JAG

Ricordi, Epilogo...di oltre cento pagine in word, siete avvisati!

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rabb-it
view post Posted on 4/11/2007, 19:34 by: rabb-it




UFFICI JAG
MATTINO PRESTO

Il tenente Dexter stava attendendo con il capitano Coats di essere ricevuto dall’ammiraglio Rabb, dovevano fargli rapporto sull’inchiesta, l’avrebbero fatto la sera precedente, ma erano rientrati tardi e l’incontro era stato rimandato per quella mattina.
L’attendente, li fece entrare, Rabb era in piedi volgeva loro la schiena e stava osservando dalla finestra il viavai di persone nel cortile antistante; i due ufficiali si misero sull’attenti, Harm ordinò il riposo e disse loro di sedersi, rimase ancora alcuni istanti voltato, poi come se la cosa gli costasse fatica si girò per ascoltarli.

Fu Jen a spiegare cosa avevano scoperto, almeno altri due ufficiali erano coinvolti, ma avevano già lasciato la portaerei per altri incarichi, pochi giorni prima dell’incidente, avevano già chiesto il loro immediato rientro e arresto, e c’era la netta impressione che quella fosse solo la cima dell’iceberg.
“Purtroppo rischiamo di vederci la cosa sfuggire di mano, poco fa ero al telefono col segretario, che vuole che la cosa venga risolta al più presto col minore polverone possibile, sapete bene che significa.”

Ray era esterrefatto, non seppe trattenersi e scavalcò Jen.

“Vuol dire che dobbiamo limitarci a perseguire chi abbiamo tra le mani….presi loro presi tutti, anche se sappiamo che il marcio sta più in alto?”
“Tenente, condivido la sua rabbia, lei non sa in questi anni volte avrei preferito non avere la responsabilità di certe scelte; purtroppo a volte bisogna accettare dei compromessi, il che non significa che le persone in questione posso dormire sonni tranquilli, se dagli interrogatori con gli ufficiali scoperti finora salterà fuori qualche nome illustre…be stia pur certo che non sarà la telefonata del segretario a fermarmi, come non ha mai fermato il mio predecessore!”
“Sì, signore!”
“Ora, per evitare che dall’alto dicano che io piloto l’indagine per il coinvolgimento di mio figlio nell’incidente, sarà meglio affidare accusa e difesa ad avvocati che non lavorino in questi uffici. Li metterete al corrente delle vostre indagini, poi passerete ad altri casi.”

Jen stava per obbiettare, ma uno sguardo attento ad Harm le rivelò che se non avesse deciso in tal senso non ci sarebbe stata nessuna indagine, il segretario doveva averlo messo con le spalle al muro, c’erano circa 300 avvocati allo JAG doveva avergli imposto di scegliere tra quelli che non avevano coinvolgimenti diretti con l’ufficio principale.

Harm diresse lo sguardo verso Ray.

“Se lei fosse ancora di stanza a S.Diego, saprei a chi affidare l’accusa, c’è qualche suo collega che si sentirebbe di consigliarmi? Mi fido del suo giudizio.”
Ray trattenne il respiro, era una grossa responsabilità quella che gli dava l’ammiraglio, ma sapeva che era anche un modo per metterlo alla prova, un buon avvocato deve saper valutare i suoi colleghi e lui nonostante avesse pochi anni di esperienza non era un novellino.

Gli dette alcuni nomi di colleghi con cui aveva lavorato, o contro i quali si era scontrato in aula, che sapeva erano noti all’ammiraglio stesso, non avrebbe lasciato una scelta simile in mano ad un tenentino fresco di nomina.
Harm prese mentalmente nota del fatto che erano i medesimi nomi di cui aveva richiesto i dossier per decidere; Mac aveva ben ragione quando gli diceva che lui e quel giovane avevano parecchio in comune.

Congedò gli ufficiali, presto avrebbe fatto sapere che decisione aveva preso in merito alle nomine, la telefonata del segretario se l’aspettava,ma il fatto di esservi preparato non voleva dire che non gli fosse seccato dover cedere le armi in quel modo.
Ma forse è meglio così, tanto i nomi illustri verranno fuori, uno su tutti quel senatore che ha appoggiato la candidatura dell’azienda incriminata…voglio proprio vedere che s’inventa per non essere costretto a mollare la poltrona! Ah come sembra lontano adesso quel brunch.

Il senatore era un certo Paul Carmichael, al brunch in questione egli aveva pronosticato ad Harm un futuro nel mondo politico, dicendogli che gli mancava solo la moglie giusta, lui gli aveva detto che non era masochista, e non si era capito se si era riferito al fatto di sposarsi o a quello di darsi alla politica.
Durante quel pranzo Harm aveva cercato, tra un ricordo di gioventù e l’altro, di sapere chi era il misterioso Shepard, la loro amicizia si era incrinata dopo che Paul gli aveva mentito, mettendo in pericolo la vita della sua collega.
Con gli anni lo aveva visto diventare man mano più importante nella scena politica, ad un certo punto aveva scelto di appoggiare un candidato alle elezioni, e da lì il suo trampolino per il Senato.
Adesso pensava che in qualche modo fosse coinvolto, sapeva che non poteva parlare dei suoi sospetti, sarebbero stati poco più che pettegolezzi, meglio attendere i nomi dalle testimonianze, poi magari era stato un caso che facesse di tutto per far accettare quella commessa alla Marina un anno fa, ma se non lo era…
Be' in quel caso penso che gli darò la lezione che si merita, e che avrebbe meritato anche anni addietro!
Si mise a leggere i rapporti che aveva sulla scrivania, negli ultimi due giorni gli si era accumulato un po’ di lavoro.

OSPDEDALE DI BETHESDA
QUEL MATTINO

Sean stava aspettando Elizabeth, lo avevano dimesso e aveva da passare un paio di settimane a casa per la convalescenza, prese in mano il diario che il fratello gli aveva portato la sera prima, era stato molto più facile del previsto parlargli di quello che era capitato tempo fa, forse avrebbe dovuto decidersi prima, ma del senno di poi son pieni i fossi.

Henry era solo sorpreso di scoprire, dopo tutti quegli anni, il motivo delle sue fughe dalla stanza di Ashley ogni volta che le leggeva il diario, ma il fatto che la cosa avesse a che fare con la morte dei suoi non lo sorprese; pregò il fratello di avere cura del diario e lo lasciò, l’orario di visita era finito da un pezzo quando si decise ad andare, senza rendersene conto avevano parlato per oltre due ore, raccontandosi aneddoti d’infanzia.

Aveva passato buona parte della notte a leggere, suo zio non era decisamente uno scrittore, ma capiva l’importanza che quel libro un po’ logoro aveva per Henry…e ora anche per lui, lesse più volte le coordinate che erano state annotate a piè di pagina per indicare il punto in cui lui per poco non era annegato, non ricordava l’episodio, o meglio ne aveva una vaga sensazione come quando credi di avere sognato; cosa sarebbe successo se sua sorella non si fosse ricordata la numerazione precisa, il tempo di andare a casa di Henry, sempre ammesso di trovare subito cosa si cercava poteva fare la differenza tra la vita e la morte per lui, doveva ricordarsi di ringraziare Ashley per la buona memoria.

Stava leggendo l’ultima pagina quando Elizabeth era arrivata.
“Ciao, sei già pronto?”
“Sì, le infermiere avevano fretta di liberarsi di me, dicono che ho amici e parenti indisciplinati che non rispettano gli orari di visita;-)”

Mentre lei guidava verso casa, lui lesse la fine dell’ultima pagina ad alta voce.

