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Guilty, Criminal Minds (5 serie)

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rabb-it
view post Posted on 21/3/2010, 01:58




Guilty/Colpevole



Autore: Rabb-it
Titolo: Guilty/Colpevole
Rating: G
Categoria: Introspettivo
Avvertimenti: One Shot
Personaggi: Aaron Hotchner- David Rossi
Spoilers: episodio 5x09 - 100
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, Criminal Minds appartiene alla CBS.



Se desiderate lasciare un commento, questo è il link.
Grazie.




Era seduto da un po’ su quella panca.
Jack era con la zia, lui aveva bisogno di stare da solo con lei.
Lei che riposava per sempre.
Lei che lui non aveva saputo proteggere.
Lei che gli aveva fatto promettere che a suo figlio avrebbe spiegato che non era sempre stato così serio.
Lei che… dei passi lo distolsero dal ricordo.
Infastidito alzò lo sguardo su chi si era avvicinato.

“Dave…”
“Ciao, ero passato a vedere come stavate tu e Jack e tua cognata mi ha detto dove trovarti”.
Un sospiro fu la sola concessione al fastidio di dover intavolare una conversazione.
Non aveva voglia di vedere nessuno.
Non voleva dover parlare a nessuno.
Stava ancora facendo i conti con se stesso e si era preso un permesso per poterlo fare senza rendere conto a nessuno di loro.
Ma aveva fatto i conti senza la testardaggine di David Rossi, avrebbe dovuto ricordarselo.
Non era tipo da lasciare i discorsi incompleti.
Gli aveva accennato di volersi dimettere, ed aveva letto la solidarietà nello sguardo dell’amico, ma anche altro, che lui non gli aveva permesso di dire.
Ed ora lo aveva cercato.
Lì.

“Non ho voglia di parlare”.
Sperava bastasse a chiudere il discorso, sperava di essere lasciato in pace a crogiolarsi nel senso di colpa.
Speranza vana.
“Devi solo ascoltare”.
L’uomo rimase in piedi a fianco della panca. Ed iniziò la tirata.
“Non è stata colpa tua.
Ci sono una mezza dozzina di colpevoli migliori, partendo da Shaunessy che con il suo scellerato patto lo ha lasciato indisturbato per un decennio”.
“Non mi aiuta sai? Avessi patteggiato anche io ora lei sarebbe viva!”
“Sai che non potevi farlo, hai fatto il possibile!”
“Lo so, ma non toglie che avrei potuto impedirlo”.
“E come di grazia? Scendendo a patti con un assassino? Sparandogli in fronte quel giorno che lo abbiamo catturato? Aaron…solo il tempo potrà lenire quello che provi ora, ma non puoi dimetterti.
Poi ti sentiresti in colpa per altro”.
“L’ho massacrato di botte, quando si è arreso potevo fermarmi, ma non ci sono riuscito!”
“Fammi indovinare, quando si è arreso avevate appena lottato, lo stavi ancora tenendo stretto e magari ti ha riso pure in faccia? Avevi appena visto il cadavere di tua moglie, avevi ancora nelle orecchie le sue ultime parole mentre era terrorizzata prima che lui le sparasse. Pure una persona con il tuo autocontrollo può cedere, lo hai fatto, passa oltre”.
“Non posso, mi sono comportato come una bestia, come lui”.
“Con una sostanziale differenza, tu ora stai qui a macerarti di sensi di colpa pure per la morte di quello schifoso, lui… non sapeva nemmeno cos’era il rimorso”.
“Non dovevo…”
“No, non dovevi, ma è successo e non si può tornare indietro.
Vuoi davvero essere la sua ultima vittima, e non parlo delle ferite che ti ha inferto mesi fa.
Vuoi davvero lasciare il lavoro per quello che hai fatto a Foyet? Gliela vuoi dare vinta? E Jack…”
“Jack ha bisogno di me!”
Ora Hotch guardava Dave con lo sguardo colmo d’ira.
“Lo so, e sono certo che saprai stargli accanto, ma so anche che ha bisogno che suo padre sia convinto di quello che fa, sul lavoro e fuori, e sei un profiler dannatamente bravo per rinchiuderti in qualche ufficio, ma se deciderai per quello andrà bene lo stesso, solo non farlo per Jack, fallo per te.
Se lo farai per Jack, sarà lui a sentirsi in colpa un domani.
Magari davanti alla tomba di qualcuno che tu non hai salvato, perché ti sei dimesso”.

Non gli dette il tempo di replicare, si allontanò lasciandolo solo con i suoi dubbi.
Mentre David si allontanava sentiva la rabbia che aveva provato verso l’amico scemare via, e capiva perché era stato tanto duro; una reazione, voleva da lui una reazione al posto dell’apatia che gli aveva visto scivolare addosso.
Farlo arrabbiare con lui, piuttosto che con se stesso.
Appoggiò i gomiti alle ginocchia, incrociò le mani davanti a se e rimase lì, un tempo indefinito a pensare.
Ritornò con la mente a quando aveva visto per la prima volta Haley.
1987, era entrato nell’aula dove stavano provando una recita ed era rimasto folgorato.
Una volta a casa aveva preso l’annuario scolastico e aveva scoperto come si chiamava.
Si era presentato alle prove, recitare proprio non era per lui, ma non poteva starle lontano.
Come avrebbe fatto a spiegarlo a Jack?
Aveva una promessa da mantenere, non sarebbe stato semplice, ma lo avrebbe fatto.
“Te lo prometto!”
Sussurrò un ultima volta a lei che non poteva più sentirlo, forse.

Edited by rabb-it - 16/12/2011, 01:06
 
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