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Quando, Criminal minds

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rabb-it
view post Posted on 27/7/2010, 14:54 by: rabb-it




Capitolo 18



“Possibile? Dave Rossi è veramente passato da queste lande?”
“Smettila di fare lo spiritoso, sapevi che sarei passato.”
“No, avevi detto che forse saresti passato, ma la certezza di un tuo arrivo ce l’ho avuta solo quando ti ho visto scendere dall’automobile.”
Disse l’uomo, invitando l’amico ad entrare in casa.
“Non è stagione di caccia, cosa ti porta da queste parti?”
“Ehy, un interrogatorio? Non si può voler staccare un poco dal lavoro e passare da un amico? O a trovare il mio figlioccio? A proposito come stanno i ragazzi?”
“Stanno bene, ora sono a scuola. Anne è di sopra a riposare.”
“Non sta bene? È successo qualcosa di cui non ti andava di parlare per telefono?”
“No, sta bene, solo che questa notte sono stato chiamato una mezza dozzina di volte, ed ogni volta lei si svegliava con me. Dovrei imparare a dormire nella stanza degli ospiti quando sono di turno alla notte.”
“Ma un veterinario chiamato di notte? Credevo capitasse ai medici…o agli agenti.”
“Capita anche ai veterinari, fidati, anche se di solito non con la frequenza di stanotte, sei chiamate sono effettivamente un record.”
“Tu non sembri stanco però.”
“Tutta apparenza, in realtà sto dormendo in piedi, a proposito vuoi un caffè? Se preferisci andarti prima a cambiare la stanza è a tua disposizione.”
“Credo approfitterò un attimo del gabinetto. Tu scalda quel caffè, arrivo subito.”
E così dicendo l’uomo si diresse verso la stanza per gli ospiti che ben conosceva, avrebbe voluto chiedergli dove era stato tre giorni prima, ma sapeva che troppe domande in una volta lo avrebbero insospettito.
Se non era lui non voleva fargli capire che lo avevano sospettato.
Se era lui, non voleva nemmeno pensarci.
Si sciacquò le mani a lungo, pensando a come andare in argomento.
Scusa hai un fucile per caso? Non mi sembra l’approccio giusto.
Forse ho trovato.

Mentre David Rossi si arrovellava per trovare un modo discreto di impicciarsi della vita privata del suo amico, quest’ultimo leggeva il giornale mentre si scaldava il caffè.
Un aria seria in viso, la netta sensazione che Dave non fosse passato per caso.
Il giornale portava la data del giorno precedente, e uno dei titoli in grassetto citava.
“Finalmente qualcuno protegge i nostri bambini!”
Senti l’acqua scorrere in bagno e mise il giornale sul tavolo in bella vista.
Poi versò il caffè nelle tazze.
Ed aspettò, per vedere se la sua sensazione era pura paranoia o meno.

Continua...