L’imbarcazione dei sei fuggiaschi sta rientrando in porto, erano state due settimane ricche di scoperte, non solo per i due bambini che avevano assaggiato la vita in mare per la prima volta, ma specialmente per i quattro adulti che per una volta erano stati soli a raccontarsi un po’ di cose, senza l’assillo del lavoro, della sveglia al mattino, i cellulari erano stati tenuti rigorosamente spenti, cosa un po’ anomala per due avvocati dello JAG, infatti appena in vista del porto li avevano riaccesi per vedere quante chiamate avevano e..bhe lo skipper aveva lasciato i comandi agli altri tante erano le chiamate a cui dovette rispondere, praticamente erano già a terra molto prima di attraccare alla darsena.
La vacanza era finita e il mondo reale richiamava a gran voce la loro attenzione.
Ci sarebbero state altre occasioni, quella era finita, ma era stata una vacanza decisamente indimenticabile.
P.T. Rabb


Elizabeth rimase in silenzio, sapeva che per Sean non era stato facile leggere quel diario.
Erano arrivati al suo appartamento, gli disse di stendersi, non era il caso di strapazzarsi appena uscito dall’ospedale, lo vide serio, e si strinse a lui.

“Vuoi parlarne?”
“Non lo so…sai leggere che pensava alle altre vacanze insieme e pensare che invece non ne abbiamo più avute, che Henry non le ha più avute!”
“Bhe era normale che scrivesse di volerne avere ancora di occasioni di stare tutti insieme, era talmente giovane, sarebbe stato strano il contrario, non credi? E poi è la prima volta che lo leggi, vero?”
“Che vuoi dire?”
“Che forse non aver mai voluto leggere quelle righe era un modo per non affrontare la loro morte, la rendeva meno vera, visto che tu di loro serbi pochi ricordi.”
“Avevo solo cinque anni…avevamo, sia io che Henry…”
“Sean, tuo zio non vorrebbe che questo diario fosse altro che un insieme di cose per ricordare una bella vacanza, era con quello scopo che lo aveva scritto, non pensava certo sarebbe diventato il libro delle fiabe di Henry ed Ashley che ha conosciuto i suoi zii solo attraverso i ricordi degli altri; non farlo diventare una cosa che non è…non tormentarti per quello che non è stato, hanno vissuto una buona vita, interrotta troppo presto, ma l’hanno vissuta e qui vi leggo di due persone felici…che vegliano ancora su di voi.”

“Hai ragione, leggi cosa scrive dello squalo…

Erin stava per entrare in acqua, quando vide una pinna in lontananza, decise di stare sulla barca, chiamò gli altri a vedere…era lungo oltre tre metri e la pelle grigia e ruvida come carta vetrata raspò la chiglia dell’imbarcazione, per alcuni secondi trattennero il respiro, poi così com’era arrivato se ne tornò nelle profondità marine. “Lo hai spaventato…” La canzonò il marito; “Ha visto che volevi dargli uno
s-piedino e si è dato alla fuga!”
Lei lo guardò male, ma sorrise:
“Molto spiritoso, sapete penso che non metterò più piede in acqua finché non mi assicurerete un porto sicuro.”
Però pochi giorni dopo si sarebbe lasciata convincere da Mac a scendere, con i due uomini di vedetta, e i bambini che di tanto in tanto dicevano “pinna a babordo”
Poi lo skipper disse loro che gridare allo squalo è controproducente…modifico a bella posta la storia del lupo…be in fondo lui era un po’ lupo di mare, anche se più che lupo a volte pareva un aquila di mare, un po’ spennata…il narratore qui presente si riferisce al ciuffo con cui il suddetto lupo di mare si presentava al mattino quando usciva dalla cuccetta; ma mentre noi ci perdiamo in divagazioni varie, uno squalo sta arrivando davvero…allarme! Fate salire le donne…ah no sono già salite….però…falso allarme erano dei delfini, lo skipper dette ordine di ripartire e andare più a nord..cosa non si fa per distogliere l’attenzione da una figuraccia, la pinna dello squalo è un po’ diversa da quella di un delfino..ma meglio non infierire, c’erano già i bambini che ridevano a crepapelle e non era il caso di dare il colpo di grazia, specialmente dal momento che pure chi scrive aveva avuto la medesima reazione dello skipper;-).

La narrazione proseguiva poi con una minidescrizione di come è fatto uno squalo, pareva che avessero tenuto una lezione di biologia marina ai due bambini.

“Davvero simpatico tuo zio; prima prende in giro suo padre poi lo salva facendolo anche con se stesso.”
“Già e tutto il libro è così, una frecciatina dietro l’altra; Henry gli somiglia non te ne lascia scappare una.”
“Anche Ashley non mi pare sia da meno…”
“Anzi è pure peggio, lei non solo non se le lascia scappare, ma le cerca pure!”
Elizabeth rimase in silenzio per alcuni secondi poi disse scherzosa:
“Mentre tu sei una povera vittima innocente, vero?”
“Ma certo, vedi uno aveva la scusa di essere il maggiore, l’altra la minore e io stavo nel mezzo…”
“Sarà, ma io ho i miei dubbi sulla tua presunzione d’innocenza, credo mi ci vorranno giorni di camera di consiglio per decidere.”
“Per me non c’è problema basta che nella camera vi sia una letto;-)”
“Eccolo qui in tutta la sua innocenza! Tenente Sean Harmon Rabb…mi stupisco di lei;-)”

Ma l’aria sul volto di entrambi raccontava un'altra storia, il diario venne riposto con cura su un comodino e….
E noi andiamo agli uffici dello JAG lasciando stare soli soletti i due innamorati, che hanno tanto da fare…
;-)

UFFICI JAG
Bud stava sistemando alcune cartelle sulla sua scrivania, un discreto bussare lo distolse dal compito, era Jen.
“Capitano, mi serve il file del guardiamarina Foster, c’è stata una riassegnazione.”
“E la cosa non è piaciuta a nessuno di voi due, vero?”
“Gli ordini non si discutono, ma no, non ci è piaciuta! Anche se so bene che l’ammiraglio aveva le mani legate, spero solo che coloro a cui affiderà l’inchiesta non si facciano spaventare dalle implicazioni legate al caso.”
“Dopo tutti questi anni, non credo che Harm, cioè l’ammiraglio, si faccia mettere nel sacco tanto facilmente, avrà già in mente le persone adatte.”
Jennifer sorrise, lei e Bud conoscevano Harm da un sacco di tempo e a volte era difficile restare obbiettivi.
“Lei lo conosce da più tempo di me, sicuramente ha ragione.”

Bud osservò la donna uscire dal suo ufficio.

Ha ragione lo conosco da un sacco di tempo, era venuto sulla SeaHawk per l’inchiesta sulla morte di un ufficiale, poi c’era stato l’omicidio di Diane Shonke, e la mia assegnazione allo JAG… accidenti ero presente al primo incontro tra l’allora maggiore Sarah Mackenzie e il capitano di corvetta Harmon Rabb Jr….

1996
PENNSYLVANIA AVENUE
WASHINGTON D.C.

Il presidente Clinton stava consegnando onorificenze ad alcuni ufficiali, tra cui c’era il capitano Rabb; alla consegna della sua medaglia, ottenuta per il salvataggio di Thomas Boone, il C.A.G. della SeaHawk, il presidente si era congratulato dicendo che con il suo comportamento egli aveva contribuito ad innalzare il prestigio dell’intera categoria degli avvocati, tra le righe Bud vi lesse un grazie personale, visto che anche Clinton era un avvocato.

Era presente l’ammiraglio che, mentre si allontanavano dal giardino della Casa Bianca, fece i complimenti ad Harm; Bud rincarò la dose, al che l’ammiraglio gli disse di non esagerare, non riteneva fosse il caso che un pilota si sentisse più importante di un ammiraglio.
“Ad una o due stelle, Signore?”

Il silenzio scese sulla sua uscita, al che si senti in dovere di dire che stava scherzando, AJ gli fece presente di stare attento a scherzare con un superiore, a meno che non volesse ritrovarsi alle Aleutine.
“Le battute sono privilegi da ammiraglio!”

