il piccolo si era svegliato e aveva preteso le sue storie preferite.
Emily disse che si sarebbe cambiata a casa sua, prese la sua borsa e disse a Spencer che gli avrebbe offerto un caffé se non era contrario alla sua religione bere caffé con un elfo.
Abbracciò JJ ringraziandola per la stupenda giornata, e le sussurrò di non esagerare con il povero BNA.
Allo sguardo di lei specificò l'acronimo: "Babbo-Natale-Arrapato."

Fine



Edited by rabb-it - 21/12/2010, 15:26
 
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rabb-it
view post Posted on 26/12/2010, 00:38




Autore: Rabb-it
Titolo:Dietro la finestra
Prompt:Tempesta di neve
Rating:V
Categoria:
Avvertimenti:occhio alle carie
Personaggi:Hotch e Jack Hotchner
Spoilers:uno... ma non esattamente.
Non è successo nella serie. L'ho immaginato io e basta.
Quindi nessuno spoiiler.

Disclaimer:Criminal Minds e tutti i soggetti presenti nella serie sono di proprietà di Jeff Davies ed Edward Allen Bernero, l'autrice della fanfiction li prende in prestito per divertimento senza scopo di lucro alcuno.
Note:Nessuna

Dietro la finestra



Una tempesta di neve in piena regola era in corso quella notte.
Fortunatamente il giorno seguente non doveva andare al lavoro, Dave e gli altri erano stati molto comprensivi, se la sarebbero cavata anche senza di lui.
Tutti sono utili, nessuno è indispensabile.
Meglio impararlo prima di farsi travolgere e perdersi.
Stava cercando di raccogliere le idee, cosa raccontare a Jack?
Erano state notti agitate quelle, era passato un anno... gli sembrava successo il giorno prima in certi momenti.
Semplicemente certe cose le assimili con il tempo, non paiono vere all'inizio.
Sembrava fosse capitato ad un altro, non a lui.
A loro.
Suo figlio aveva chiesto della sua mamma.
E a lui si era mozzato il respiro, doveva trovare la parole... quelle giuste.
Dietro la finestra il turbinio continuava indifferente.
Uno spalaneve passò in strada, il notiziario aveva allertato le persone ad uscire solo se necessario.
Niente di nuovo.
Era ancora inverno, e si sa d'inverno nevica.
Jack di fronte a lui con la sua domanda.
"Ma la mamma non torna più?"
Sapeva che il concetto della morte per un bambino così piccolo non è comprensibile, aveva sentito molti dire che sua madre se ne era andata e piano piano gli era sorto il dubbio che non volesse tornare da lui. Il termine andato è ingannevole.
Come spiegargli?
Quali parole usare per rimarginare una ferita che sanguinerà per sempre?
A volte poche gocce, a volte un fiume in piena.
Nel suo lavoro era bravo, ma come marito era stato un fallimento e come padre si sentiva lo stesso.
Posso aiutare gli altri e non so aiutare mio figlio? Diamine se ha fatto bene Haley a lasciarmi!
Le ultime parole di Haley gli risuonavano nella mente: "Diglielo che non sei sempre stato così serio, deve saperlo!"
Si abbassò e lo prese in braccio, lo tenne stretto a se.
"No Jack, la mamma non tornerà, ma vorrebbe sai? Lo vorrebbe tanto. Solo che non può. Possiamo solo ricordarla.
Ora devo raccontarti una storia."
"Sulla mamma?"
"Sì, Jack sulla mamma."
Passò così buona parte della notte, a raccontare a Jack di come avesse conosciuto Haley e a raccontare di lei.
Ad un certo punto il piccolo prese sonno e potè metterlo a dormire.
Sapeva che ci sarebbero state altre notti simili.
O giorni.
Rimase alzato ancora a lungo a guardare dalla finestra.
La tempesta si era placata, ma la fitta nevicata che ne aveva preso il posto aveva completamente coperto i marciapiedi, non c'era una sola orma a segnare il manto immacolato.
Era l'alba
Avrebbe avuto bisogno ancora a lungo della comprensione dei colleghi.

