JAG

Amici e Segreti II, il seguito

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rabb-it
view post Posted on 26/10/2007, 20:26 by: rabb-it




UNA CHIESA IN VIRGINIA
UN POMERIGGIO DI GIUGNO.


Era arrivato il giorno delle nozze, Harm in alta uniforme, con i gradi di capitano di Vascello appuntati di fresco, era affascinante come sempre; Mac era semplicemente splendida, aveva un aria radiosa, Harriett che la stava aiutando negli ultimi preparativi non poteva fare a meno di fare paragoni.
È sbagliato pensare oggi al suo mancato matrimonio con Brumby, ma si vede lontano un miglio che oggi è al settimo cielo. Sono talmente emozionata per loro.

Peter stava occupandosi dei suoi doveri di testimone, ma spesso e volentieri era dalla moglie, la gravidanza di Erin procedeva bene, lei si era rimessa completamente dall’incidente occorsole due mesi prima.
Sergeij era giunto quella mattina accompagnato dalla moglie, lui e Peter avevano fatto una bella chiacchierata.

QUELLA MATTINA
AEROPORTO

Peter era andato a prendere Sergeij e Galina, erano alloggiati allo stesso albergo di lui ed Erin.
I due si incontravano per la prima volta da quando la verità era venuta a galla.
Le mogli andarono a cambiarsi, Erin armata di dizionario tascabile di Russo (ragazza previdente;-); mentre i due uomini si misero a parlare, dapprima con un po’ di imbarazzo poi via via più tranquilli. Non erano mai stati molto amici, Sergeij era anzi un po’ geloso dell’amicizia di Harm verso quel suo coetaneo che manco faceva parte della famiglia, poi col tempo aveva capito che non poteva conoscere veramente il fratello senza considerare i suoi amici, e adesso questo: in realtà Peter era suo nipote.
“Sai all’inizio ci sono rimasto male, diamine altro che caro amico, Harm è tuo padre… immagino non mi chiamerai mai zio, vero?”
“Credo proprio di no… Però a dirla tutta non credo riuscirò mai a chiamare nemmeno Harm papà.”
“Come hai potuto tenergli segreta una notizia del genere? Scusa ma non riesco proprio a capirti, io appena ho conosciuto Harm ho dovuto dirglielo chi ero…”
“Appunto tu lo avevi appena conosciuto e sapevi che era tuo fratello, io lo conoscevo da anni e non ho saputo come comportarmi… e ho fatto la scelta sbagliata.”
Forse… ma se ti dico così, mi sa che ricominci con le domande, e non ne ho proprio voglia.

“D’accordo, non parliamone più, oggi è il gran giorno. Come sta il futuro sposo?”
“Agitato, mi ha già chiesto una mezza dozzina di volte di controllare le fedi, per dirne una.
Tra meno di un’ora sarà ufficiale la sua promozione a Capitano di Vascello. Anzi speriamo che le nostre due signore siano pronte.”

“Noi siamo pronte! E voi finito di confabulare?”
“Finito, finito… Andiamo dai!”

ORE 10
PIAZZALE JAG

L’ammiraglio aveva appena consegnato i gradi ad Harm, ora capitano di vascello.
“So bene che oggi è un giorno importante per ben altri motivi, spero che questo possa essere un buon inizio di giornata.”
“Grazie signore! Di tutto.”

Harm era emozionato, sapeva che era un gradino in più nella scala delle responsabilità, se fino a quel momento si era potuto permettere dei colpi di testa, da lì in avanti sarebbe stato un incosciente patentato. Ma non poteva giurare di non ricascarci, a volte agiva d’istinto e a dirla tutta era stato il suo istinto a permettergli di arrivare fin lì.
(In un telefilm è tutto concesso, nella vita reale, un avvocato che spara in aula mi aspetto di vederlo radiato…tanto per citare un episodio.)
Terminato il lato formale, furono tutti invitati ad un piccolo rinfresco, di lì a poche ore sarebbero stati tutti insieme di nuovo, ma per un altro tipo di cerimonia.
Sergeij si avvicinò ad Harm, seguito da Peter.
“Allora fratello, sei pronto per il grande passo?”
“Passo? Quale passo?”
“Ops, è di nuovo l’amnesia? Eppure in questi giorni non ti sei eiettato”;-)
“Spiritoso… Ok niente amnesia, sono pronto…credo…”
“Harm, non scherzare. Se Mac ti sente: ti ci ficca lei nell’Atlantico, senza passare dal via.”
“Vuoi giocare a Monopoli? Adesso?”
“Fratello, mi sa che Peter ha ragione, non credo lei apprezzerebbe battute umoristiche oggi…”

“Chi è che non apprezza le battute?”
Mac era arrivata non vista da nessuno dei tre. Peter tentò un recuperò in extremis…
“Erin, non ha molta voglia di scherzare… diciamo che è colpa degli ormoni…”
“Peter come bugiardo sei peggio di tuo padre… lui, solo in aula sa fingere e anche lì ogni tanto lo colgo in castagna.”

Harm tolse il figlio dagli impicci, confessando… il segreto di Pulcinella!
“Mi arrendo, mi appello alla clemenza della corte; stavo dicendo un paio di sciocchezze per distrarre questi due dal farmi domande.”

Mac stette allo scherzo del futuro marito.
“Ci devo pensare…ora vado a prepararmi, per la sentenza dovrà aspettare il pomeriggio, veda di essere presente! E puntuale.”
“Ci sarò, colonnello!”

Serjei e Peter si erano eclissati, e visto che i nostri due ufficiali erano in un punto appartato ne approfittarono per un bacio.