Harm si rivolse a Bud domandadogli se ora era trasferito allo JAG, il giovane neo promosso tenente disse che adesso stava frequentando dei corsi serali per laurearsi; AJ aggiunse che tra breve lo avrebbe assegnato alla sezione di Harm, che rimane un poco titubante, ma l’ammiraglio proseguii, era stato un consiglio di Mag Austin prima di essere trasferita ad altri incarichi.
AJ si accorge dell’esitazione del capitano e gli chiese se non fosse d’accordo, il comandante guarda il suo superiore, poi si volta verso Bud e aprendo il volto in un sorriso dice:
“Signore, il tenente sarà un ottimo aiuto.”

A queste parole Bud riprende a respirare, il verdetto del capitano per lui contava e molto.

Arrivarono vicino a una delle limousine che li avrebbe riportati nei loro uffici, a fianco dell’auto c’era una giovane donna con l’uniforme dei marines; questa si volta ed Harm rimane di sale, è la copia di Diane Shonke, rivede il suo sorriso e per alcuni secondi rimane bloccato con il maggiore, questo il grado della donna, che ha la mano a mezz’aria, egli si riprende in pochi istanti, e le stringe la mano mentre lei la stava per abbassare.
L’ammiraglio fa le presentazioni, quando vede l’esitazione nell’uomo domanda se si conoscono già, il maggiore Sarah Mackenzie dice di no, mentre al capitano sfugge un sì, poi subito corretto, con un:
“Mi scusi maggiore, certo che non la conosco, lei mi ricorda una persona che conoscevo.”

La donna dice che forse è stata l’uniforme, ma lui le dice che la persona in questione era in Marina.

L’ammiraglio interviene dicendo che ci sarà tempo per fare conoscenza visto che lavoreranno insieme, poi aspetta per salire in auto.

Bud viene interpellato su cosa dica il protocollo riguardo al salire in auto, il giovane da sfoggio di conoscenza del manuale, spiegando a menadito che l’ufficiale più basso in grado sale per primo, per dare modo al superiore di scendere per primo una volta giunto a destinazione, ma nonostante citi bene il manuale rimane immobile a fianco della portiera, finché Harm non gli fa notare che è lui il più basso in grado, al che il tenente pare svegliarsi dal torpore e si fionda all’interno seguito dagli altri.

In auto l’ammiraglio gli ragguaglia su cosa è capitato quel mattino.
Degli uomini, forse dei marines, si erano appropriati della Dichiarazione d’Indipendenza, a loro il compito di coadiuvare le indagini con l’FBI e il ministero per chiarire l’eventuale coinvolgimento di loro uomini nei fatti.


Mentre loro parlavano due degli uomini che quel mattino avevano assaltato il furgone postale che trasportava la Dichiarazione si stavano aggirando nei pressi di un mezzo della ZNN(Rete televisiva nazionale?;-) con addosso delle giacche dell’FBI.

UFFICI JAG
PRESENTE

Bud scosse il capo, ripensando alla figura fatta all’auto, era proprio un giovane ufficiale imbranato, si era chiesto spesso come mai Harm e Sarah non lo avessero mai spedito loro alle Aleutine, poi era migliorato, ma a volte gli capitava ancora di avere delle uscite niente male, solo che ormai era un fatto assodato; lui ogni tanto parlava senza pensare, e meno male che a volte alcune sue uscite erano state utili.
Riportò la sua attenzione al lavoro che stava svolgendo, anche se un pensiero passò fugace:
Chissà cosa sta facendo ora Chegwidden


RIFUGIO

Quel mattino AJ si era alzato di buon ora, era deciso a fare una camminata, ormai aveva capito che i ricordi gli affluivano meglio quando lasciava la mente sgombra e poi solo in un secondo tempo riportava tutto sulla carta, chissà che avrebbe detto chi si sarebbe sobbarcato il lavoro di ricopiare il tutto;-).
Bud Roberts… quella volta che bagnò il naso a Webb, decisamente un buon ufficiale, se solo ogni tanto avesse taciuto….

1996
UFFICI JAG

Nell’ufficio dell’ammiraglio i nostri fanno la conoscenza con un certo Clayton Webb, era l’incaricato della sicurezza nel trasporto, vuole informazioni ed aiuto per riavere la Carta!
L’ammiraglio gli presenta gli ufficiali, egli stringe la mano a Rabb e a Mackenzie, ma ignora Roberts; inizia a descrivere l’accaduto parlando dei sospetti come dei marines, il maggiore gli fa notare che devono ancora dimostrare che erano marines, e lui le dice che erano vestiti come tali, ne avevano i mezzi e l’atteggiamento, se non lo erano lo erano stati e: “Come dite voi militari, non c’è niente di peggio di un Ex-marine incavolato!”

“O di un ex-agente della CIA!”

La donna non aveva trattenuto la risposta, guadagnandosi uno sguardo tra il sorpreso e l’ammirato dagli uomini presenti, era un chiaro riferimento ai sospetti sull’incarico del signor Webb.
Quest’ultimo prosegui dicendo che forse il fatto era riconducibile ad un gruppo che si faceva chiamare I Difensori, a cui a capo stava appunto un ex-marine un tale Matthew O’Hara.

A quel nome la donna trasalii visibilmente, Harm le chiese se lo conosceva, e lei disse che il colonnello era una sorta di leggenda nel corpo dei marines, tutti lo conoscevano, a detta di Mac fu uno dei pochi a rientrare dal Vietnam con una medaglia appuntata al petto anziché sulla bara.
In quell’istante il segnale televisivo, nell’ufficio dell’ammiraglio c’era un televisore per essere in contatto con le notizie che provenivano da fuori, venne disturbato e il colonnello O’Hara apparve sullo schermo a spiegare le ragioni del loro gesto, e lo scontento che loro provavano con l’attuale governo, che pareva avere dimenticato le parole della costituzione, etc etc…

Webb si chiese come avevano fatto a trasmettere, Bud intervenne dicendo che si doveva essere inserito nel segnale del satellite che usava la ZNN, infatti era quella la rete che era stata messa al buio durante la trasmissione su un servizio, su un furto di armi, la copertura di Webb, per coprire il furto della dichiarazione.

L’ammiraglio osservò che il colonnello era un duro, Webb lo definì un traditore che meritava la fucilazione; Mac gli chiese da quando in qua si sparava ad un americano (N.d.A.Non ad una persona, notate bene…) perché esprimeva un’opinione.

La risposta di Webb fu veemente:
“Così istiga all’anarchia! Ci sono un sacco di esaltati che non aspettano altro che ascoltare tizi del genere.”
Intervenne Rabb.
“Io non credo sia un estremista”
“Ha rubato la Dichiarazione d’Indipendenza, mi sembra un azione abbastanza estrema.”
“Io do ragione al capitano, si può trattare col colonnello”
“Trattare cosa? Una presenza gratis in TV? Mi pare l’abbia già avuta!”

Lo scambio tra di loro venne interrotto dal cellulare di webb, che si allontano di alcuni metri per parlare.

L’ammiraglio parlo con loro mentre Webb era impegnato:
“Per recuperare credibilità dobbiamo ricondurre il colonnello alla ragione, o l’intera Marina ne uscirà infangata.”
“Sì, signore.”

Era stata una risposta ad una sola voce, erano ben consci della gravità dai fatti, Webb ritornò da loro, con la conferma che era successo come diceva il tenente, alcuni uomini si erano introdotti in un furgone della ZNN e avevano trasmesso, poi aggiunse che il loro patriota aveva appena chiamato con un messaggio assai meno nobile, avrebbe ridato la Dichiarazione se il governo pagava una riscatto di mezzo miliardo di dollari.

L’ammiraglio prese atto di come Roberts avesse avuto buon fiuto, e disse che sarebbe andato con loro tre ad indagare, Bud inizio a ringraziare e stava esagerando un poco coi salamelecchi, al che l’ammiraglio gli disse di non fargli cambiare idea.
Webb obbiettò che il tenente non aveva alcuna competenza al riguardo, ma l’ammiraglio gli disse che aveva entusiasmo, e una conoscenza che si era già rivelata utile, e poi quella era la sua Marina; Webb domandò all’ammiraglio se il suo andare controcorrente dipendeva dal fatto di essere avvocato.

AJ disse che era solo un militare, Webb uscì dall’ufficio con un laconico: “Si parte tra un ora!”