Capitolo 19



“Meno male che siete arrivati.”
Furono accolti con quell’esclamazione dall’investigatore incaricato delle indagini, che li aveva chiamati appena intuito il collegamento con il precedente caso.
Non era certo la prima volta che i poliziotti locali coglievano bene l’arrivo dell’Efbiai, ma forse tanta sollecitudine nei loro confronti era più la fretta di scaricare loro la patata bollente, per molta parte dell’opinione pubblica fermare questo giustiziere non sembrava una necessità, se lo facevano i federali, la polizia locale non poteva che essergliene grata.
I malumori della gente si sarebbero dirottati su di loro e non sui poliziotti di quartiere.
Tanto sollievo pareva strano anche per un’altra ragione, chi uccideva poteva anche essere nella polizia, visto che conosceva i precedenti penali delle vittime che sceglieva.
Ma le diverse città, stando al profilo geografico su cui stava lavorando Reid, la rendevano una probabilità remota.
Ma da tenere comunque in considerazione.
I punti in comune tra le varie vittime erano la recente scarcerazione e il reato commesso, e c’erano molti modi in cui uno poteva scoprire determinati dettagli, ma il più semplice era avere accesso ai dati sui processi. Che non era cosa poi così facile se non si aveva a che fare con l’ambiente penale.
Quindi una delle probabilità vagliate era che, come nel caso di New York di sei anni prima, questo individuo avesse libero accesso a dati sensibili sui detenuti.
Troppa gente da controllare, ma contavano di scremare di molto la lista grazie ai dati raccolti da Garcia.
Il dettaglio della fucilata al collo suggerito da Hotch fece scoprire a Garcia due casi, un seria killer fermato molti anni prima da un giovane David Rossi, e un ex secondino assassinato nello stesso modo.
Il secondino aveva lavorato in un carcere minorile, ed era stato processato per molestie su minori, uscito assolto dal processo, per sospetta intimidazione dei testimoni, era stato freddato dal padre di uno dei ragazzini.
Che ora stava scontando una pena per omicidio, quindi non poteva essere lui il soggetto ignoto.
“Praticamente quel secondino era come l’aguzzino di Sleepers, gli avrei sparato anche io al posto del padre.”
“Garcia…”
“Scusa Derek, ma certe cose mi fanno andare in bestia, era evidente che i testimoni avevano paura e lo hanno assolto. Capisco il padre, non lo giustifico, ma lo capisco. Posso?”
“Va bene, ma non quando sei in vivavoce.”
“Capito.”
“Comunque è strano, salta fuori il nome di Rossi e lui non è lì con voi, Hotch cosa dice?”
“Che è andato a controllare il vecchio caso, cosa sai dirmi sulle vittime e sui parenti?”
“Tre superstiti, oh no… solo due, il primo si è ucciso pochi mesi dopo il fatto.
Un ragazzo e una ragazza, oramai adulti, pensi che Dave sia andato a controllare se erano in zona ai momenti dei delitti?”
“Tu puoi verificare?”
“E me lo domandi? Sto già cercando. OhOh…”
“Che succede?”
“L'uomo aveva un giro di conferenze per la clinica veterinaria presso la quale lavora. In tre delle città.”
“Ecco cosa è andato a controllare Dave, e la quarta.”
“No sulla quarta niente, ma non è molto lontano da dove abita, se non ha un alibi…”
“Potrebbe essere il nostro uomo, trovo strana la reticenza di Hotch e Dave a parlarne, è chiaro che è un sospettato.”
Emily fecce un cenno a Derek, ma era tardi, Hotch era entrato nella stanza ed aveva sentito le ultime frasi.
“Perché non abbiamo ancora un profilo preciso, e la persona che tu e Garcia avete trovato corrisponde solo per una parte. La sua presenza in città può essere una mera coincidenza, prima di rivangare vecchie ferite io e Dave vogliamo essere certi che… non abbia un alibi.”
A nessuno di loro sfuggì l’esitazione.
Dave non era andato solo a controllare un eventuale alibi, era anche là per arrestarlo nel caso i loro dubbi trovassero conferma.
Da solo.
“Hotch, ma è una pazzia, dov’è finito il lavoro di squadra?”
“Derek, cosa sappiamo del nostro SI? Che sa cosa sono quelli che uccide, e quando escono di prigione li va a cercare. Ora secondo te come fa un veterinario ad avere certe informazioni? Se lo scopri insieme al fatto che era nelle città allora diventa un sospettato. In caso contrario, aspetto notizie di Dave.”
“Innocente fino a prova contraria, hai ragione.”
“Esattamente.”

Continua...