Mac andò via e presto anche tutti gli altri. Harm si ritrovò solo con il suo testimone, Erin era andata con Harriett ad aiutare la sposa. Serjei era andato via con Sturgis, a farsi raccontare che avevano combinato la sera prima.
(addio al celibato, vi dico solo che stavolta non si sono fatti arrestare, anche perché volevo vedere con che faccia Harm chiamava Mac ;-)
“Dici che se l’è presa?”
“Non la conosco come te, ma credo che abbia capito che eri teso. Certo che tu…sempre a scherzare.”
“Hai con te le fedi?”
“Certam…”
Peter si interruppe, si era messo la mano in tasca per prendere gli anelli, si ferma; inizia a controllare meglio nelle tasche dei pantaloni, nella giacca… con un espressione preoccupata in volto.

Harm trasale, poi intuisce lo scherzo e gli dà uno scappellotto.
“Ma ti paiono scherzi da fare!”
“E dai Harm calmati un poco, ti devi solo sposare.”
“La fai facile tu!”

Il figlio lo guardò sorridendo.
“Certo io ci sono già stato nelle tue condizioni. Quasi tre anni fa, ricordi? Avevi da poco scoperto di Sergeij e venisti alle nozze. In ritardo, proprio nel momento in cui il pastore diceva la frase fatidica: “Se qualcuno è a conoscenza di un motivo per cui questo matrimonio non si debba celebrare parli ora o taccia per sempre…”
La porta si è aperta a me e ad Erin a momenti piglia un coccolone…”

“Se qualcuno mi gioca un tiro simile oggi, tienimelo lontano, potrei strozzarlo.”
“Ma lo sai che per essere un vegetariano sei parecchio sanguinario?”
“Sangue? E dove? Ho detto che lo strozzo, mica che lo affetto con la spada…”

Stavolta tocca a Peter trasalire.
“La spada! Harm devi cambiarti, vuoi arrivare tardi pure oggi?”
“Andiamo, il resto è tutto ok, vero?”

Peter alzò gli occhi al cielo.
“Sìiiii”

APPARTAMENTO HARM
Harm stava finendo di mettersi al divisa di gala, quella che aveva prima era quella ordinaria. (Ok forse non ha senso, avrebbe avuto la divisa di gala anche per ricevere i gradi, ma avevo bisogno di una scusa per farlo chiacchierare ancora un po’ con Peter).
“Sai ripensavo a quello che hai detto prima del tuo matrimonio; mi invitaste che ero da poco tornato dalla Russia, avevo appena conosciuto Reneè, ma non la portai con me.”
“Adesso lo posso dire: MENO MALE!”
“Non ti è mai piaciuta, come mai, tanta antipatia?”
“Non lo so, Erin dice che non mi piacciono le bionde… forse ha ragione, se penso alle mie ex, more o castane…”
“Peter ti sei sposato che non avevi ancora 22 anni quali ex?”
“Harm, ti posso assicurare che un paio di storie le ho avute pure io prima di incontrare Erin. Cioè a vent’anni… Fossi in te eviterei altre domande, anche perché mi rifiuterei di rispondere.”
;-)) “ok, lascio stare. Però mi dispiace che in quel giorno così importante io per te sia stato solo un amico, e pure un po’ distratto. Mi sembra di aver perso talmente tanto a volte…”
“Basta con questa storia! Pensa a ciò che hai e potrai avere, per i rimpianti avremo tempo quando non sapremo che fare di meglio, quindi, spero, mai!”
“Non ti facevo filosofo.”
“Ma và! Sarà lo strascico della bevuta di ieri sera.” ;-))
“Che bevuta? Ti ho visto bere solo una birra.”
“Due… ne ho bevute ben due, se rientravo alticcio adesso Erin starebbe chiedendo consigli a Mac per il divorzio…”
Harm lo guardò con stupore a sentire quella frase.
“È così inflessibile?”
“Sua sorella è su una sedia a rotelle per colpa di un guidatore ubriaco e io ieri sera guidavo… Penso che il suo astio verso gli ubriachi sia ben motivato, e poi a me non piace alzare il gomito.”
“Non sapevo della sorella. Quando è successo?”
“Quando Erin era piccola, stava camminando con sua sorella sul marciapiede quando un auto sbando e le travolse, lei se la cavo con qualche sbucciatura e un forte spavento, la sorella rimase paralizzata, e ultimamente le sue condizioni si stanno aggravando a causa di un infezione. Era in ospedale per dei controlli, quando siamo passati da Washington mesi fa.”
“Erin è la figlia minore, giusto?”
“ Sì, Erin è stata una sorpresa per i suoi, Susan ha 16 anni più di lei, mentre Stephen 12. Lei dice sempre che è cresciuta molto figlia unica per tutta questa differenza d’età.”
“Ho visto che erano molto anziani…”
“Esagerato, hanno solo passato la sessantina da qualche anno…”
“Appunto l’età di mia madre, tua nonna…”
“A proposito, non l’ho ancora incontrata da quando…che le hai detto?”
“Che ha in nipote a cui tirare le orecchie, ma di andarci piano, visto che a breve la farà diventare bisnonna.”
“Ma dai, ci sarà rimasta malissimo.”
“Non tanto, più che altro mi ha detto che le dispiaceva non avere capito che era successo quando avevo 15 anni, pensava che il mio atteggiamento fosse solo il rifiuto di accettare Frank come padre, ed era vero in fondo. L’ho dimostrato partendo l’anno dopo per il Vietnam.”
“Mi ricordo che mi avevi parlato una volta, di quando a dieci anni dalla sua scomparsa partisti alla sua ricerca.
Ora basta, se ti faccio far tardi, allora, sì che saranno guai.”
Harm capì al volo quel che Peter voleva fare: evitare che lui indugiasse coi pensieri sul padre.
Troppo tardi, ci penso da stamani, sarebbe fiero di te, nonostante le bugie, e anche di me.
Guardò il figlio, parve gli volesse dire qualcosa, poi cambiò idea.
se mi chiedeva un'altra volta le fedi, era la volta che gliele tiravo dietro.