L’ammiraglio parlò ai suoi ufficiali, disse di non giudicare troppo male il signor Webb, in fondo la Dichiarazione era sotto la sua responsabilità, e se non l’avesse ritrovata avrebbe passato il suo tempo a leggere gli annunci di lavoro.

Il capitano Rabb sorrise dicendo: “Sì signore.”

Ma il sorriso gli si gelò in volto quando l’ammiraglio aggiunse, notando il buonumore del suo sottoposto: “Succederebbe lo stesso a voi!”

RIFUGIO
Il capitano rimase di sale, e non solo lui;-)

AJ prosegui nella sua esplorazione, era arrivato vicino a un torrente, si sedette a riposare, e a godersi il tepore del sole, non c’era una nuvola e il cielo era di un azzurro così limpido da far pensare che fosse stato dipinto e messo lì a bella posta.
Chissà cosa accadde di preciso in quelle ore, furono concitate e convulse, con i servizi segreti da una parte e l’apparato burocratico, che noi come avvocati rappresentavamo, dall’altra.

Lasciamo AJ alle sue elucubrazioni, e torniamo a valle, nei soliti uffici, sempre pieni di attività.

UFFICI JAG
Mac stava scorrendo i dettagli di alcune cause, negli ultimi due giorni aveva lasciato molto indietro, ma adesso era meglio rituffarsi nel lavoro, anche per non pensare troppo; era ancora irritata con Harm, persino sua figlia se ne era accorta.

Ho capito che ieri, prima di partire, voleva parlarmi, ma ha lasciato perdere e io non sono riuscita a starla a sentire, ha detto che ne avremmo parlato al suo rientro, ma che razza di madre sono? Avrei dovuto essere più disponibile, so bene che lei, come suo padre, non ama molto confidarsi e avrei dovuto imparare a cogliere i momenti in cui ha bisogno di me! Certo che qualche sospetto di cosa voleva parlarmi ce l’ho, ho visto in che modo si guardano lei e Dexter e non mi era sfuggito il suo disagio quando Harm aveva parlato del suo appartamento, solo lui pareva non averlo notato! Ah quell’appartamento, mi ricordo ancora la prima volta che sono stata là….

UFFICI JAG
1996

Harm e Mac si stavano dirigendo agli ascensori, lui le chiese se aveva qualcosa da prendere a casa, lei rispose che aveva sempre una sacca pronta.
“Ecco la differenza tra voi marine e noi aviatori, io nell’auto ho solo mazze da golf; mi parlerà del suo colonnello mentre io prendo le mie cose.”

Mac si bloccò prima di salire sull’ascensore
“Cosa intende per Mio Colonnello?”

Harm fermo la chiusura delle porte con la mano e le disse che era solo un modo di dire, erano entrambi marine, aggiunse di spicciarsi che rimaneva loro solo un ora; lei gli disse che mancavano 57 minuti, lui osservo l’orologio, e poi guardò stupito la donna, mentre le porte dell’ascensore si chiudevano, erano passati effettivamente tre minuti da quando Webb aveva detto che avevano un’ora.

Da un ascensore ad un altro, ci risparmiamo il viaggio in auto per le vie di Washington, e ci ritroviamo nel pianerottolo dell’appartamento di Harm, solo che più che un ascensore quello di casa sua pareva un montacarichi.

“Però, interessante.”
“Non giudichi un appartamento dal suo ascensore.”
“Appartamento? A me sembra più un magazzino merci, non trova?”
“Bé, veramente è un po’ tutte e due.”
Mac si guardava intorno, mentre Harm apriva la porta metallica, si ritrovò dentro l’abitazione, che evidentemente il capitano stava ristrutturando, lui la invitò a servirsi delle bibite fresche che erano in frigo e andò a cambiarsi.

Lei osservò un poco la casa, guardo con attenzione una foto che stava al posto d’onore che ritraeva un uomo molto somigliante a Rabb,a parte i baffi, probabilmente il padre, che teneva vicino a se un bimbo di pochi anni a fianco di un aereo.
Con ogni probabilità, la prima volta dell’avvocato pilota vicino ad un caccia.
Mise giù la foto ed guardò il disordine da lavori in corso.
“Come definirebbe quest’arredamento?”

Harm si stava togliendo la camicia, e levando le scarpe dopo avere deposto il cappello bianco da comandante in ordine nell’armadio.
“È una questione di priorità, finire quest’appartamento sta in fondo alla lista.”

Lei aprì il frigo e trovò al suo interno una borsa termica piena di cubetti di ghiaccio e delle bottigliette di acqua e bibite, ne prese una e commentò:
“Interessante come ha utilizzato il frigo.”

Da dietro i vetri smerigliati che proteggevano la zona notte si vedeva che il comandante si stava levando i pantaloni.
“Non ho ancora avuto il tempo di collegarlo.”
“Forse deve solo attaccare la spina.”
“Mac, non ci sono prese.”
“Ha mai sentito parlare degli elettricisti?”
“Mi piace fare le cose da me, e ho la sensazione che il suo colonnello mi somigli.”

Mentre parlava e si stava infilando un paio di pantaloni puliti, si sporse con la testa dalla stanza a guardare il maggiore, che stava proseguendo il giro in cucina, forse l’angolo più ordinato della casa, dopo l’armadio in cui le divise erano sistemate in un ordine certosino.

“È la seconda volta che lo chiama il mio colonnello, e non mi dica di nuovo che è solo un modo di dire.”
Harm arrivò in cucina, con indosso i pantaloni color kaki e una maglietta bianca, teneva in mano una scatola e canticchiava: “Cubaniii”

Prese uno strofinaccio lo inumidii nel lavello e lo avvolse intorno alla scatola.
“Questo li conserverà sempre freschi.”
“I sigari cubani sono illegali.”
“Sta cercando di farmi la predica?”
“NO, semplicemente mi fa capire il suo carattere!”
“Huu, lei è veramente una dura, lo è diventata prestando servizio con O’Hara?”

Lei bevve un sorso dalla bottiglietta che aveva preso in frigo, poi rispose piccata.
“Questo non mi risulta!”

L’espressione del suo viso lasciava intuire che i suoi discorsi le stavano dando noia, mentre l’aria di lui era canzonatoria.
“Lo conosce, però!”
“È una leggenda, ogni marine lo conosce!”
“E perché la sua leggenda ha rubato al Dichiarazione d’Indipendenza? Per i soldi?”
“Mmmm, le cose materiali non sono mai state importanti per lui…”

Nel dire quelle parole si rese conto troppo tardi che aveva dato un arma in mano a quel collega un po’ troppo sveglio per i suoi gusti.
Infatti Harm divenne più serio, e visto che lei non aggiungeva altro, le puntò contro indice e medio con aria inquisitoria e le disse:
“Lei lo conosce, e non solo come leggenda!”

Poi riaprì il volto in un sorriso, non voleva litigare con la collega appena conosciuta.
Lei cercò di sviarlo.
“Ci restano solo 33 minuti.”

Lei aveva parlato senza guardare l’orologio, Harm invece lo guardò e si stupì come poco prima sull’ascensore.
“Ma come ha fatto?”
“Questione di abitudine!”
Lui andò a finire di cambiarsi, mentre la donna guardò fuori dalla finestra un elicottero della televisione stava passando sopra l’abitazione e….