Capitolo 20



“Esattamente come mai con un caso del genere in corso a meno di trenta miglia da qui, tu sei passato da me?”
Con quella frase Sam mise fine al silenzio con cui Rossi aveva reagito quando sedendosi al tavolo per bere il caffè aveva visto il giornale e il titolo ben evidente che stava in prima pagina.
Dave guardò fissò l’uomo di fronte a lui.
Non riusciva a non pensare che si erano fatti giocare da Foyet che non conoscevano, era parso solamente una vittima. E lui non voleva pensare che l’affetto che provava per il ragazzino spaventato che si ricordava decenni prima lo portasse a sottovalutare qualsiasi segnale.
Ma davanti a lui non c’era un ragazzino, c’era un uomo con una domanda.
E non aveva distolto lo sguardo da lui nemmeno per un istante.
Impossibile mentirgli.
“Esattamente per quello che pensi. Ma avrei preferito non pensassi…”
“…che mi reputeresti capace di un assassinio? Troppo tardi, era meglio se me le facevi al telefono le domande. Ti saresti risparmiato il viaggio.”
“Sam… dov’eri tre giorni fa, verso le 22.”
“Non so se devo rispondere, potrei ficcarmi nei guai in assenza di un alibi, e non immaginavo me ne servisse uno. Forse dovrei chiamare un avvocato.”
“Non sei in arresto e non sono qui in veste di agente, sono tuo amico e spero di sbagliarmi.”
“Ti sbagli. Io non c’entro niente. Tre giorni fa verso le 22 ero impegnato, ma la mia unica testimone è mia moglie, temo potrebbe non essere attendibile in quanto tale, vero?”
Un involontario sospiro di sollievo distese le spalle di Dave, si fidava, voleva credergli.
Ma aveva ragione, sua moglie come alibi non era un granché, sarebbe stato meglio se fossero stati a cena fuori, in presenza di testimoni.
Ma rimanevano le altre tre città.
“Sam, ci sono stati altri delitti.”
“Lo so ho letto il giornale, quello che mi incuriosisce e sapere come mai hai pensato a me, insomma ci saranno decine di persone che girano per le medesime città.”
“Sui giornali cosa dicono degli omicidi?”
“Uccisi con un colpo di arma da fuoco.”
“Un fucile per la precisione.”
“Uh… inizio a capire, fammi indovinare: alla gola?”
“Era meglio se non indovinavi, ma sì. Alle conferenze a cui sei stato…”
“… quando terminavano me ne rientravo a casa, niente prenotazione in albergo o altro, viaggiavo di notte.”
“Dannazione!”
“Dave? Ma credi veramente che mi sia messo a giustiziare la gente? Pensavo che un po’ mi conoscessi.”
“Sai come si dice: non si conosce mai veramente nessuno fino in fondo.”
“Dimmi che è ironia targata Rossi. Non ho ucciso nessuno, l’unico fucile che possiedo è quello che a volte dobbiamo usare per iniettare l’anestetico. E non spara da almeno sei mesi. E se posso faccio a meno di prenderlo in mano, tranne che per la manutenzione per tenerlo in funzione.”
“Io ti credo, va bene? Ma sicuramente finirai tra i sospettati, ci metteranno poco a… Sam? Che ne è stato di Julie, la hai più sentita?”
“No, ci siamo persi di vista.”
A Dave venne un colpo.
Così concentrato a pensare a chi materialmente aveva sparato, da scordarsi che erano in due e che la seconda poteva aver reagito allo stress in modo diverso.
Doveva chiedere a Penelope dove poteva essere quella donna oggi.
Vide Sam scuotere la testa.
“Che c’è?”
“Se non sono io è lei? Andiamo, ci avete fatti seguire da degli psicologi per anni, non credi che qualche disturbo si sarebbe manifestato già da un pezzo?”
“Sam, ognuno reagisce allo stress in modi e tempi differenti, e se non hai più avuto contatti non puoi sapere come sia andata la sua vita finora.”
“No, non posso, ma dubito che sia passata da pacifista convinta, che non ammazzava nemmeno le zanzare ad omicida seriale.”
“Nemmeno le zanzare? Sul serio?”
“Quasi, va bene forse le zanzare le uccideva senza pietà, ma dubito oltre. Odiava le armi, più di me.”
“Era solo una bambina, quando la conoscevi tu.”
“Non mi importa, non è stata lei.”
“Cosa ti rende tanto sicuro?”

Continua...

Edited by rabb-it - 13/8/2010, 16:03
 
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