DENTRO LA CHIESA
la sposa si prepara

Mac era splendida, le sembrava di stare sognando. In quei mesi lei ed Harm avevano scoperto che le affinità che li rendevano imbattibili sul lavoro, e che a volte li facevano discutere animatamente, erano presenti al quadrato nella vita di coppia… si completavano a vicenda.
Ma come abbiamo fatto a non dircelo, stavo per sposare un altro, persino…

“Mac, Sarah, ci sei?”
Erin la stava aiutando con Harriett, Chloe osservava divertita.

“Sì, scusa ero soprapensiero, mi dicevi?”
“Ti ho chiesto se stringe, si vedeva che eri persa, oserei dire sognante.”
“Concordo, oggi hai un aria radiosa.”
“Erin dire che era sognante è riduttivo, diciamo che stava tra le nuvole e aspettava un certo pilota…”
L’ultima a parlare era stata Chloe.

“Ma la smettete di prendermi in giro;-)) E no Erin non stringe è perfetto, però forse tu dovresti sederti, e anche tu Harriett.”
Le due donne si guardarono, poi le spiegarono la differenza tra essere incinte ed ammalate.
(Ok ho ricreato la nursery del JAG… scusate ;-)
“Va bene, va bene lo sapete voi se dovete sedervi… Erin anche tu eri agitata il giorno delle tue nozze? Non lo chiedo ad Harriett, c’ero pure io quel giorno…”
“Agitata nooo, ero elettrica, chiedi a Peter… E poi mentre il pastore sta dicendo la formula di rito sai quando arriva al momento di: “o parli ora o stia zitto per sempre”, sento spalancare la porta…ho fatto un salto, e sì che avevo la coscienza pulita…”

Le tre donne esclamarono ad una voce:
“Chi era?”
“Un ritardatario cronico, molto amico di Peter, anzi molto più di un amico…”
“Non è possibile, Harm? Lo avrete incenerito con gli sguardi…”
“Hai voglia di scherzare? Peter era raggiante, io avevo appena scoperto che era suo padre, ma se non lo sapevo lo avrei capito in quel momento. Pareva non gli importasse se veniva o no e poi quella faccia, e sì proprio non gli importava. Io glielo dicevo che era da irragionevole a non volergli dire tutto, ma lui niente; una testa dura…”
“Conosco il genere.”
“Bud mi diceva che la prima volta che lo ha visto ha pensato che dovevano essere parenti, ma non ha osato fare domande.”

Mac trasalì.
Speriamo che Bud non abbia detto ad Harriett quando e soprattutto dove lo ha incontrato la prima volta.
“Dove lo ha visto, la prima volta?”
“Ma non saprei, una delle volte che lo è passato a trovare allo JAG credo, io l’ho visto una volta sola, ma magari prima veniva più spesso.”
“Sicuramente, lui ha abitato da queste parti da ragazzo, si è trasferito a vent’anni quando è venuto per la specializzazione nell’università dove studiavo anch’io.”
“Già è vero dimenticavo come l’ho conosciuto… un ragazzo che chiede del capitano Rabb mentre stavo entrando; siamo saliti in ascensore insieme… mi ha guardato un secondo e ha sorriso, oddio Bud ha ragione…la somiglianza è evidente, hanno lo stesso sorriso” ;-))
“Ricordati che ti ha detto Peter sulle somiglianze… Però è vero anch’io un giorno ho notato questa cosa, ma lui mi ha sviata dicendo che mi ero presa un cotta per il suo amico o cercavo di farlo ingelosire…quando ho saputo la verità l’ho preso a cuscinate.”

“Che tipi questi Rabb, sempre a fingere di pensare ad altro… E noi abbiamo pure intenzione di aumentarne il numero” ;-))
“Già ma questo piccolino saprà tutta la verità, niente segreti nella sua vita. Scusa Mac c’è qualcosa che non sappiamo?”
“No, per ora non ti sta arrivando un cognato, ma l’intenzione c’è.” ;-)
“Queste sì che sono notizie, ora andiamo avanti con i preparativi, cosa dice la tradizione, qualcosa di nuovo, di usato, di blu,e di prestato; come siamo messe?”

Fu Chloe a rispondere.
“Tutto a posto. La collana è prestata, la giarrettiera è blu e usata e il vestito e le scarpe sono nuove…”
“Chissà che male questa sera quando le toglierò…”
“Colonnello, un marine non si scompone per così poco.”;-))
“Hai ragione Harriett.”
“Siamo pronte, vado a dare un occhiata agli invitati.”
“Cioè vai a vedere se un certo ritardatario conferma la sua nomea…”
“Ma no, sarà già là in attesa e starà stressando il mio povero marito con l’ansia…”
“Dici?”

Erin si diresse nell’ ingesso della chiesa, effettivamente Harm non era ancora arrivato…stava per tornare indietro quando li vide entrare.
Peter si diresse da lei.
“Cosa fai? hai dei doveri come testimone.”
“Stai bene?”
“Sì, ma da quando sei diventato un tipo ansioso?”
“Lo sai…”

Erin guardò il marito.
sono ingiusta, lui si è preso un bello spavento quel giorno. Io ero senza conoscenza e non ne serbo ricordi.
“Sto bene, non preoccuparti, sia Mac che Harriett si preoccupano che non mi stanchi in nessuna maniera, vai ora.”
“Va bene, a dopo.”

Peter torno a occuparsi delle ultime cose. Tra pochi minuti Sarah MacKenzie sarebbe diventata ufficialmente la signora Rabb.
L’ammiraglio accompagnò Mac all’altare, il pastore iniziò con la formula del rito.