…cambio di scena e vediamo un elicottero passare veloce sul deserto, dove al riparo in un anfratto due marines stanno a guardia di un elicottero, nascosto da una rete mimetica.
All’interno della grotta, il colonnello O’Hara stava guardando, con un altro uomo, le reazioni della gente durante il telegiornale, alle loro azioni. Chiedevano l’immediata restituzione della Dichiarazione, anche se ammettevano che molte cose dette dal colonnello erano vere, Washington pareva dimenticare i motivi per cui era stata scritta quella carta…

“Le vogliono bene, colonnello.”
“Non a me, ma alla Carta, avevano dimenticato cosa ci stava scritto sopra, e io gliel’ho ricordato.”
“Credo che lei sottovaluti l’effetto che il suo gesto ha avuto sulle persone.”
“No, gli Stati Uniti hanno la memoria corta, tra meno di una anno saremmo notizia dimenticata, se non continuiamo a farci sentire.”
“Non sono d’accordo, l’America sta cercando un eroe da seguire e lei lo è! Se chiederà un atto di forza contro il governo, tutti la seguiranno!”
“CAPITANO KEDDIL! Non ho trascorso trent’anni a difendere questo Paese per poi ritrovarmi a guidare una rivolta! Io voglio svegliare Washington, non dargli fuoco!”
“Con tutto il rispetto, signore, ma se raggiungiamo l’obbiettivo qual’è la differenza?”
“La differenza consiste nel fatto che il suo è alto tradimento!”
“Chiedo il permesso di congedarmi.”
“Permesso accordato!”

UFFICIO DI MAC
OGGI

Mac tornò al presente, vide Bud che si stava dirigendo nell’ufficio di Harm, era stato prezioso in quell’occasione, Webb non lo poteva soffrire…e non è che lui non gliene avesse dato motivo.
Sorrise al ricordo dell’impacciato Roberts che aveva delle uscite, magari azzeccate, ma nei tempi sbagliati.

DESERTO DI YUMA
1996

I quattro, Harm, Mac, Bud e Webb, stavano nel furgone della ZNN, dove Bud stava spiegando come aveva fatto il colonnello a usare la loro frequenza, il tecnico fu d’accordo con la spiegazione; Harm chiese a Bud come sapesse queste cose, e il giovane disse che ai corsi serali ve ne stavano di facoltativi e visto che i computer e i video lo interessavano molto, si era iscritto, il capitano borbotto qualcosa sul fatto che credeva studiasse legge, ma dall’espressione era chiaro che gli faceva piacere qualcuno a cui chiedere delucidazioni senza dover domandare a esperti CIA o altro.
Chiese se sarebbe stato possibile rintracciarlo in caso di ulteriore messa in onda, Bud disse che la banda di trasmissione sarebbe stata troppo vasta, che sarebbe stato diverso se avessero potuto usare il Rivet Joint…
A quelle parole il cronista presente, si mise a scrivere su block notes.

“Rivet cosa?”
Intervenne Webb, visibilmente alterato.
“Segreto di Stato!”

Harm suggerì di proseguire il discorso fuori, una volta all’aperto Webb disse a Bud che si era guadagnato un biglietto di ritorno, Harm disse che non aveva detto nulla di compromettente, al che l’agente insorse.
“Il Rivet Joint è un super-segreto!”

Mac intervenne in difesa di Bud.
“Non più, NewsWeek ha pubblicato un articolo dettagliato due settimane fa.”
Webb rimase irritato.
“Stiamo lavorando su quella soffiata!”

Harm chiese delucidazioni e gli venne spiegato che si trattava di un aeroplano di sorveglianza, usato nella guerra alla droga; era già in funzione e sarebbe bastato un collegamento di oltre trenta secondi per rintracciare O’Hara!
Webb fece mettere sotto sequestro il furgone e intimò di tenergli Bud alla larga, si allontanò dirigendosi all’elicottero per andare al campo operativo.
Harm disse a Bud di stare più attento a ciò che diceva, Mac suggerì di separarsi per proseguire più velocemente nelle indagini, Bud si offrì di accompagnarla, ma lei rifiutò, Harm e Bud salirono sul mezzo con Webb, ma quando Harm la vide partire, disse al pilota che era meglio se scendeva.

Fece fermare Mac e la raggiunse.
“Sta sbagliando direzione, la base è dall’altra parte”
“Non me ne ero accorta.”
“MAGGIORE! Lei sa dove si trova il colonnello!”
“Perché dovrei?”
“ORA BASTA MAGGIORE! COSA C’E’ SOTTO?”

Mac non riuscì a sostenere lo sguardo irato del collega, con un sospiro gli disse che il colonnello Matthew O’Hara era suo zio.
“Cosa, suo zio? E lei me lo ha tenuto nascosto?”
“Credevo lo sapesse da tempo.”
“Ho la faccia dell’indovino forse?” (N.d.A. Perché, hanno una faccia particolare?)
“Qualcuno lo è! Sono stata sollevata da un’indagine su un duplice omicidio, e ho i miei dubbi che sia stato a causa della mia vasta conoscenza dei problemi postali dell’Arizona!”
“Non sarà stato l’ammiraglio, lui è uno che parla chiaro! Magari il signor Webb sta facendo un gioco sporco…”
Prese in mano il telefono e fece per comporre un numero, ma lei lo fermò, gli chiese che intendeva fare e alla sua risposta che doveva avvertire l’ammiraglio lei gli chiese di non farlo.
“Perché?”
“Perché se mi chiedesse dove si trova mio zio io non risponderei.”
“Io non lo farei, l’ammiraglio sarebbe costretto ad incriminarla per disobbedienza ad un ordine.”
“E ne avrebbe tutte le ragioni; per cui la prego non lo chiami.”
“Mac, così sono io che rischio guai.”
“Finora nessuno si è fatto male, se intervengono gli uomini di Webb chissà cosa potrebbe succedere, mi dia una possibilità di risolvere la questione, posso provare a parlargli.”
“Solo se vengo con lei.”
“Impossibile, non conosco gli altri, magari crederebbero a me, ma se viene anche lei non so cosa potrebbe succedere.”
Harm ricompose il numero e attese che qualcuno rispondesse ai suoi squilli.
Lei vedendolo deciso acconsentì, ma nonostante ciò lui non mise giù il telefono, lo guardo male, poi lo senti salutare Bud e capì il bluff del collega, che le fece un sorrisetto mentre la vedeva cambiare espressione.
“Bud sei solo? Come vanno le cose?”
“in modo strano signore, Webb sta chiuso in un furgone che ha più antenne delle formiche che mi stanno tormentando.”
“Che tipo di antenne?”
“Piccole, nere e pelose…”
“BUD! Quelle del furgone!”
“Mi scusi, signore! Penso siano in grado di captare ogni segnale, dal ricognitore satellitare al timer del forno a microonde.”
“Sembra che Webb abbia trovato un posto fresco.”
“Non saprei, non mi lascia entrare.”
“Guarda il lato positivo! Così non può romperci le scatole!”

Dall’interno del furgone Webb, che stava ascoltando la conversazione dei due ufficiali, scosse il capo.

Harm terminò la conversazione dicendo a Bud che se Webb gli avesse dato noia era autorizzato a dire ce parlava a nome dell’ammiraglio.
Una volta riappeso disse a Mac che aveva ragione e che Webb la stava usando per arrivare a suo zio.
Aggiunse che probabilmente controllava le loro telefonate e che sicuramente la macchina aveva un rilevatore di posizione, era meglio cambiarla prima possibile.

UFFICIO AMMIRAGLIO RABB
Bud stava aspettando che Harm terminasse la telefonata che aveva in corso, gli venne da sorridere pensando a quando dopo una telefonata che gli aveva fatto molti anni prima si era preso gioco di Clayton Webb, la prima volta che aveva avuto a che fare con l’agente della C.I.A.

CAMPO OPERATIVO
1996

Bud stava osservando con la coda dell’occhio le sue spalle, e intanto si passava una mano con le dita aperte davanti alla faccia mentre era voltato verso il sole; Webb gli arrivò dietro e gli chiese che stava combinando, il tenente rispose che era un segreto di stato, l’agente insistette forte del suo maggior grado, che non volle provare, ma al tenente bastò la parola per spiegare…
“Vede è una tecnica particolare per cui con molta attenzione e una vista ottima è possibile vedere i satelliti in orbita, con un po’ di pazienza sarà in grado di distinguere tra gli oggetti ce si muovono nel suo raggio visivo, aerei, oggetti non identificati, palloncini…”
L’ultima parte, evidentemente ironica, l’aveva detta guardando l’agente che si era messo freneticamente a muovere la mano davanti alla faccia fissando il sole.
“Ma così si diventa ciechi!”
Al che Bud aveva scoperto le carte e gli aveva detto che infatti era un metodo stupido…e si era allontanato lasciando Webb con la mano a mezz’aria, e con la consapevolezza che si era fatto fregare da quello che lui considerava un sempliciotto e nulla più.

