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Quando, Criminal minds

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rabb-it
view post Posted on 24/7/2010, 16:16 by: rabb-it




Capitolo 15


“Hotch, abbiamo un problema.”
Hotch stava entrando nel suo ufficio, Dave era seduto sul divanetto all’interno, una serie di cartelline in mano, ed un aria lugubre sul viso.
“Uno solo?”
“Sai non sono sicuro che la versione umoristica del mio capo mi piaccia, proprio per niente!”
“Rientro ora da una riunione, in cui la sola bella notizia era la meritata promozione di JJ, per cui ora potremo finalmente informare gli altri, ufficialmente.”
“Cosa ti fa pensare che lo siano già in via ufficiosa?”
“Lo sai vero che non dovresti fare domande di cui non potrebbe piacerti la risposta.”
“Ma il motto da avvocato non era: Non fare domande di cui non sai la risposta?”
“Ah era una domanda retorica, non avevo colto. Qual è il problema?”
Dave ritornò serio di colpo, come se per alcuni secondi avesse scordato la ragione per cui da oltre due ore si rileggeva la serie di rapporti che mostrò al collega.

“Quattro uomini assassinati, tutti con condanne per abusi su minori adolescenti. Tutti usciti di prigione dopo la condanna da poche settimane. Nel corso degli ultimi mesi.”
“Maledizione, il classico giustiziere…”
“Forse, li uccide con un colpo di fucile alla gola.”
“Scusa ma è come… No dai non può essere.”
“Ti ricordi vedo.”
“Siamo rimasti in contatto.”
“Lo so, io sono persino andato al battesimo dei suoi figli.”
“Senti, il fatto che vengano uccisi con una fucilata non vuol dire niente. Hai fatto verificare dove stava quando ci sono stati gli omicidi?”
“Sì, non ho coinvolto Garcia per evitare domande, l’ho chiamato con la scusa di voler passare dalle loro parti, chiacchierando ho scoperto che negli ultimi mesi va via da casa per convegni. E sì, era nelle città dove si sono verificati tre dei casi. Se non ci fossero state queste coincidenze non avrei pensato che…”
“Io non riesco a crederci, dopo tutti questi anni, ce ne saremmo accorti.”
“E come? Per una visita una volta l’anno o anche meno? Comunque anche io non ci voglio credere, ma dobbiamo indagare e sai che nessuno collegherà mai… la scena del crimine primaria.”
“Era stata legittima difesa.”
“Che io ho coperto, devo sapere.”
“Troveremo il colpevole.”
“Non dare per scontato che non sia lui.”
“E tu non dare per scontato il contrario. Come lo spieghiamo agli altri?”
“Direi di non influenzarli con quello che sappiamo noi, iniziamo ad analizzare i delitti, e poi decideremo, mano a mano che le cose verranno fuori. Io andrò a trovarlo, e indagherò meglio su…un suo eventuale alibi.”
“Credi sia saggio, sa che lavoro fai. Se è lui mangerà la foglia.”
“Dopo la mia telefonata se non vado mangerà l’intero albero, devo farlo. E poi, in mia assenza sarà più facile spiegare se ce ne fosse la necessità. Mi eviterò le occhiatacce.”
“Dave, era stata la decisione più giusta vista la situazione.”
“Per chi? Per lui, o per la mia carriera?”
“Per entrambi, e lo sai.”
“No, non lo so. Sai vero che stavolta non potrai lasciare Derek fuori?”
“La settimana non è terminata, forse dovrei farlo.”
Dave si prese qualche secondo per cercare una frase che non facesse infuriare il suo capo.
“Senti, lui e Reid si sono chiariti giorni fa, deve poter tornare in attività, o chiederà di andare con un’altra unità, sicuro di voler rischiare di perdere un altro agente?”
“JJ per questa volta verrà ancora con noi, se quello che temiamo fosse vero, con i media ci servirà tutto l’aiuto possibile, si scatenerà un inferno.”
“Volendo essere ottimisti. Rimetti Derek in servizio attivo, digli che hai cambiato idea. Se ti chiede come mai, ma non lo farà, puoi sempre dire che solo gli idioti non mutano mai opinione su una cosa e tu non sei un’idiota.”
“Chi è che esagera con il senso dell’umorismo adesso?”
“Vantaggi dell’anzianità di servizio.”
Continua...