Fine

 
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rabb-it
view post Posted on 26/12/2010, 01:48




Autore:Rabb-it
Titolo:L'impossibile...
Prompt:A Natale si è tutti più buoni
Rating:V
Categoria:Oneshot
Avvertimenti:non me ne vengono in mente.
Personaggi:Il team, Erin Strauss
Spoilers:penso nessuno, avvisatemi se me ne son sfuggiti.
Disclaimer:Disclaimer:Criminal Minds e tutti i soggetti presenti nella serie sono di proprietà di Jeff Davies ed Edward Allen Bernero, l'autrice della fanfiction li prende in prestito per divertimento senza scopo di lucro alcuno.
Note:Dovevo darle una possibilità

L'impossibile...



...è solo qualcosa a cui nessuno ha ancora pensato.
"Sì va bene, ma piantala con le citazioni dotte o chiamo Reid!"
"No ti prego, è un enciclopedia di citazioni, non ce la posso fare contro di lui. Va bene mi arrendo."
"Ecco meglio. E poi non me la dai a bere anche tu non te lo aspettavi."
"Posso ricominciare con le citazioni?"
La donna rise.
L'uomo rimase per un attimo in silenzio, da che la conosceva l'aveva vista e sentita ridere molto di rado.
Da quando era tornato all'unità praticamente mai.
Altra cosa impossibile da depennare dalla lista. Ora.
"Cosa vuoi che ti dica, sarà la vicinanza delle feste, si sa: A Natale sono tutti più buoni, persino le megere come la Strauss."
"Non è vero."
"Cosa che si è più buoni o che sono una megera?"
"Mi avvalgo della facoltà di non rispondere!"
"Ottima scelta, potrei ricordarmi che sei di origini italiane e portarti del carbone il sei gennaio."
"No ecco, megera magari un poco, ma befana no dai."
"Ricordavo che eri un galantuomo. Bugiardo, ma galantuomo."
L'agente Rossi scosse il capo, ancora stupito dall'evolversi degli eventi.
Era andato a chiedere un permesso per se e per i membri della squadra, immaginando di ricevere un diniego o perlomeno svariate storie sulle migliaia di ragioni per cui non potevano assentarsi tutti insieme.
Ed invece.
Permesso accordato immediatamente.
Al che non era stato capace di trattenere il suo stupore.
Ed era stato zittito sull'ultima citazione.
Ora non era il caso di rischiare che lei cambiasse idea facendo lo spiritoso, quindi evitò di replicare alla donna.
Colse l'attimo e andò dagli altri.

Prima da Penelope.
"Conferma le prenotazioni che ti ho detto, abbiamo il permesso!"
"Abbiamo il permesso?"
"Non ci credo manco io, spicciati prima che cambi idea, va bene?"
"Volo!"

Poi da Hotch.
"Siamo liberi, vai a casa a preparare i bagagli."
"Ha dato il benestare?"
"Secondo te ti mando a fare i bagagli per farti licenziare?"

Poi raggiunse in caffetteria Reid, Prentiss e Morgan.
"Ragazzi, vi voglio pronti tra meno di due ore!"
"Ha detto di sì?"
"Le va bene?"
"Scherzi?"
Rossi stava per perdere la pazienza.
"Ma che avete tutti, vi piacciono le ripetizioni, invece di andare a sciare vi porto nella valle dell'eco."

E poi JJ.
"Pausa ragazza, piglia marito e pargolo e preparati ad un fine settimana via da... qualsiasi apparecchio radio tv e niente giornali!"
"Oh... queste sì che sono notizie!"
"Finalmente!"
"Cosa?"
"Tutti gli altri non ci credevano e mi facevano ripetere quanto detto, finalmente qualcuno che coglie l'attimo."
"Secondo te Strauss a chi ha domandato se abbiamo casi?"
Rossi si portò una mano alla fronte con fare teatrale.
"Mannaggia... dovevo arrivarci!"
"Sa che ci paghi la vacanza?"
"Sa che ho avuto un grosso assegno dal mio editore, come lo spendo non sono affari suoi."
"Ci stai facendo un grosso regalo di Natale, con questi chiari di luna."
"Niente che non meritiate. Su vai a preparare i bagagli."

Si diresse anche lui a casa, il colmo era stato che nella certezza che avrebbe detto di no, non aveva preparato lui le valige. Gli pareva impossibile. E sì che lo sapeva.
L'impossibile è solo qualcosa a cui nessuno ha ancora pensato.

Fine






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Grazie.


Edited by rabb-it - 16/12/2011, 01:00
 
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4 replies since 18/12/2010, 22:23   197 views
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