Nel frattempo nell’ufficio dell’ammiraglio, che stava guardandosi una partita di baseball, entrò l’attendente, Tiner, che gli disse che il colonnello era sulla ZNN di nuovo.
AJ cambiò canale e ascoltò O’Hara dire che I Difensori non avevano chiesto alcun riscatto e che quella era una bugia del governo per screditare la loro azione dimostrativa.
Il collegamento durò troppo poco per poter rintracciare il segnale, ma a sufficienza per far perdere ad AJ un HomeRun, con un gesto di stizza spense il televisore.

UFFICIO RABB
OGGI

Anche Harm spense il televisore, i giornalisti non facevano che parlare del caso che era venuto alla luce, certo che la verità venisse a galla era giusto, ma la verità che trasmetteva la stampa era spesso legata al sensazionalismo, e faceva audience che fosse coinvolto direttamente un ammiraglio il cui figlio per un pelo non era morto, degli altri tre tra piloti e radaristi coinvolti non venivano nemmeno citati, sperava che Sean non stesse guardando la tv, sapeva che si sarebbe arrabbiato quanto lui.
Parlò con Bud delle ultime decisioni, gli dette i nominativi di chi intendeva assegnare al caso in questione e gli chiese di che umore fossero i due avvocati che aveva estromesso dalle indagini.

“Bé sono seccati, puoi ben immaginarlo, ma sanno che gli ordini non si discutono.”
“Mmmm Dexter allora è già migliore di me alla sua età. Ricordo bene quante volte l’ammiraglio mi ha salvato dal cacciarmi nei guai. O abbia evitato di farmi rapporto per insubordinazione.”
“Avrebbe perso uno dei suoi migliori avvocati, se ogni volta ti avesse fatto rapporto…”
Dopo averlo detto si rese conto che era come ammettere che lui fosse un piantagrane e maledisse al sua lingua lunga…
Ma non imparo proprio mai…
“Bud, te lo ricordi che ti disse l’ammiraglio sullo scherzare coi superiori?”

La frase poteva apparire seria, ma lo sguardo ironico che l’accompagnava fece capire a Bud che anche per quella volta era salvo.
Harm sorrise dell’espressione dell’amico, quante volte se ne era uscito con topiche di quel genere, ormai non vi badava nemmeno troppo, ma era sempre divertente metterlo in crisi guardandolo torvo e osservando il suo sollievo quando lo vedeva cambiare registro.
Povero Bud, eppure a volte mi piacerebbe essere come lui e riuscire a dire quel che mi passa per la testa fregandomene delle conseguenze…

“È curioso giusto poco prima pensavo a quando AJ mi aveva proposto le Aleutine, parecchi anni fa…Adesso torno al lavoro.”
Harm pensò a quello che gli aveva appena detto Bud e rammentò che quella era stata l’occasione del suo primo incontro con Mac, lo zio Matt…..

STAZIONE DI SERVIZIO
ARIZONA 1996

Si stava avvicinando una tempesta, alla prima stazione di servizio avevano noleggiato un furgoncino, e si erano cambiati d’abito.
Harm era in canottiera e calzoncini corti.
“Questi sono tutti gli abiti che hai portato?”
“Mica sapevo che mi sarei dovuto fingere il tuo fidanzato…”
Partirono, mentre la pioggia iniziava a scendere a dirotto, una volta in strada Harm iniziò con le domande.
“Ti spiace dirmi dove stiamo andando?”
“A nord”
“Pensa a quello ero arrivato da solo!”
“Ti sto portando con me, non ti basta?”
“Alla prima occasione puoi sempre mollarmi per strada…”
Il silenzio scese nell’abitacolo, lei osservava concentrata la strada, senza dare cenno di voler conversare, ma il capitano era di un altro avviso.
“Deve essere stato un ottimo zio. Ti ha cresciuta lui?”
“Ti sbagli!”
Galvanizzato dall’avere ottenuto un accenno di risposta proseguii.
“Sto cercando di capire come mai un ufficiale dei marine sia disposto a rischiare tanto.”
“È un uomo dai forti convincimenti.”
“Parlavo ti te, maggiore.”
E nel dire questa frase aprì il volto ad un sorriso, al che la donna, che forse a colazione aveva mangiato dello yougurt, gli disse:
“Il tuo è un sorriso molto carino, e scommetto che ti fa sempre ottenere quello che vuoi, ma io non ti conosco capitano e preferisco non parlare dei fatti miei.”
Il sorriso sparì dal viso dell’uomo che parve improvvisamente perso in altri pensieri.
“Dimenticavo che anch’io non ti conosco.”
“Un altro dejavù?”
“Solo quando sento la tua voce, o guardo il tuo volto, un tuo sorriso no, perché ancora non ne hai fatto uno da quando ti conosco.”
“Trovi che io abbia qualcosa per cui sorridere? E così pare che io abbia una gemella?”
“Non più ora…”

Harm rivide davanti a se il corpo senza vita di Diane; Mac osservò l’aria affranta del collega e si pentì di averlo stuzzicato, ma non disse una parola.

Il furgone proseguiva la sua corsa nella notte.

UFFICI JAG
PRESENTE

Mac era andata in caffetteria, lì aveva sentito degli ufficiali mormorare del caso che stava per essere assegnato allo JAG del Pacifico.
Non so se sentirmi sollevata o meno, da una parte vorrei poter seguire nei dettagli che succede, ma da un'altra…mio figlio per un pelo non è morto perché un ufficiale si è venduto! Oh certo agirei contro quell’uomo anche se non vi fosse coinvolto Sean, ma la sua difesa troverebbe il modo di usare il nostro coinvolgimento, meglio se il processo si tiene lontano da qui, le informazioni le avremo in ogni caso. Siamo avvocati e giudici, sappiamo come vanno certe cose!
Con il caffè in mano andò verso l’ufficio e prima di entrare dette uno sguardo agli schermi che stavano nella sala principale, si vedevano delle riprese fatte da un elicottero stava sorvolando Red Rock Mesa….

Quella volta…niente di strano che Harm mi abbia sempre visto come un incostante, un momento gli dico che non voglio parlargli di me e poco dopo gli racconto uno dei dettagli più privati della mia vita…

RED ROCK MESA
ARIZONA 1996

Harm e Mac arrivarono nei pressi di un cartellone pubblicitario, lui lo lesse ed ironizzo sul fatto che UFO e serpenti a sonagli erano quello che aveva sempre desiderato, Mac gli spiegò che lei e suo zio andavo lì a cercare orme di dinosauro e a disintossicarsi.

Lui capì che fosse lo zio ad avere problemi, ma lei gli disse che lei era quella con un problema di alcolismo, però era da quando aveva 19 anni che non beveva.
Guardarono verso la rocca che si stagliava nel deserto.
“Come ci arriviamo lassù”
“O ci arrampichiamo o voliamo”
“Direi che è troppo buio per arrampicarci, e visto che non abbiamo le ali, faremo venire lui a prenderci.”
“E come?”

Dalla cima uno dei marines notò dei fari che lampeggiavano, lo zio di Mac riconobbe dei segnali morse, questi dicevano S.O.S SARAH.
Scesero a prenderli con l’elicottero, O’Hara chiese alla nipote chi fosse il suo prigioniero, ed Harm voltandosi vide che il maggiore gli puntava contro una pistola.

Una volta all’interno della grotta zio e nipote discussero su cosa credeva di fare con quel gesto, Mac gli chiese se davvero pensava che a Washington gli avrebbero detto “ci scusi ha ragione siamo degli sporchi burocrati.”

Mentre loro dentro discutevano due dei marine fuori, si domandavano cosa fare con il mezzo miliardo, e sospettavano che il colonnello li stesse fregando….