Alla frase: “se qualcuno è a conoscenza etc etc”
Mac osservò Harm in modo strano, poi sorrise.
Harriett capì a cosa stava pensando, e sorrise a sua volta guardando Peter che si fece pensieroso.
come mai questi sorrisi? Io ed Harm eravamo soli quando ne abbiamo parlato…
Poi guardò la moglie e capì
ne ha parlato anche lei… bella questa…

Stavolta nessuno spalancò la porta della chiesa, e tutto filo liscio, fedi comprese.
Uscendo dalla chiesa i due neosposi passarono sotto le spade alzate dai colleghi diretti da un Bud che rendeva così il favore fatto da Harm in occasione del suo matrimonio.
Harm e Mac non andarono in viaggio di nozze, visto che per lavoro erano sempre in viaggio decisero di passare il tempo della licenza a godersi la reciproca compagnia nella loro casa.

IL GIORNO DOPO
UFFICI JAG

Tiner stava sistemando delle carte, doveva passare le consegne a Coats; sperava di tornare presto al JAG laureato.
L’ammiraglio lo chiamò all’interfono.
“Tiner mi chiami il capitano Turner.”

Sturgis arrivò subito.
con Harm e Mac assenti, ci dovrà essere una rassegnazione dei casi, chissà che mi aspetta.
“Signore!”
“Comandante Turner, penso sappia cosa la aspetta in questi giorni. Per fortuna è da tempo che il colonnello ha quasi solo incarichi come giudice, i suoi casi sono già quasi tutti assegnati ad altri, ma per Rabb è diverso.”
“Sì signore. Lo immagino, ma non penso ci saranno problemi.”
“Conto su di lei e sul tenente Roberts, l’assenza di due ufficiali, per quanto bravi, non può e non deve modificare la qualità del nostro lavoro. Ho già del lavoro per voi. Il capitano di corvetta Griff Turcotte di stanza sulla Coral Sea ha abbattuto degli aerei nemici e il governo intende assegnargli una promozione, lei e il tenente dovrete indagare sul passato del capitano, per quanto eroe di guerra prima di dare onorificenze dobbiamo accertarci che nella sua vita non vi siano pecche.”

Sturgis ebbe un commento sul nome.
“Turcotte, ho già sentito questo nome.”
“Era istruttore di volo a Whithing Field, mi aspetterei che se lo ricordi il capitano Rabb, non lei?”
“Ecco dove l’avevo sentito, dal capitano.”
“Capisco.”
(Non so cosa abbia capito, ma va bene lo stesso; al capo del JAG si può concedere di restare sul vago.)
Sturgis andò nell’ufficio di Bud per accordarsi, sul da farsi.
“Il nostro primo caso è un inchiesta, mi piace poco spulciare nella vita privata di un collega.”
“Anche a me, ma d’altra parte è uno dei nostri compiti. Ho qui il suo stato di servizio, impeccabile, non c’è che dire; pare che i piloti che sono passati sotto di lui quando era istruttore si siano tutti distinti per l’ottimo livello di preparazione. E pure quelli che ha bocciato ne parlano bene.”
“Già un tipo deciso, che sa farsi rispettare dagli allievi. Mi pare che Harm avesse avuto la moglie del capitano come compagna di squadriglia, anni fa.”
“Il tenente Summers? È stata sua allieva? Mi sa che dovremmo verificare questa cosa, mi spiacerebbe che qualcuno facesse illazioni poco simpatiche.”
“Paura di un altro Rowan?”
“No, ma che qualcuno abbia da ridire su un futuro capitano di fregata sì. Guarda una compagna di corso del tenente Summers è proprio il tenente Stevens, non era allieva di Turcotte, però magari sa dirci qualcosa.”
“Ottima idea, magari ci chiarisce com’erano i rapporti tra allieva e istruttore. Ci pensi tu? Io mi dedicherò al resto dei controlli.”
“Va bene, col tenente parlo io.”

Bud si recò dalla Stevens. Che a sentire dei dubbi di Bud non riuscì a trattenere un moto d’ira.
“Ma è assurdo, Griff, mi scusi, il capitano Turcotte, non voleva le donne a pilotare i caccia, se corre dei rischi dovrebbe essere per il suo atteggiamento nei confronti del tenente Summers, allora guardiamarina, e non per la loro relazione. Sono sposati da anni, ormai, lo sa che anche il tenente Summers è in missione? Ovviamente su di un'altra portaerei.”
“Ne sono a conoscenza, il fatto è che la stampa potrebbe interpretare male il fatto che fosse l’istruttore della sua attuale compagna e sa come fanno i media.”
“Posso parlare liberamente?”
“Certo!”
“Le racconto come sono andate le cose, poi giudichi lei.”

WHITHING FIELD
1990

Tre neo promosse da Annapolis erano in attesa di assegnazione per la scuola di volo.
Ovviamente sono Kate Summers, Jessica Stevens, e Stephany O’Donnell.
Kate era la più motivata del gruppo, la leader indiscussa.
“Ma ci pensate finalmente siamo alla scuola di volo, ora sarà ancora più dura, ma noi non molleremo, ci sosterremo a vicenda come abbiamo fatto in questi 4 anni di accademia.”
“Giusto una per tutte…”
“Tutte per una ;-)) Chissà che istruttore avremo, ho sentito dire che metà degli allievi piloti non passa questa selezioni, e molto dipende anche da come ci si trova col proprio istruttore.”
“Visto il basso numero di donne che riesce ad accedere a questi livelli, penso che troveremo una strada in salita, e pure ripida…”
“Non scoraggiatevi ragazze, siamo in gamba ce la faremo.”
La altre due non poterono che acconsentire davanti a tanto entusiasmo!
“Giusto!”