Capitolo 16


Anzianità di servizio.
Le ultime parole che aveva detto ad Hotch gli riecheggiavano nella mente.
Da diverse ore ormai. Si stava dirigendo dalla persona di cui aveva parlato con lui.
Ricordava bene quando loro due si erano incontrati.
Hotch all’epoca era un giovane che aveva lasciato la procura legale e si stava facendo le ossa nel bureau, lui era già l’agente anziano allora.
L’agente anziano con uno scheletro nell’armadio.
Di cui Hotch era venuto a conoscenza, ma aveva capito.
E gli dava ragione ora come allora, solo lui non era più tanto sicuro di meritarsela quella ragione.
A meno che…
…Non sia la ragione degli asini o dei folli e io devo solo scegliere in che categoria mettermi.
I ricordi.
Alcuni anni prima di quell’incontro lui stava inseguendo un soggetto ignoto che abusava di minorenni adolescenti. C’era una lunga scia di omicidi che portavano tutti la medesima firma.
Un maschio ed una femmina. La bambina veniva molestata, ed uccisa, il bambino solo – per modo di dire – ucciso.
Erano riusciti a capire dove si stava nascondendo, grazie alle sue ultime vittime, la bambina aveva permesso la fuga del bambino. Si era salvato. Ma lei era morta.
Lui si sarebbe suicidato tempo dopo, il senso di colpa era stato più grande dell’aiuto che non avevano saputo dargli. E la morbosità della stampa per il superstite non aveva certo aiutato.
Aveva trovato l’abitazione. Ma lui non c’era.
Lo aveva cercato nei paraggi, poi un colpo.
Era stato un singolo colpo di fucile. Si diresse nella direzione da cui proveniva lo sparo, sembrava lontano. Nella boscaglia.
Una piccola capanna, ed eccoli.
Un bambino, teneva stretta tra le braccia una bambina, impedendole di guardare dove invece lui stava fissando.
Davanti a loro un fucile a terra, dello stesso tipo che aveva lui, poco discosto un uomo si teneva convulsamente le mani sul collo cercando di fermare l’emorragia.
Ma era troppo tardi, il proiettile gli doveva aver lacerato la carotide, roteò gli occhi all’indietro e soffocò nel suo stesso sangue.
Si assicurò che i bambini non fossero feriti, la bambina credette che a sparare fosse stato lui, teneva gli occhi chiusi da prima che il suo compagno di sventura facesse fuoco. E lui le aveva poi impedito di guardare.
Dave in una frazione di secondo prese una decisione. Proteggerli.
Si prese la responsabilità della morte dell’assassino. O il merito. Erano settimane che la stampa li tormentava perché non fermavano quel folle.
Come avrebbero distrutto la vita di quei bambini con la loro morbosa curiosità sui dettagli se avessero saputo che era stato il ragazzino a sparare?
Li avrebbero aiutati lo stesso, ma senza la stampa a fare da cassa di risonanza.
Avevano bisogno di tranquillità.
Li avrebbe protetti. Lo fece. Ma non potè mai avere la certezza di non averlo fatto anche per se, per non far sapere che non era arrivato in tempo.
Se il bambino non gli avesse sparato forse sarebbe scappato ancora.
Quello gli diceva per rincuorarlo del fatto che aveva preso la decisione giusta nel fare fuoco.
I bambini andavano da uno psicologo infantile, c’erano due rapporti all’Efbiai, uno ufficiale, con la versione data da Dave e confermata dai bambini, l’altro ufficioso.
Con la versione di Dave e del ragazzino.
Quando lo psicologo gli aveva spiegato che secondo lui il ragazzo non gli diceva tutto, Dave aveva iniziato ad andarlo a trovare.
Per aiutarlo a scendere a patti con quello che era successo, per farsi dire quello di cui non voleva parlare con un estraneo. Con il tempo si era creato un rapporto di fiducia e stima reciproca, i genitori del ragazzo erano grati a Dave che aveva evitato che il figlio finisse sulle prime pagine della cronaca.
Il ragazzo era cresciuto, aveva studiato veterinaria.
La frase preferita: Più conosco l’uomo e più mi piacciono gli animali.
Hotch gli sentì dire esattamente quella frase, una volta che era passato a salutarlo, e si incuriosì.
Quando trovò il suo nome inerente a quei vecchi casi, mise alle strette il suo istruttore, sui rapporti tra di loro.
Venendo meno alla prima regola dell’Unità.
Mai farsi il profilo a vicenda.
Ma forse anche Dave aveva bisogno di sapere che non aveva sbagliato.
Voleva un altro parere.
Hotch fece il suo lavoro di profiler con discrezione, in qualità di ex-procuratore poteva essere a conoscenza di alcuni dettagli e il ragazzo, ormai un giovane uomo, non si sorprese alle sue domande.
Rispose ad Hotch, domandando in seguito a Dave come mai ci erano voluti tanti anni perché qualcun altro a parte lui gli ponesse delle domande su quella vecchia storia.
E Dave si limitò a spiegargli che l’Efbiai non ci teneva a far sapere che se non era per un dodicenne un pericoloso killer poteva essere ancora a piede libero.
La risposta lo aveva soddisfatto e non sarebbero più tornati sull’argomento.
A volte si domandava se non avesse sbagliato nel tenere i contatti, come rivangare sempre una vecchia ferita. Ma aveva visto che aveva creato un rapporto amichevole anche con Aaron, una delle persone più schive e restie al dialogo che lui conoscesse, chi si somiglia si piglia, anche in amicizia.
Poi lui aveva lasciato il bureau, era in pensione, portava il suo cane da caccia a visitare da lui, e la bozza del suo primo libro in veranda, chissà se qualcuno aveva mai notato che parlava di se in terza persona quando descriveva la fine di quel particolare SI?
Sì che lo avevano notato, e lo avevano definito un borioso pompato ed altre cose poco simpatiche.
Nessuno che pensasse che era in terza persona perché non era stato lui ad ucciderlo.
Meglio così.
Dopo le settimane di interrogatori a San Quintino, era passato a trovarli, e gli era stata messa a disposizione la stanza per gli ospiti e gli avevano chiesto se avrebbe fatto da padrino per il loro bambino.
La moglie sapeva quanto fosse importante il legame con Dave. Le aveva detto tutto.
“Non posso certo chiederle di sposarmi e tenermi un segreto del genere. Non credi?”
No, non poteva.
Aveva ragione Aaron, erano solo coincidenze la sua presenza in alcune delle città colpite dal soggetto ignoto attuale.
Deve essere così.


Continua...
 
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