UFFICI JAG
PRESENTE

Bud stava uscendo dagli archivi vide Mac ferma a guardare le immagini sugli schermi, osservò cos’era che aveva attratto la sua attenzione.
Red Rock Mesa, perché ho come la sensazione che oggi io e Mac abbiamo pensato alle stesse cose?

YUMA
ARIZONA 1996

Al campo Webb si stava domandando dove diavolo erano finiti Rabb e MacKenzie, avevano detto che sarebbero andati a mangiare, ma la loro auto era ferma da un pezzo; poi all’improvviso sentirono delle voci, era un uomo che parlava dal cellulare di Rabb, stava raccontando alla sua ragazza di quel marinaio che gli aveva lasciato auto e cellulare.

Webb corse fuori a prendere l’elicottero, Bud che era all’esterno venne colto di sorpresa, ma gettò la scatola della pizza e lo raggiunse, Clayton gli disse che i suoi colleghi si erano macchiati di tradimento dato che avevano scambiato l’auto.

Bud domandò come li stavano controllando.
Egli rispose che erano privilegi da ammiraglio.
Il tenente allora spinse per entrare sull’elicottero.

“Vengo anch’io!”
“Se lo scordi!”
“VENGO!
ALTRIMENTI L’AMMIRAGLIO SAPRA’ CHE STAVATE CONTROLLANDO LA SUA SQUADRA, ALTRIMENTI COME AVRESTE POTUTO SAPERE DEI PRIVILEGI DA AMMIRAGLIO?
SECONDO L’ARTICOLO 3 DEL CODICE PENALE MILITARE PARAGRAFO SETTE E’ SEVERAMENTE PROIBITO METTERE SOTTO CONTROLLO L’APPARECCHIO DI UN UFFICIALE SENZA LE DOVUTE AUTORIZZAZIONI…”

Bud stava urlando per sovrastare il rumore del motore dell’elicottero, Webb lo bloccò perché gli stava elencando l’intero codice penale militare.
“BASTA, SALGA, MA STIA ZITTO!”

Una volta giunti alla stazione di servizio Webb interrogò l’uomo che aveva noleggiato l’automezzo, chiese da che parte fossero andati e da quanto tempo, tornò sui suoi passi inferocito come non mai, quando Bud che era rimasto vicino all’elicottero su ordine di Webb, ma aveva sentito tutto, lo fermò dicendogli che forse avrebbero dovuto sapere anche che tipo di automezzo avevano preso, per trovarli.

L’agente scornato tornò sui suoi passi, maledicendo mentalmente quell’imbranato che forse era meno imbranato di quanto lui supponesse.

UFFICI JAG
PRESENTE

Mac e Bud rientrarono nei rispettivi uffici, Harm uscì dal suo per dirigersi ad una riunione di alti papaveri, passò davanti a quegli stessi schermi, ma le immagini adesso erano diverse, facevano vedere le manovre di una portaerei che stava rientrando nella rada di un porto; quella portaerei si chiamava O’Hara, no, non era lo zio di Mac era solo una curiosa omonimia che però lo fece ripensare a quel giorno nel deserto….

RED ROCK MESA
ARIZONA 1996

Nella grotta il colonnello spiegò ad Harm che sua nipote aveva agito così perché era l’unico modo per garantire al sua sicurezza, intanto stava tagliando la corda che lo legava ad una sedia, massaggiandosi le mani intorpidite Harm disse che avrebbe tanto voluto poter credere che quello era il motivo.
“Mi creda è così! Io sono felice che Sarah sia venuta da me, ma ciò che ha fatto è stata una follia.”
“Fare follie pare un vizio di famiglia”

Ironizzò Harm
“Sì, forse è così, anche Sarah ha buttato una carriera sicura.”
“Non ancora signore, se lei riconsegnasse la dichiarazione potrei dire che il maggiore ed io abbiamo agito insieme per venirle a parlare.”
“Io sacrificherei la mia vita per mia nipote, ma non i miei principi!”
“A quali principi si riferisce? Quelli elencati alla ZNN o al mezzo miliardo?”
“Questa è una sporca menzogna per gettare discredito su di me e i miei uomini e lei lo sa.”

Harm chiese come avessero saputo del trasferimento della carta e inizio a pensare che fosse davvero una trappola di Webb, e del governo per liberarsi di noiosi scocciatori.
“Mi domando se questa cosa l’ha architettata Webb o se è stata programmata dal suo computer.”
“Webb?”
L’espressione del colonnello era perplessa, uscì all’aperto seguito dal capitano, vennero raggiunti da Mac; era l’alba O’Hara mostrò alla nipote delle impronte che aveva trovato lo scorso anno.

Harm disse che Mac aveva cercato di spiegargli che dalle orme si può ricostruire la storia dei dinosauri.
“Sì, vede queste sono impronte di un tirannosauro.”

Mac spiegò che era un carnivoro
“Mentre queste altre appartengono ad un teropodo.”

Mac stava per parlare, ma Harm disse
“La cena del tirannosauro;-)”

Il colonnello prosegui dicendo che era possibile immaginare il tirannosauro che stava inseguendo il povero teropodo; Harm intervenne dicendo che magari avevano solo fatto la medesima strada.

“È un altro modo di vedere le cose.”
“C’è sempre un altro modo, colonnello.”
“Ho la sensazione che stia per dirmi qualcosa…”
“Se posso… Lei vede la restituzione come la fine io la vedo come un inizio; Ci dia la prova che non l’ha presa per i soldi, poi un regolare processo le consentirà di spiegare il suo punto di vista.”
“E potrebbe salvare la carriera di Sarah?”
“Al diavolo la carriera, zio! Io non voglio vederti in prigione!”

Harm intervenne dicendo che se davvero era stato incastrato forse non vi sarebbe andato, certo bisognava provare che fosse tutto vero, il colonnello disse che lo era, ed Harm disse che sarebbe stato più che sufficiente per chiedere la sospensione della pena, al che il colonnello gli chiese se si stava forse offrendo di essere il suo difensore, e se sapeva a che difficoltà sarebbe andato incontro.
“Sì, signore!”
“Dove hai trovato quest’uomo Sarah?”
“In un giardino di rose, zio.”

Nel frattempo Webb e gli altri erano arrivati vicino al furgoncino usato da Harm e Mac.
Sulla rupe il colonnello dette ordine di mettere la carta sull’elicottero, ma si trovò di fronte all’ammutinamento di due dei suoi uomini, che volevano i soldi, intimarono al colonnello di pilotare l’elicottero e portarli lontano da lì; il capitano Keddyl cercò di fermarli e venne freddato, il colonnello disse che potevano uccidere anche lui se credevano che li avrebbe aiutati, e loro presero Sarah e gli dissero che sarebbe stata lei a venire uccisa.

Fecero allontanare Harm, che però quando l’elicottero si stava staccando da terra vi si aggrappò e grazie a Mac, che da dentro si mise a lottare con i due uomini, cerco di salirvi, nella lotta il contenitore della Dichiarazione cadde e si schiantò nel deserto, ma era fatto di materiale resistente e la Carta non subì danni, diverso esito ebbe la caduta di uno degli uomini, mentre l’altro veniva tramortito con il calcio del fucile da Mac, che poi andò ad aiutare Harm a salire.

“Chiedo il permesso di salire a bordo”
“Permesso accordato!”
Giorni dopo Harm e Mac erano seduti fianco a fianco a difendere il colonnello.

UFFICIO DEL SEGRETARIO
PRESENTE

La riunione era stata lunga e snervante, come tutte le riunioni di quel genere, approvarono i nomi scelti da Harm per l’inchiesta, e passarono ad altri argomenti evitando abilmente i commenti compromettenti.
Poi una volta finita la parte burocratica il segretario aveva invitato Harm a bere uno scotch, lui aveva accettato, si sentiva la gola secca, e lo stress delle giornate iniziava a pesargli.
Il segretario disse che comprendeva benissimo quali sentimenti si agitassero nell’animo dell’ammiraglio essendo anche lui padre, al che Harm ritenne di dover precisare che non era solo per suo figlio che era preoccupato, ma per tutti i membri delle forze armate che potevano venire messi in pericolo da ufficiali irresponsabili, non degni della divisa…
Temette di avere esagerato con il tono, ma vide l’uomo assentire.