Un istruttore sentite le loro frasi, volle rassicurarle.
“Tranquille, in questa scuola ci sono i migliori istruttori, della marina, arrivano tutti da Miramar. L’unico inconveniente può essere dato da chi non ama particolarmente l’idea delle donne in combattimento, ma sta a voi fargli cambiare opinione.”
“Concordo, se mi capita un istruttore misogino, gli darò filo da torcere finché non si ricrederà. Piacere io sono Kate Summers.”
“Piacere mio, tenente Driscoll.”

Videro l’istruttore allontanarsi, c’era un allieva che lo aspettava per il suo volo. Guardando la tensione sul volto della ragazza il trio senti un nodo alla gola.
Vennero assegnati gli istruttori, il giorno seguente avrebbero avuto il primo briefing.
Poche ore dopo venne data comunicazione di un incidente di volo accaduto sopra Pensacola, il volo del tenente Driscoll con l’allieva era finito in tragedia, il traffico aereo sopra la base era caotico e un errore dell’allieva era stato sufficiente per scatenare il disastro, quattro vittime due aerei distrutti, e il punto di vista di chi non voleva le donne a pilotare i caccia rafforzato…

La mattina dopo Kate si presentò a rapporto dal suo istruttore, Jessica e Stephany ne avevano un altro; dalla sua espressione lei capì subito che l’uomo che aveva davanti non era della stessa pasta di Driscoll, infatti il tenente Turcotte riteneva che una donna potesse fare molto in marina, ma non pilotare caccia, e la morte del suo caro amico il giorno prima aumentava il suo risentimento.
“Guardiamarina Summers a rapporto signore.”
“Bene, iniziamo a vedere se non soffre di mal d’aria.”
“Sì, signore.”

Il tenente intendeva far durare quel primo test il meno possibile, quella volta l’allieva si sarebbe limitata a salire sull’aereo e a prendere dimestichezza con il mezzo, di lezioni teoriche ne avevano già avute molte era ora di iniziare con la pratica, ossia un atterraggio.
Solo che un istruttore può rendere la vita molto dura ad un novellino, magari esagerando un poco con l’accelerazione per raggiungere l’altitudine, cosa che un pilota deve saper affrontare, ma magari la prima volta sarebbe meglio avvisarlo di ciò che lo aspetta.
Ma Griff non aveva fatto i conti col carattere di Kate, se anche si era sentita male, era riuscita a tenere duro, e scendendo dall’aereo era un sorriso di gioia, per non avere avuto conati di vomito, come aveva sentito raccontare dagli altri, quello con cui accolse un freddo tenente che sperava di vederla distrutta.
“Come è andata?”
“Un 1.9, non ha compiuto un atterraggio disastroso, ma non mi pare meriti di più. Troppa indecisione.”

Kate sapeva che con altri due voti sotto il 2.2 poteva dire addio alla carriera, ma sentiva che sarebbe riuscita a recuperare.
I giorni passarono e le sue compagne le furono vicine come promesso, il Turco come oramai soprannominavano Griff, le stava rendendo la vita dura, ma lei teneva duro, e visto che era brava era pure riuscita a strappargli un 2.3, ma ora l’aspettava la prova più dura, il volo a Pensacola.
Mentre si avvicinavano alla base, la tensione per Griff divenne quasi insostenibile, c’erano decine di aerei in attesa del permesso di atterrare che riempivano il cielo pareva un ingorgo autostradale, con le debite proporzioni, all’improvviso un aereo sfreccio loro vicino, troppo vicino.

Per Griff fu la goccia che fece traboccare il vaso.
“Rientriamo, non sei nemmeno capace di stare all’altitudine consentita.”
“IO ERO ALLA ALTITUDININE CHE MI HA INDICATO LA TORRE DI CONTROLLO, SONO LORO CHE HANNO SBAGLIATO.”
“Ho detto rientriamo.”
“Sì, signore.”

A terra le mise un 1.8 come valutazione, ma Kate questa volta sbottò.
“No signore, intendo appellarmi, lei non ha il diritto di darmi una valutazione simile senza avere controllato prima che cosa dice la torre di controllo dell’altro aereo. Mi rifiuto di farmi buttare fuori perché lei fa dei paragoni con altre situazioni!”
“Vedremo.”

Il superiore di Griff, fu d’accordo con Kate, anche perché la torre di controllo aveva confermato l’errore dell’altro pilota, e poi parlando col tenente si era reso conto che lui stesso ammetteva che il guardiamarina Summers era un ottimo elemento.
Rifecero il test, questa volta Griff era più calmo, iniziava a piacergli il piglio deciso di quella donna, senza saperlo Kate stava modificando le prospettive del tenente.
Se non avesse lottato per se stessa di sicuro, non avrei cambiato opinione, ma il modo con cui mi ha tenuto testa e il fatto che è davvero brava; bè se non rivedessi le mie opinioni sarei uno stupido.
“Guardiamarina ritengo di avere sbagliato a giudicarla all’inizio, lei ha le mani.”

Kate si inorgoglì, il termine avere le mani, per un pilota voleva dire sapere tenere l’aereo. E viste le settimane precedenti non si aspettava davvero quel complimento.
Al suo rientro la aspettava una brutta sorpresa, Jessica era stata bocciata.
“Ma come mi dicevate che andava tutto bene.”
“Era che tu avevi già tanti problemi con il tuo istruttore. Pare che per lei sia troppo duro. Intende andare alla scuola per ingegneri, secondo il nostro istruttore, potrebbe aspirare a fare l’ingegnere collaudatore, visto che nella teoria era la migliore. Ma Temo che a casa e renderanno le cose difficili…si aspettavano che diventasse pilota…”
“Ce la farà.”