“Sa ammiraglio, avevo letto molti rapporti su di lei, e sono felice di constatare che non ha perso la grinta con l’età! Non tema andremo a fondo su questa storia, non possiamo permettere che il buon nome della Marina ne esca infangato!”
“Sì, signore.”

Harm osservò bene l’uomo che aveva di fronte, tra le righe gli stava dicendo di non esagerare, che il suo passato da…domatore di leoni, come lo aveva definito una volta AJ poteva sempre dar noia.
E il termine infangare il buon nome della marina gli rammentò di quella volta che aveva sparato in aula ed era stato ripreso da AJ, e lui ebbe l’ardire di…

FULLS CHURCH
1996

Harm aveva appena ricevuto i richiami del giudice Morris e adesso era nell’ufficio di AJ, ma poco fa Bud gli aveva mostrato i risultati del laboratorio sulle pillole trovate in casa di Harridane, la cosa scombussolava la sua tesi accusatoria, ma non poteva dirlo all’ammiraglio!
“Il capitano Morris vorrebbe spedirla in Somalia, ma ho detto che se la caverebbe troppo a buon mercato!”

AJ stava praticamente gridando ad un cm dal viso di Harm, ma se l’ammiraglio aveva mangiato pesante non lo si capiva certo dall’espressione del capitano che rimase impassibile.
“Sì, signore!”
“Come diavolo le è venuto in mente di sparare in un aula di giustizia?”
“Non ho scuse, signore!”
“È PROPRIO COSì! NON HA SCUSE! L’AVEVO ANCHE AVVERTITA! RIIIPOSO!”

Harm si mise in posizione attendendo il resto della tirata.

L’ammiraglio andò a guardare alla finestra, poi quasi a se stesso, disse

“Che devo fare?”
Il capitano disse che aveva nuove informazioni e che aveva bisogno di tempo per indagare.
“Che informazioni?”
“Non glielo dirò, signore.”
“CAPITANO! Lei sta tirando troppo la corda!”
“Se gli rivelo le informazioni l’ammiraglio dovrà agire di conseguenza, pur non avendo voglia di farlo.”
“E perché non dovrei avere voglia di farlo?”
“Signore sono informazioni di cui parte della stampa approfitterebbe per insozzare la Marina.”

L’ammiraglio non seppe trattenere lo stupore, misto alla rabbia, per l’impertinenza del capitano di corvetta.
“Ora lei si assume anche l’incarico di difendere il buon nome della Marina!”
“No, signore…sì, signore, sono certo che se conoscesse le informazioni mi darebbe ragione, ma come capo della Procura Militare avrebbe l’obbligo di renderle di pubblico dominio, in veste di accusatore io non vi sono tenuto.”
“Ho capito, sono pro o contro l’accusa?”
“Ancora non lo so, è quello che devo appurare.”
“Mi auguro che lei sappia che sta facendo.”
“Anch’io signore!”
“SI TOLGA DAI PIEDI!”

Praticamente il ragazzo si era suicidato gettandosi davanti all’amico che stava sparando una raffica contro il nemico, questi aveva poi cercato di risparmiare ai genitori il dolore del sapere della sua malattia, e del fatto che piuttosto di affrontare suo padre aveva preferito morire, in seguito Harm era andato da quell’uomo e gli aveva detto la verità sulla medaglia ottenuta dal figlio di cui lui era tanto fiero, era fiero di una medaglia e non aveva saputo esserlo di suo figlio; aveva risparmiato la madre, che aveva dato una lettera del figlio ad Harm, e aveva intuito da sola cosa doveva essere capitato realmente.
Poi a casa era stato raggiunto da Mac, durante la causa erano stati ai ferri corti, ora era giunta con un offerta di pace.
La cena, hamburger per lei, cous-cous e gamberetti per lui.

CASA RABB
QUELLA SERA

Harm era arrivato a casa, sperava che Mac non avesse preparato la cena, era passato dalla rosticceria, voleva farle una sorpresa sperando di sgelare un po’ il clima che si era instaurato in casa.
Lei era in cucina, stava apparecchiando la tavola.
“Ciao, e se stasera non mangiassimo qui?”
“Ciao, non ho voglia di uscire.”
“Nemmeno io, ti ricordi che tempo fa venisti con un offerta di pace?
Casa mia era in uno stato disastroso, mangiammo sul mio letto…
Qui ho un hamburger per te, cosa avevo detto una volta?
Tutti i gruppi alimentari: amidi, proteine e ketchup…
lo so poi ci saranno delle briciole, ma prometto di passare l’aspirapolvere in ogni angolo, sali con me….”
Lei ricordava bene a cosa si stesse riferendo

1996
GIARDINO DAVANTI AGLI UFFICI DELLO JAG

Mac ed Harm erano seduti su di una panchina lei stava mangiando e lui le aveva fatto leggere la lettera che gli aveva consegnato la madre di Harridane, il soldato ucciso.
Da quella lettera traspariva l’amore del ragazzo per la madre, egli la rassicurava sul fatto di essere ben addestrato, e che semmai gli fosse capitato qualcosa in missione sperava che il padre fosse fiero di lui, era evidente il timore di deluderlo del ragazzo.
“È la tipica lettera di un marinaio.”
“Mac, questa è la lettera di un uomo che sa che sta per morire.”
“Ma andiamo! Era in procinto di compiere una missione rischiosa, era normale che temesse di perdere la vita!”
Uno schizzo di ketchup cadde sulla 24 ore di Harm che nel pulirla con un tovagliolo disse che era davvero un bell’assortimento dei principali gruppi alimentari, lei tornò a parlare della lettera ignorando il sarcasmo del collega.
“Lei ce l’ha messa tutta, ma il suo aereo precipita; se è arrivato a usare cose come questa lettera è arrivato il momento di catapultarsi.”
“Si tira l’espulsione automatica quando non c’è altro da fare.”
“Appunto!”
“Quando si arriva a usare l’espulsione ci sono ottime possibilità di lasciarci la pelle, e anche quando va bene c’è sempre qualche osso rotto!”
“Stia tranquillo capitano, lei ha delle ossa robuste. Si arrenda le manca il movente ciò vuol dire che non può vincere.”
Si alzò e rientrò negli uffici lasciando l’uomo seduto a riflettere sulle sue ultime parole.
Solo dopo Harm avrebbe saputo cosa contenevano le pillole e trovato sì il movente, ma del suicidio, aveva ritirato le accuse senza darne spiegazione, e il caso si era chiuso così senza un vincitore, ne un perdente, come Harm disse a Bud al termine della causa, il vero colpevole non lo potevano processare.

PRESENTE
CASA RABB

Sarah scosse la testa ritornando al presente, lui stava già salendo di sopra e lei si ritrovò a pensare che forse non era il caso di tenerla lunga, Harm era bravo con i compartimenti stagni, da una parte il lavoro e dall’altra la vita di casa, proprio quella volta aveva avuto il primo assaggio di come Harm in aula si sapesse comportare in modo anche estremamente aggressivo, quella mitragliata in aula poco dopo la loro chiacchierata sulla panchina era stato il top, e poi una volta fuori, la invitava a pranzo come se nulla fosse, era stata una delle loro prime cause su fronti opposti, e non le era piaciuto come si era comportata; anche se pure Harm ci aveva messo del suo a farla incavolare, quella dei proiettili di rimbalzo era stata una vigliaccata alla Rabb, per dirla in modo gentile.
Ma in fondo dentro di se sapeva che gli avrebbe perdonato qualunque cosa…sali le scale e rise nel sentire che partiva a tutto volume quella stessa musica che spesso aveva sentito andando a casa sua.

Fine quarta parte

Edited by rabb-it - 9/11/2007, 18:22
 
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7 replies since 23/10/2007, 19:53   2463 views
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