A fine corso le vennero consegnate le ali, e la sua prima assegnazione, ma in quelle settimane prima della partenza lei e Griff avevano scoperto di essere innamorati, erano insieme sulla spiaggia.
“Sarà dura, non vederci per tutto questo tempo, ma ognuno sa cosa sta facendo l’altro.”
“Già, chissà come sarà sulla portaerei, avrei voluto che Jessica e Stephany fossero venute con me.”
“Vedrai che te la caverai, Stephany ha avuto l’assegnazione a Miramar in quanto è stata la migliore del corso, ma scommetto che presto pure tu farai un giretto da quelle parti. E Jessica vedrai saprà farsi valere.”
“Oh, sì! Ho tutta l’intenzione di andarci, ma prima l’incarico sulla SeaHawk.”
“Troverai degli ottimi piloti, fatti dare consigli, ma non dare mai l’impressione che li pensi superiori, ci mettono un secondo a metterti i piedi in testa.”
“Perché io ti sembro una che se li lascia mettere?”
“No, ma nel caso, ricordati che io ne ho addestrati alcuni, li conosco…”
“Dimmene uno da cui posso imparare.”

Griff si prese qualche istante per pensare, poi tirò fuori un nome.
“Harmon Rabb Jr, ho volato con lui mesi fa, è in gamba, ma non dirgli che te l’ho detto sennò si monta la testa.” (noooo, ma se è la modestia in persona;-))) ironicamente parlando.
“Sai che l’ho già sentito nominare… da un amico, il ragazzino che ho accompagnato a vedere decolli e atterraggi giorni fa, te lo ricordi? Peter.”
“Sì, mi ricordo di quel ragazzo.Ma come mai conosce anche Rabb?”
“Peter abita a due passi dall’accademia di Annapolis, lo conosce nello stesso modo in cui ha conosciuto me, so che però loro due sono molto amici, mi sa che tra un poco te lo trovi sul seggiolino.”
“Dici? Be lo aspetto! Ma ora pensiamo a noi, so che è presto, ma quando torni dobbiamo parlare seriamente.”
“ D’accordo al mio rientro avremo molte cose di cui parlare.”


Casa di Jessica
oggi

Bud aveva ascoltato in silenzio il racconto di Jessica che mischiava i ricordi di lei con quello che le aveva riferito l’amica.
“Posso farle una domanda?”
“Come mai ci ho messo tanto ad andare alla scuola ingegneri? Problemi di famiglia, mi hanno messo i bastoni tra le ruote, ma sono sempre riuscita a far valere le mie ragioni, certo ero l’allieva più anziana del corso, ma avevo degli ottimi voti e pure io non scherzo in quanto a decisione.”
“Lo so lo ha dimostrato. E così Kate le raccontò quando il capitano si dichiarò, ossia dopo il corso…mi scusi ma mi pare che sia lei che il tenente Summers andiate d’accordo con gli istruttori…”
“La scuso perché so che la relazione mia e del capitano Rowan l’ha un poco messa in crisi al processo.”
“Nessuna crisi, lei me ne aveva parlato, sarebbe stata crisi se mi fosse piovuta addosso come una tegola, che era quello che pensava Hoobart.”
“Comunque spero sia chiaro che il capitano non ha fatto favoritismi, c’è un rapporto contro di lui che lo attesta.”
“Penso sia sufficiente, la ringrazio della collaborazione.”

UFFICI JAG
Sturgis non era del tutto sicuro che bastasse la parola del tenente Stevens, aveva delle perplessità sul come procedere.
“C’è una cosa che non mi convince: se alla stampa giungessero notizie riguardo alla sua avversione per le donne al comando di un caccia, non so…”
“Credo basti far notare quanti hanno ancora questo tipo di avversione, e sono i tipi come il capitano Turcotte, che riescono a mettersi in discussione, che hanno reso possibile l’integrazione delle donne in marina, non certo di chi mette loro i bastoni tra le ruote tramando nell’ombra.”
“Vero! Ho saputo che anche il tenente Summers potrebbe avere presto una promozione.Sarà la prima donna caposquadriglia degli Howlers.”
“Bè avrà anche avuto una strada in salita, ma direi che sta dimostrando di avere della stoffa.”
“Sì. È decisamente in gamba. Certo che è curioso, Peter salta sempre fuori, è peggio del prezzemolo quel ragazzo.”
“Immagino che cercasse in ogni modo di tenersi in contatto con il capitano Rabb, tramite altri così non lo ha insospettito.”
E meno male, visto che gli ha salvato la vita, ma questo non lo deve sapere nessuno.
(Lo so, un Bud che tiene un segreto è poco credibile, ma chissà magari ha doti nascoste…)
Si limitò ad un:
“Probabilmente hai ragione.”

Entrò Harriett.
“Scusate, volevo sapere se avete terminato per oggi.”
“Sì, direi che possiamo dichiarare la giornata conclusa, domani avremo di nuovo una marea di lavoro da portare avanti, ma domani.”
“Bene, capitano ci vediamo domani, anche per il rapporto all’ammiraglio.”
“Certamente, buona serata.”
“Anche a lei, signore.”

Nei giorni seguenti Bud e Sturgis ebbero veramente molto lavoro, quando dopo due settimane rientrarono in servizio Harm e Mac, tirarono finalmente un sospiro di sollievo.
Certo ora loro due non avrebbero dovuto lavorare insieme, ma l’ammiraglio aveva provveduto in quel senso: Mac non sarebbe più stata giudice di un caso seguito da Harm, e non avrebbero potuto seguire un caso come avversari, ma visto che erano un ottima squadra, di tanto in tanto avrebbero seguito qualche caso insieme.
AJ si era arrovellato parecchio sulla questione, sapeva che avrebbe potuto avere problemi dai suoi superiori, ma contava molto sul fatto di avere degli ottimi elementi, che facevano quadrato in caso di necessità.
(Ovvero Lindsey rimane uno str***, ma mica si era sbagliato di tanto a definirli un clan, ossia diceva la cosa giusta per le motivazioni sbagliate, l’invidia è una pessima consigliera.)

“Capitano, colonnello bentornati.”
“Bud, ho la sensazione, che aspettavi con ansia il nostro ritorno; troppo lavoro?”
“Diciamo che non abbiamo avuto il tempo di annoiarci.” ;-)
“Come sta Harriett? Manca poco ormai.”
“Sta bene, è vero questione di giorni, ora è a casa. Il medico ha consigliato riposo nelle ultime settimane.”
“Stasera passerò a trovarla.”
“Ne sarà felice.”

Si presentarono dall’ammiraglio.
“Spero non sarà un problema occuparla più spesso in veste di giudice che in quella di avvocato, onde evitare troppi intoppi da parte dei superiori.”
“No. Signore, ha perfettamente ragione, non vorrei che ci fossero problemi, visto il gran numero di casi di cui si occupa il capitano.”
“Nessun problema, eviteremo per quanto possibile che lei sia il giudice in un suo caso, e quand’anche dovesse succedere conto sulla vostra professionalità. Un domani vedrei bene uno di voi al mio posto e sarà bene che vi abituiate a lavorare insieme, cosa che tra l’altro fate da anni.”
(per regolamento cosa impossibile, non solo in ambito militare, ma questa è solo una fanfic)

“Al suo posto signore? Ma non starà ancora pensando alle dimissioni?”
“Per ora no, ma Rabb, non penserà mica che io resti al JAG per sempre, vero?”
“Onestamente signore mi riesce difficile immaginare il JAG senza di lei, tutto qui.”
“Vale anche per me signore.”
“Tranquilli, conto di essere il vostro ufficiale in comando ancora per un bel po’. Ora andate, avete del lavoro arretrato da svolgere!”
M&H: “Sì signore!”

Harm prese visione di uno dei casi che era rimasto in sospeso, il CAG sulla USSAnderson aveva mosso delle accuse a uno dai piloti della sua squadriglia,di disobbedienza ad un ordine dato in fase di atterraggio.
Questo significa che dovrò andare là ad indagare, è sciocco lo sapevo già che io e Mac saremmo stati separati spesso, ma mai come adesso questa cosa mi pesa.
Intanto Mac:
Accuse di diserzione, marine che richiamati in servizio attivo si sono rifiutati di partire… prevedo delle pessime giornate, speriamo che ad Harm stia andando meglio.

Si trovarono poco dopo nella caffetteria.
“Allora come sta andando la tua giornata?”
“Diciamo che oggi mi aspetta un pomeriggio pesante, e la tua come va?”
“Mi aspetta un volo per andare ad indagare ad un caso nel bel mezzo dell’oceano…”
“Sapevamo che sarebbe accaduto, tu da una parte io dall’altra, meglio farci l’abitudine.”
“Lo so, speravo di avere più tempo.”
“Magari la prossima volta lavoreremo insieme. A che ora hai il volo?”
“Parto tra due ore, ma tornerò appena possibile.”
“Sarà meglio.”;-))

USS ANDERSON
“Buongiorno capitano, il CAG Smith la sta aspettando in plancia.”
A parlare era stato il guardiamarina che era andato ad accogliere Harm al suo arrivo sulla porterei.
“Bene.”
Il CAG stava controllando l’esecuzione di alcune manovre, come caposquadriglia era tenuto a controllare ogni dettaglio di quel che facevano gli uomini sotto il suo comando.
“Signore, capitano di vascello Harmon Rabb, sono qui per l’inchiesta preliminare da lei richiesta.”
“riposo comandante, so bene perché è qui, l’ho fatta chiamare io.”
Decisamente non era una buona giornata quella che stava iniziando, insomma una giornata alla Rabb per intenderci…
“Se volesse spiegarmi l’accaduto, signore.”
“Un tenente ha disobbedito ad un mio ordine preciso, era in fase di atterraggio quando mi ha chiesto il permesso di ritornare in quota per andare ad aiutare un collega rimasto in difficoltà, permesso da me negato, ma lui ha deciso di ignorare il mio ordine.”
“Ma il suo gesto ha causato dei danni, feriti o altro?”
“No per fortuna, ma non accetto che un ufficiale agisca di propria iniziativa, quando do degli ordini mi aspetto che vengano eseguiti”
“Certo signore, che tipo di problemi aveva l’altro pilota?”
“Si era bloccato ai comandi, avevano appena avuto uno scontro a fuoco, e la tensione gli ha giocato un brutto tiro. Ha già presentato le sue dimissioni.”
“Quindi il tenente gli ha fornito supporto morale per atterrare, è questo che mi sta dicendo?”
“Esattamente, ma sono convinto che avrebbe superato la cosa anche da solo, e in ogni caso non metto in discussione le buone intenzioni del tenente, ma come posso fidarmi di un pilota che decide di farsi guidare dall’istinto, aveva quasi finito il carburante, poteva precipitare con lui se le cose fossero andate male.”
“Vorrei parlare col tenente.”
“certo”

Harm venne accompagnato, dal guardiamarina di prima, nella cabina del tenente Brian Quinn
“Signore!”
“Riposo tenente, mi dia la sua versione dei fatti.”
“Avrà già parlato con il CAG suppongo?”
“Certo, ma sono qui per indagare, non per giudicare.”
“Ho disobbedito ad un ordine, non credo ci sia granché da indagare, il CAG era stato chiaro. “Permesso negato, atterri tenente.” Ma io non sono atterrato.”
“E probabilmente ha salvato la vita al suo collega.”
“Si, ma ne ho messe in pericolo altre, gli addetti alla pista tanto per incominciare, e poi il mio RIO, eravamo a corto di carburante e avremmo potuto precipitare. Non intendo oppormi a qualunque decisione verrà presa nei miei confronti.”
“Lo ha detto questo al CAG?”
“Non ne ho avuto l’occasione signore, mi ha fatto consegnare in cabina, in attesa del suo arrivo.”
“Capisco, immagino che se lei ammette di avere sbagliato, il CAG potrebbe rivedere la sua posizione.”
“Non credo signore. Penso mi voglia fuori dalla Marina, e forse ha ragione, non ho rispetto della disciplina signore.”
“Sarà, ma io non conosco molti piloti disposti ad ammettere di avere sbagliato, vedrò cosa posso fare.”

Harm cerco di capire se il CAG aveva altri motivi per avercela con il tenente, ma non ne trovò.
Poi Bud dalla sede gli fece sapere che il pilota che si era ritirato era il suo figlioccio, decise di parlargli della cosa.
“Mi scusi comandante, ma il fatto che il pilota si sia dimesso secondo lei è dipeso dall’intervento del tenente Quinn?”
“Secondo me , se avesse superato il blocco da solo, cosa che sono sicuro avrebbe fatto, poi non si sarebbe dimesso, ma il venire aiutato ha messo in discussione le sue capacità e non ha retto alla cosa.
Sì ritengo il tenente responsabile delle sue dimissioni.”
“Strano, ho parlato con lui al telefono prima, e lui non è affatto sicuro che sarebbe vivo se non fosse stato per il tenente. Anzi mi ha detto che sicuramente sarebbe morto. E non mi è parso insicuro di se mentre me lo diceva. Non è che si sta facendo condizionare dal suo affetto per il suo figlioccio?”

Il CAG guardò Harm in malo modo.
“Guardi che la sua è un accusa grave, potrei citarla.”
“Sì, potrebbe, ma forse è meglio se prima và a parlare col tenente, ha tutta l’aria di stare solo aspettando una punizione e di sapere di meritarla, perché non lo ascolta prima di condannarlo. Forse può trovare la punizione giusta senza cacciarlo dalla Marina.”
“Vedrò di parlargli.”
Harm era soddisfatto di avere concluso l’inchiesta in così breve tempo. Certo aveva corso un bel rischio, il CAG poteva davvero fargli avere dei guai se avesse voluto.


ALLO JAG
in aula

Mentre Harm era sulla portaerei, Mac era alle prese con il caso di diserzione.
Sturgis era la difesa.
“Intendo dimostrare che non è mai stata intenzione del mio assistito disertare, semplicemente, non riteneva fosse stato richiamato in servizio quando è uscito dagli USA.”
“Ritengo improbabile che non sapesse di dovere partire, pare poi che fosse in contatto con altri ufficiali che a loro volta hanno fatto domanda per non andare in combattimento.”
“Questo non dimostra nulla, erano suoi commilitoni ai tempi del servizio, poi lui ha tenuto i contatti, ma non pensava avessero i suoi stessi problemi.”
“Penso che lascerò giudicare la dalla corte marziale, se davvero non sapesse che cosa stava facendo. Il suo cliente è rinviato a giudizio.”

(ora, non so quanto sia credibile… ma dopo tutti i miei strafalcioni se state ancora leggendo o perdonate la mia ignoranza o vi state preparando a farmi a fettine ;-)

APPARTAMENTO RABB
Alla sera Mac era a casa da sola, Harm sarebbe arrivato solo il mattino dopo.
Per oggi il mio dovere l’ho fatto, un disertore è stato punito, anche se ha cercato di passare per un imbranato, ma a chi credeva di darla a bere: “mi scusi vostro onore non credevo…” Povero Sturgis è la seconda volta che sono il suo giudice in un caso che lui perde, spero la prossima volta gliene capitino di migliori. Be quando noi non c’eravamo so che lui e Bud si sono fatti onore.
(eufemismo per non dire un m….tanto?)

Squillò il telefono
“Pronto”
“Ciao ti manco? Tu a me tantissimo.”
“Forza marinaio, resisti, non lo sai che l’attesa rende più dolce il momento in cui ci si ritrova.”
“Ti sembro la persona giusta a cui parlare di attese?”
“No, ora che mi ci fai riflettere no… Chiusa l’inchiesta? Colpevole o innocente?”
“Colpevole, ma con attenuanti, credo di aver fatto un buon lavoro. Come sempre del resto.”
“Sempre il solito modesto.”
“E a te, com’è andata?”
“Insomma, non è il massimo dovere punire un uomo perché ha paura di partire per la guerra.”
“Se si sceglie la vita militare si sa a cosa si và incontro.”
“Basta adesso parlare di lavoro! Quando torni a casa?”

Suonano alla porta.
“Harm, mi rispondi? Quando torni.”
“Ho sentito il campanello, chi è che ti viene a trovare in mia assenza? Non vai ad aprire?”
“Non aspetto nessuno, ora guardo chi è.”

Guardò dello spioncino e vide un telefono piazzato davanti che le bloccava la visuale.
“Ma chi è? Tolga il telef…”

Nel dire quella parola si accorse che lei QUEL telefono lo conosceva.
Spalancò la porta e si tuffò fra le braccia del marito.
“Harm, ma come hai fatto, sei partito nel primo pomeriggio.”
“Fortuna, ho terminato in fretta l’inchiesta e c’era un capitano che rientrava alla base di Norfolk con un caccia, mi sono fatto dare un passaggio.”
“Non hai pilotato tu? Non ci credo.” ;-)
“Be, non potevo, ma almeno sono potuto rientrare, anche se sono stanco morto.”
“Tanto stanco, capitano?”

Ovviamente nel frattempo che parlavano erano entrati in casa e si stavano dirigendo verso la loro stanza.
“Non così tanto colonnello.”

CENSURAAAAA
(accidenti sono peggio della Rai degli anni 50)


Edited by rabb-it - 11/6/2016, 15:09
 
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